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«Non osare varcare quella porta.»

«Altrimenti cosa, Syrma

«Ti proibisco di comportarti così! Sono tua madre, per Mystra

«E quindi? Non hai il diritto di importi così, perchè con me, poi! Avete già un figlio prediletto, senza che lo debba diventare anche io. Arich potrà sicuramente soddisfare la vostra voglia di vantarvi di fronte alla famiglia.»

«Zavijah! Torna qui!» Urlò. «Zavi!»

«Zavijah? Signorina?»

Qualcuno la stava scuotendo - questo era certo - e lo avrebbe capito senza dover aprire forzatamente gli occhi esausti per il viaggio.

«Che c'è?» Chiese passandosi le mani sul volto sfatto. Lasciò che la vista si abituasse pian piano alla luminosità dell'abitacolo, soprattutto alla tenue luce dei raggi del sole che filtrava tra le tendine della carrozza. Lì, appena fuori da essa, individuò con amarezza il cancello di casa Shaderage.

«Posso aiutarla a scendere? Siamo arrivati a destinazione.» Notò solo in seguito il cocchiere fuori dalla porta mentre le tendeva la mano.

Lei scosse la mano come a dirgli "No, posso fare da sola", a cui aggiunse un sussurrato "grazie". L'uomo le sorrise e sparì dietro la porticina per spostarsi sul retro della carrozza, dove aveva issato i bagagli della donna: una bisaccia - eccessivamente sporca rispetto al retaggio della donna - e una borsetta più piccola dalla forma strana.

«Volete un aiuto per portare le vostre cose in casa?»

«Di nuovo ci ringrazio, ma vorrei fare da sola se non vi dispiace.»

«Oh, no! Certo che no.» Disse porgendole le due borse. Anche gli abiti della donna erano rovinati in alcuni punti, ma lei sembrava non curarsene più di tanto. O forse era per via dello sguardo spento costantemente rivolto verso la villa. Quando si voltò verso di lui, un sorriso di cortesia le illuminò il volto e, dopo aver infilato la mano in una delle tasche, ne trasse una manciata di monete d'oro che porse direttamente al cocchiere.

«Per voi e la vostra famiglia, otre alla tariffa del viaggio.»

L'uomo impallidì di fronte al gesto.

«N-non... non posso accettarle! Sono troppe!»

«Vi prego, prendetele. Comprate qualcosa di bello per voi, vostra moglie e le vostre due figlie.» Insistette la donna sotto lo sguardo incredulo del suo interlocutore.

"È cambiata così tanto in così poco tempo?" Pensò questi allungando la mano tremolante. Non voleva prenderle, ma avrebbero fatto sicuramente la differenza in casa. Forse sarebbe riuscito a comprare qualcosa anche per il suo vicino di casa.

«I-io... Vi ringrazio, signorina.» Mormorò in imbarazzo. La donna sembrò persino più felice quando lo vide accettare il suo gesto.

«Bhe, ora sarà meglio che vada. Mi aspettano.» Esclamò Zavi agitando la mano come a congedarlo. «Mi raccomando, che siano belle cose!» Aggiunse incamminandosi verso l'ingresso della villa e alludendo alle monete.

Il cocchiere la salutò con un inchino, ma quando lei scomparve dietro il portone di casa, le monete sulla sua mano cambiarono improvvisamente forma.

Avrebbe potuto comprare ben più di qualcosa di bello a moglie e figlie. E forse anche a tutto il vicinato.

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