Attinia di Sealion 🐚

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Chi è Attinia di Sealion?

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Chi è Attinia di Sealion?

Ormai ho perso il conto di quanti porti ho visitato negli ultimi sei anni. E tutti, che siano piccoli o grandi, mi ricordano in qualche modo quello di Caer Caelurum: c'è sempre un lungomare brulicante di persone intente a prendere il largo in cerca della propria fortuna. Sento anche forte nelle narici l'odore di pece e bitume, fresco spennellato sulla chiglia di qualche nave ritornata da poco in città. Sopra di me, nel cielo grigio carico di pioggia, stridono i gabbiani affamati di pesce. Per la prima volta dopo tempo inizio a provare nostalgia di casa.

Scuoto la testa e guardo il foglio stretto tra le mani e rileggo le poche righe che il mio contatto mi ha lasciato in taverna ieri sera:

"La nave è la quarta partendo da nord. Chiedi del capitano Daggernose e digli che ti manda Barbatus, lui ti darà una cabina in cui stare, ma bada bene di darti da fare sulla sua Serva o scordati la cabina."

Mi porto la mano al medaglione assicurandomi di nasconderlo bene sotto allo scialle, mentre l'altra scivola sul pugnale legato alla cintura. Da quando ho lasciato casa ho la costante sensazione di essere osservata e in pericolo, ma ho imparato a non darci troppo peso anche se la prudenza non è mai troppa.

Cammino veloce fino a quando non individuo tra le tante navi ormeggiate una grossa polena a forma di donna avvolta da un velo: è lei, la nave su cui il viaggio riparte verso il prossimo porto. Non ho perso le speranze di rivedere Kora, ma ammetto che la frustrazione inizia a farsi sentire.

«Tu devi essere Attinia!» La voce bassa e catarrosa mi fa voltare di scatto: è un umano, che avrà si e no una quarantina d'anni portati malissimo per via di alcol e scorribande. Non escludo che abbia anche qualche malattia infettiva come il Mal Merida (sifilide) o lo scorbuto.

«Chi vuole saperlo?»

«Che insolenza! Rispondere così al rispettabile capitano di una nave!»

Lo osservo più attentamente: dalla descrizione parrebbe essere Daggernose, così decido di mettermi allo scoperto.

«Perdonatemi, capitano Daggernose. Non sono ancora pratica del posto e pensavo foste sulla nave. Siamo già in partenza? Avrei una certa fretta.»

Daggernose mi fa segno con il braccio, invitandomi a salire sulla Serva. Mentre camminiamo sul ponte individuo persone di ogni sesso ed età, ma nessun Figlio della Marea e la cosa inizia a mettermi a disagio: vorrà dire che dovrò fare più attenzione rispetto all'ultimo viaggio che ho compiuto.

L'uomo mi conduce sotto coperta dove individuo facilmente le brande e le amache a disposizione dell'equipaggio; quelle dei passeggeri sono separate da una fila di cassoni incastrati con cura millimetrica tra pavimento e soffitto.

Daggernose mi indica però una porticina davanti alle amache.

«Quella è la stanza per quelli... sí insomma, hai capito.»

«Quelli come me. Ho capito. Grazie.» Senza pensarci mi ci infilo dentro e storgo il naso: la stanza è sporca e umida, impregnata dell'odore di pece che si sentiva fuori. Anche se fa schifo, però, devo farmela andare bene e cerco di non pensarci troppo. Anzi, mi focalizzo sul prossimo porto dove spero di incontrare qualcuno che sappia dirmi qualcosa sul... pugnale che ha trafitto Kora.

«Salpiamo questa notte quando le stelle saranno visibili. Sollazzati finché vuoi, dopo ci sarà tutto il lavoro che vuoi! Ah ah!»

Daggernose sghignazza mentre si allontana verso il ponte e io, di nuovo sola, tiro un sospiro di stanchezza: anche questa volta non ho dovuto uccidere nessuno.

Dancing lightsWhere stories live. Discover now