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"Silly boy."

"Lo sai che non mi piace essere chiamato così in pubblico. Qualcuno potrebbe sentirti e..."

"Oh, lo so. Ma credimi, la copertura da strafottente di Arich Thalavar è al sicuro qui." La ragazza girò su sé stessa emulando un passo di danza leggiadro, tant'è che la lunga divisa scolastica di Strixhaven sembrava eterea nell'accompagnare i suoi movimenti.

Arich piegò la testa da un lato mentre la guardava muoversi. Stava aspettando il momento giusto per compiere la sua mossa e far capire alla ragazza che non era uno sprovveduto.

E quando Astra si fermò di fronte alla siepe del giardino, capì che doveva agire. Veloce, ma con passo calibrato. Mosse il primo piede nella direzione della giovane maga che, di rimando, si appiattì contro le rigide foglie di Bromesia.

Spalle al muro non poteva defilarsi.

Arich aspettò di trovarsi a pochi centimetri da lei per vedere come sarebbe evoluta la scena. E non dovette aspettare troppo: Astra, probabilmente con un trucchetto da studentessa del primo anno, lo spinse verso di sé.

"Mi sei mancato" gli sussurrò a fior di labbra prima di baciarlo.

Arich sorrise, ricambiando un gesto che fino al semestre prima gli veniva così innaturale.

"Anche tu."

•∆•

«Lord Tharulvar chiede di voi.»

Arich mosse di poco la testa verso la porta dalla quale era appena entrato Lhanis. Erano rare le volte che si lasciava vedere senza maschera, Lhanis aveva già visto il suo volto roseo in svariate occasioni. Eppure, in quel frangente Arich colse nel suo sguardo una nota di sorpresa, di confusione.

«Sembra abbiate visto Szass Tam in persona, Maestro Lhanis.» Azzardó.

Il mago rosso assottigliò lo sguardo, colto in flagrante e intrecciò con disinvoltura le mani dietro la tunica scarlatta.

«Lord Tharulvar mi mette sempre una certa soggezione ogni volta che gli parlo...» Iniziò. «Purtroppo devo constatare di non avere la stessa fortuna del suo pupillo: di essere entrato nelle sue grazie, intendo. Perciò non potete non biasimarmi se il mio sguardo traspare curiosità e invidia quando vi osservo. Mi chiedo cos'abbia visto di così speciale in voi per riservarvi un trattamento che non concede nemmeno ai suoi adepti più fedeli.»

A quelle parole Arich si voltò nuovamente verso il tavolo su cui stava studiando. Il labbro arricciato in un tenue sorriso malizioso.

«A differenza di quelle dei suoi adepti, le mie ambizioni vanno ben oltre il semplice prestigio personale e della ricchezza che tutto questo porterà al Thay. Ho potuto constatare che io e Lord Tharulvar siamo molto simili da questo punto di vista e, per sua fortuna, a differenza di altri io posseggo delle conoscenze che gli fanno estremamente gola... Di certo più importanti di quelle che potrebbe ottenere da una inutile succube travestita da nobilotta delle Valli.»

«Suppongo allora che sia per questo che ve ne siete andato di casa. O è forse per sete di conoscenza... che siete finito qui?»

Arich afferrò la penna lasciata sola davanti a sé e la intinse nel calamaio: pochi secondi dopo essa si muoveva con grazia sulla pergamena distesa con cura sul tavolo, tracciando simboli arcani e rune antiche.

«Cosa ambite a sapere, Maestro Lhanis? I miei obiettivi? Le mie... paure più nascoste?» Il tono si abbassava sempre di più a ogni runa trascritta.

Nonostante anni di esperienza e conoscenze smisurate sulla magia - che gli conferivano una certa sicurezza in caso di auto-difesa - Lhanis provò comunque inquietudine a stare di fronte al pupillo di Tharulvar. Eppure, tentò lo stesso la propria mossa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23 ⏰

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