Capitolo 42

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Cristian pov's
Questa notte non sono proprio riuscito a dormire, forse ho esagerato, ho urlato troppo e parlato poco, l'unica cosa che volevo dirle era di restare e invece l'ho fatta andare via, quanto odio litigare con lei, mi si forma un buco nel petto, come una voragine che mi divora l'anima, oggi cercherò di fare pace e di farmi perdonare, ma ora devo prima sistemare un'altra cosa: Marco, in fondo è solo colpa sua, è riuscito nel suo intento di dividerci ed io glie la farò pagare.

Proprio come pensavo, il mattiniero è già sulla spiaggia ancora a guardare il mare, mi avvicino di soppiatto, <<ti ricorda dove l'ho baciata la prima volta?>> lo sorprendo alle spalle e lui si alza di scatto, << cosa vuoi?>> chiede subito sulla difensiva, <<voglio che stai lontano dalla mia fidanzata, per colpa tua abbiamo litigato, hai mandato a monte tutto quello che avevo organizzato per lei ieri sera.>> rispondo con rabbia, <<non sono stato io a gridarle contro, continui a sbagliare e a farla stare male, non la meriti.>> ribatte con aria indifferente, faccio un lungo respiro per cercare di calmare i nervi,<< ti sei inventato la depressione per avvicinarla a te, vero? tu pensi di meritarla? io lo so, che sotto quella maschera da bravo ragazzo c'è dell'oscuro, non mi hai mai convito.>> affermo guardandolo dritto negli occhi,  <<vuoi minacciarmi? purtroppo mi dispiace informarti che io non ho chiesto nulla ad Anna, è stata lei a decidere di stare con me e comunque resto sempre il suo primo bacio e il suo primo amore.>> continua a provocarmi ed io sento la rabbia aumentare, <<ti sbagli, non sei stato il suo primo fidanzato, c'è stato un altro prima di te, non sei niente per lei>>, Marco rimane perplesso dalle mie parole, <<non importa, non le starò lontano >> risponde poco dopo, <<tu cerchi di sostituire Gracy, ma Anna è diversa, non tornerà da te, fattene una maledetta ragione.>> gli urlo contro su tutte le furie, <<non la devi nominare>> alza la voce anche lui, <<ecco che esce il vero Marco, lo sai che è colpa tua, dovresti lasciare andare la mia ragazza se non vuoi fare del male anche a lei.>> lo provoco, lui stringe i pugni e me ne tira uno dritto sull'occhio facendomi cadere a terra, <<lo hai voluto tu.>> afferma prima di girarsi e andarsene via, lasciandomi sanguinare sdraiato sulla spiaggia con un dolore lancinante sulla faccia.

Anna pov's

Fuori c'è un sole splendido mentre dentro di me piove a dirotto, faccio colazione con le mie amiche fino a quando arriva di tutta corsa Marco <<andiamo via>> mi incita a seguirlo, lo guardo perplessa, <<devo portarti a vedere un posto bellissimo>> aggiunge e  quindi decido di andare con lui seppur restando confusa, <<dove andiamo?>> domando incuriosita, <<a pochi km/h c'è un hotel ristorante, hanno qualcosa di perfetto>> mi informa ed io mi incuriosisco ancora di più, arriviamo a destinazione, entriamo e il moro si avvicina al pianoforte bianco posto all'entrata, non né avevo mai visto prima uno di quel colore, Marco inizia a cantare e come ogni volta mi tocca il cuore, ha una voce così profonda e sembra vivere ogni parola che pronuncia, la canzone parla nuovamente di noi:
<<Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
Tenendosi per mano>> il moro si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia, <<ti prego, canta ancora per me>> pronuncio con poca voce restando magnetizzata dal suo talento.

Dopo il concerto improvvisato del mio migliore amico, decidiamo di passeggiare nei dintorni, <<mia madre mi raccontava di come lei ha conosciuto mio padre, lui era un tipo solitario, talvolta timido, ogni volta che provava a parlargli lui si bloccava, restava immobile ad ascoltarla, però lei era felice, perché nessuno restava mai a sentire, ed era proprio quello di cui aveva bisogno, mi diceva che sono tutti pronti a giudicarti e ordinarti quello che devi fare, che bisogna trovare l'eccezione che resta con te anche in silenzio, il mio papà era la sua eccezione, cerca di comprendere senza dire niente>> racconta Marco con il sorriso sul volto, <<anche i miei genitori hanno vissuto una storia d'amore simile, non li ho mai visti litigare, ho sempre pensato che chi ama non lo fa, però ora che lo vivo in prima persona, so che mi sbagliavo>> affermo e il moro si avvicina per accarezzarmi il viso, <<ricordati di fare sempre quello che senti qui dentro>> pronuncia con gli occhi lucidi posando la sua mano sul mio cuore che sembra essersi fermato, <<lo farò>> sorrido appoggiando la testa sul suo petto, <<è vero che hai avuto un altro ragazzo prima di fidanzarti con me?>> chiede con voce tremolante mentre ci abbracciamo, << chi te l'ha detto?>> mi distacco osservandolo titubante, <<Cristian>> confessa guardandomi con aria dispiaciuta, <<per me, resti comunque tu, il mio primo amore.>> cerco di tirarlo su di morale.

Appena torno in albergo mi dirigo verso il mio ragazzo, penso che dovremmo parlare e sono così arrabbiata, parto con tutto il mio rancore pronta per sfogare la rabbia che ho per i suoi comportamenti inappropriati, ma  appena vedo il suo occhio nero corro verso di lui preoccupata lasciandomi alle spalle la rabbia, <<che ti è successo?>> domando nel panico, <<chiedilo al tuo amante con cui esci senza dirmi niente!>> sputa con acidità, rivolgo il mio sguardo verso il moro, <<non ti credo, Marco non lo farebbe mai.>> lo difendo e il mio ragazzo mi volta le spalle, <<dimmi la verità>> gli urlo contro, <<te l'ho detta! ma tu non mi credi, io non ti capisco, ti amo così tanto, però continui ad andare via, ho paura di parlarti, le persone hanno paura di ferirti perché tu sei fragile, ma diamine sono stanco, devi dirmi cosa vuoi, o me, o lui, entrambi non è una scelta.>> pronuncia con le lacrime agli occhi ed io lo osservo immobile mentre mi sento sprofondare, <<non puoi farmi questo, non è giusto, lo sai che amo solo te, però il nostro non è un amore normale, vogliamo stare insieme e ci scordiamo delle persone che ci circondano non è giusto, non puoi chiedermi di abbandonare gli altri per te, mi fai del male così facendo>> faccio scivolare la testa fra le mani, <<vuoi lasciarmi?>>  domanda con la voce che gli trema avvicinandosi a me, <<non lo so>>.

L'amore è libertà, se qualcuno ti impone qualcosa, allora non è amore, lo diceva sempre mia nonna e non so se avesse ragione, a volte le persone vogliono essere scelte solo per sentirsi speciali, anche se la maggior parte delle volte non finisce come credono, più cerchi di legare qualcuno a te, più hai l'esatto opposto  allontanandolo; sono seduta ancora sulla stessa spiaggia e ripenso alla mia vita, a tutte le persone che ho perso, ai momenti di pura gioia e quelli di immenso dolore, credevo di poter trovare soluzione a tutto, invece, tutto, è così complesso, non decido solo io, non ho mai provato qualcosa di così dannatamente forte, l'ho sentito da subito, mi ha travolto e forse ho un po' perso il controllo.

SbagliatiWhere stories live. Discover now