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L'aria era tesa e quei palloncini rosso sangue non cessavano di volare verso l'alto, i quattro cercavano di capire da dove arrivassero. Alice sollevò il capo e scrutò un po' oltre, inarcando un sopracciglio. Quei maledetti palloncini sbucavano come cavallette da sotto al ponte, dove l'acqua veniva trascinata attraverso i canali della città. Da ventisette anni a quella parte alcune cose erano cambiate, ma non i suoi abitanti e le pessime abitudini, come quella di essere ancora razzisti verso chi aveva un colore di pelle diverso o peggio, di essere omofobi: mentre i quattro amici erano frastornati dal volo di tutti quei palloncini, un ragazzo, Adrian Mellon, veniva pestato a sangue e trascinato giù, oltre la ringhiera montata sul ponte per poi essere gettato bruscamente in acqua. Il suo compagno, Don Hagarty, assistette impotente a tutta la scena. Non riuscì a fermare quei balordi che avevano pestato entrambi, in particolare Adrian, sporco e totalmente coperto di sangue. Il poveraccio non sapeva neanche nuotare.

Reginald sentì lo stomaco contorcersi e brividi di freddo attraversargli la schiena, una strana e malsana sensazione lo pervase, poteva percepirla mentre gli attraversava il corpo fino ad infilarsi anche sotto le unghie dei piedi. Mai aveva avvertito un così pessimo presentimento. Reginald in parte aveva dimenticato quel clown, Victor anche, entrambi però non scordarono mai la follia che assalì Henry quell'estate del 1989. Né loro due, né tanto meno Alice...ed Henry. Quest'ultimo ne rimase traumatizzato, solo ora, dopo tanti anni, si rendeva conto di quale belva selvaggia l'aveva animato allora. Aveva davvero fatto male a delle persone, compreso suo padre, non riusciva ancora a realizzarlo, non del tutto. Se alla mente gli tornava il piccolo Ronnie, suo figlio, provava disgusto verso sé stesso. Provava imbarazzo e ribrezzo al contempo, anche nei confronti di Alice, che gli è sempre stata accanto. L'unica persona, così si potrebbe dire, che abbia mai davvero creduto in lui.

«Non li vedo soltanto io, vero?! Li avete visti anche voi! Ditemi che li avete visti anche voi!» urlava Henry, aprendo le mani tremanti e portandosele al capo, stringendolo tra di esse.

«Sì Henry, sì! Li vediamo, li vediamo anche noi!» replicò in modo deciso Alice, assumendo un'aria più seria e concentrata.

La sua testa ora era un turbine in piena che cercava di riconnettere tutti i pezzi insieme, provando a dare un senso logico a quello che aveva di fronte, ovviamente una logica non c'era e di conseguenza nemmeno sensatezza. Perché? Perché era tornato? Che voleva ancora? Si domandava con una certa insistenza. Henry era inquieto, molto inquieto, nervoso come non l'aveva mai visto. Tutte le sue paure stavano riemergendo e questo era proprio ciò che voleva quell'orribile mostro. Più le sue paure sarebbero cresciute e più la fame di It aumentava a dismisura.

«Hey Reginald!»

«Sì, Alice?»

«Tu ed Henry tornate a casa.»

Reginald sembrò non capire e così anche Henry, tornare a casa, per? Henry non voleva lasciarla da sola, ma dal suo sguardo intuì che Alice aveva qualcosa in mente e che non avrebbe ceduto a nessuna opposizione da parte del marito o degli amici. Aveva solo da fidarsi di lei, anche se non voleva lasciarla.

«Rimango io con Alice, voi andate. Henry chiama a casa tua, chiama il fratello di Alice. Parla con lui e con tuo figlio.» suggerì pacatamente Victor.

Alice annuì, abbozzando ad un piccolo sorriso alla parola "figlio". La voce di Ronnie avrebbe tranquillizzato suo marito, soprattutto sapendo che questi stava bene. Loro non sapevano ancora nulla, ma It non avrebbe mai raggiunto Ronnie, perché il loro figliolo non era a Derry e non c'era mai stato. Entrambi, però, avevano alcune foto scattate insieme a lui sui cellulari, Alice dubitò che It potesse interferire anche in quel modo, ma su un sito di testimonianze paranormali aveva letto, molto tempo addietro, che i demoni e le entità sovrannaturali maligne potevano interferire anche tramite la tecnologia più avanzata. Per un momento avrebbe voluto dirlo anche a loro, ma ne avrebbero riso, un pensiero che sarebbe stato perfetto per sceneggiare un film sugli spiriti persecutori. Ed It non era così lontano dall'essere questo. Ed ecco che Alice ebbe altre intuizioni, forse tutto questo l'avrebbe potuta avvicinare alla verità.

Henry e Reginald si convinsero ad andare via, si allontanarono. Alice li vide sparire dietro le numerose genti che passeggiavano allegre e spensierate in quel luna park.

«Alice, cosa hai intenzione di fare?»

«Voglio vederci chiaro, Vic. Anni fa quel clown era sparito. Ora è di nuovo qui.»

«Non credo ci sia bisogno di indagare, tanto verrà a prenderci quanto prima.»

«No Vic, questa volta è diverso.»

«In che senso, scusa?»

«Siamo adulti ormai, dovremmo essere prede più difficili da prendere.»

«Questo è un punto a nostro favore, no?»

«Esatto, ma se Henry ha reazioni così esagerate come quella che hai visto poco fa, It ci prenderà prima che faccia giorno e comincerà proprio da lui.»

«Hai ragione, ho visto come ha reagito. In teoria non ha niente da temere, soprattutto con una donna forte come te al suo fianco. Però non lo biasimo, si porta dentro ancora tutte le azioni commesse anni prima.»

«È proprio questo che mi fa paura, Vic. Non il clown, ma Henry. Forse se sente Ronnie starà meglio, almeno oggi.»

«Hai paura anche per tuo figlio?»

«Naturalmente sì, ma lì da lui It non-»

«Non arriverà!»

«Milke!» esclamarono all'unisono i due.

«Salve ragazzi...»


{ Spero stiate tutti bene! Lasciate pure un commento con le vostre considerazioni se vi va.      Grazie per le letture e le votazioni! 

Alla prossima con il prossimo capitolo. ☆ 


"Like lambs to a slaughter..." | IT - 2 0 1 7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora