Pagina 2

32 1 0
                                    

Zero gestalt

«Mia... Sorella?» Zero era incredulo. Continuava a guardare la piccola halfling con sguardo attonito mentre questa continuava a finire di spiegare quel che le era successo.

«Ho sentito la voce di Tymora che mi diceva di guidarla e proteggerla! Che sarebbe stata lei la nostra salvezza!» Urlò Remí saltellando sul posto come a voler dare più enfasi al discorso. Ma il giovane chierico sembrava non voler accettare quella notizia.

«Zero,» si fece avanti Harad. «è un compito nobile, le è stato affidato dagli Dei personalmente. Dovresti-»

«Esserne felice?» Lo interruppe il giovane con fare brusco mentre il volto si deturpava in un sorriso sardonico. «La mia unica sorella è la ragazza della profezia!»

Il resto del gruppo si guardò confuso, a cercare delle risposte tra le righe forse non cogliendo appieno il groviglio emotivo che si annidava nel cuore del loro compagno. Sylgar si fece avanti per primo. 

«Bhe visto? È felice, possiamo andare no?» Chiese. A volte la sua ingenuità era disarmante.

Zero chiuse gli occhi distogliendo lo sguardo e si incamminò verso una zona meno popolata del villaggio nordico nel quale erano stati teletrasportati solo qualche ora prima.

«Zero...» Mormorò Zic compiendo mezzo passo, che venne però intercettato dal braccio muscoloso del calishita.

«Lasciamolo solo, gli parlerò più tardi... Come ho fatto la scorsa volta» Disse Harad con tono più risoluto.

Presto Zero scomparve alla loro vista e, data anche la bassa temperatura, nessuno fu contrario all'idea di andare a ristorarsi nella casupola indicata dal capo villaggio, dove ad attenderli c'erano un camino acceso e un pasto caldo. Mentre percorrevano la stradina in pietrisco, Zic si avvicinò ad Harad, tirandolo per la camiciola con il braccio piumato. Harad rallentò il passo, lasciando che Pez, Remí, Satinder e Sylgar si allontanassero di qualche passo.

«Che c'è?» Chiese e Zic abbassò lo sguardo.

«Voglio venire anche io a parlare con l'umano, gli oracoli nella mia testa hanno già visto il futuro e, seppur io non possa saperlo, voglio provare a tranquillizzarlo»

«Se dovesse andare male e Layla morisse, Zero non te lo perdonerebbe mai. Lo sai questo, vero?»

Il kenku si coprì il volto con una mano.

«Lo so, ma dobbiamo provare»

Harad sospirò e gli disse soltanto: «Se dopo pranzo non si fa ancora vivo gli andremo a parlare, altrimenti lo faremo non appena ritornerà nella sua stanza»

•×•

Nonostante le svariate ore passate a rifocillarsi e a sistemare gli zaini per il viaggio, i vestiti asciutti del chierico e i suoi effetti personali erano ancora ben piegati e sistemati con ordine sul letto.

Harad sospirò preoccupato di fronte a quella vista, conscio del fatto che Zero non era ancora tornato all'accampamento dopo che si erano separati. E fuori aveva smesso di nevicare da poco.

Si voltò verso Zic per chiamarlo, ma alla fine decise di andare da solo a parlare con il chierico. Temeva per la sincerità con cui il kenku avrebbe parlato al ragazzo e non era sicuro di quale potesse essere la sua reazione.

Afferrò quindi due mantelli pesanti, uno per sé e uno per il compagno e si avviò verso la porta della locanda in cui alloggiavano. Con preoccupazione notò che fuori aveva ripreso a nevicare e anche la luce diurna stava iniziando ad affievolirsi, nonostante in cielo continuasse a persistere il tramonto netherilese.

Dancing lightsWhere stories live. Discover now