-otto-

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-wow, non me lo ricordavo così grande- si guardò attorno meravigliato.
-io non c'ero mai venuto- ridacchiai imbarazzato.
-davvero? Come puoi non esserci mai venuto?- quasi urlò lui ormai troppo gasato per fermarsi dal saltellare da una parte all'altra.
Dopo un'intera settimana chiuso in casa, uscendo solo per andare all'Università e al lavoro, avevo decisamente bisogno di sfogarmi e rilassarmi, quindi dopo un'attenta riflessione decisimo di andare al luna park.
-quando ero piccolo i miei genitori volevano che mi concentrassi sullo studio, quindi non avevo mai tempo per uscire con gli ami... perché fai delle domande se poi non mi ascolti?- urlai inseguendolo mentre lui correva verso una nuova giostra.

-Ji... Questa é una casa degli orrori, non penso sia...-
-hai paura?- mi guardò divertito.
-non ho paura, sono solo preoccupato che ti spaventi e sta not- lui mi puntò l'indice contro, fulminandomi con lo sguardo.
-pensi che sia un bambino? Non ho paura!- annuì e sospirai.
-va bene allora...- lo guardai scettico, poi mi spinse verso la cassa.

-Minho hyung...- lo sentì sussurrare guardando la sua figura, appena illuminata da alcune luci colorate.
-si?-
-ho paura- lo fulminai con lo sguardo, mentre lui si girò verso di me sbarrando gli occhi al primo rumore.
-sei stato te a pregarmi di entrare!-
-si ma non pensavo che fosse così spaventoso! Fammi uscire!- urlò coprendosi le orecchie con le mani e stringendo gli occhi.
-sei un pagliaccio... dai- in realtà era davvero spaventosa, anche io avevo un po' di paura, ma in quel momento dovevo fingere di essere coraggioso, se no Jisung o si sarebbe messo a piangere, o conoscendolo mi avrebbe deriso.
Mi misi dietro di lui e gli poggiai le mani sui fianchi imbarazzato.
-oh mio dio- urlò lui buttandosi in avanti. Scoppiai a ridere vedendolo dall'alto e lui si alzò solo per tirarmi un pugno.
-sei pazzo? Mi hai spaventato!- urlò incrociando le braccia al petto e gonfiando le guance. Era così... adorabile.
-volevo solo guidarti, così potevi tenere gli occhi chiusi!- lui annuì.
-potevi dirlo prima, vai!- si mise davanti a me e io ridacchiai prendendolo di nuovo per i fianchi.

Camminai spingendolo, cercando di non perdermi e non farlo sbattere da tutte le parti.
-hai paura?- chiese lui ridacchiando.
-certo che no!- affermai.
-le tue mani stanno tremando- rise e mi strinse le mani con le sue.
Deglutì rumorosamente e mi fermai.
-si... ho paura- mentì. O meglio, non stavo mentendo, avevo paura, ma non era quello il motivo per il quale le mie mani tremavano. Era lui. L'essere così vicino a lui, toccarlo, proteggerlo. Non lo so.
Lui scoppiò a ridere prendendomi in giro, poi però mi supplicò di farlo uscire da lì tornando serio.

Una volta usciti da lì lui si staccò velocemente da me, correndo verso la prossima attrazione. Lo guardai basito qualche istante, sorpreso dal suo improvviso cambio d'umore, poi iniziai a rincorrerlo prima che fosse troppo tardi.
-Jisung no- lo guardai male, poi guardai la giostra dove si era fermato.
-Jisung si-
-no-
-perché?- mi prese le mani e fece il labbruccio guardandomi come se da me dipendesse la sua vita stessa.
-perché é... Perché no. Non serve un perché...- borbottai.
-ha! Hai paura- mi lasciò le mani divertito, cominciando a fare dei movimenti strani.
-non ho paura!-
-allora facciamolo- mi prese la mano e mi trascinò alla cassa.

Lo guardai preoccupato, poi sentendo lo sguardo del cassiere su di me, comprai due biglietti.
-perché tremi?- ridacchiò strappandomeli dalla mano, cominciando a salire le scale.
-io... Soffro di vertigini- inizialmente mi guardò sorpreso, poi scoppiò a ridere.
-loser- lo guardai male.
-non é colpa mia!-
-mh, dai andiamo hyung!- mi prese per il polso e mi trascinò su per le scale. Quando arrivammo in cima mi tenni alla sbarra, sentendo le gambe tremare come fossero fatte di gelatina.
Il carrello con i posti si fermò davanti a noi e non esitai un secondo a sedermi, sentendo già il mio stomaco in subbuglio.

-ho paura- lo guardai divertito, sforzando una risata.
-ho come un déjà vu- ridacchiai.
-sono serio hyung, voglio scendere- disse dimenandosi per togliersi la cintura di sicurezza.
-fermo! Non puoi scendere, stiamo per partire!- lo feci stare fermo.
-sto per vomitare-
-non vomitare, pensa a che figura di merda faresti-
-hai ragione, ora non voglio più vomitare-mi guardò male.
-davvero?- lo guardai sorpreso che avesse funzionato.
-certo che no! Che me ne frega della figura di merda!- sclerò gesticolando, ma appena cominciammo a muoverci lentamente si paralizzò, tenendo gli occhi sbarrati e le mani ben salde alla barra.
-ho paura sto per morire non volevo morire in questo modo aiuto- parlò velocemente.
-non stai per morire Jisung, dai, stringimi la mano e andrà tutto bene- lui non se lo fece ripetere due volte e mi strinse subito la mano. Rimasi sorpreso dalla sua forza.
Arrivammo davanti alla discesa, per un secondo sembrava quasi che fossimo fermi, quello dopo stavamo precipitando velocemente.
Entrambi urlammo stringendoci le mani. Facemmo lo stesso ogni volta che c'era una discesa o quando eravamo a testa in giù.
Quando finalmente il giro finì e le cinture si sgaciarono da sole mi alzai il più velocemente possibile sentendo il mio stomaco sotto sopra e gli imminenti conati di vomito.
-oh mio dio, è stato fantastico! Voglio farlo ancora!- urlò saltellando.
Venne verso di me e cominciò a scuotermi senza snettere di sorridere e saltellare, ma non appena corsi verso la ringhiera e mi esposi rigurgitando anche l'anima si fermò assumendo un'espressione scioccata e disgustata.
Guardai quello che era caduto metri sotto di noi e sbarrai gli occhi realizzando.
Lo presi per mano e cominciai a correre.
-scappa, ti prego- lui mi ascoltò e insieme cominciammo a correre verso l'altra parte del parco. Ci fermammo solo minuti dopo, ormai lontani "dall'incidente".

Lui riprese fiato, poi scoppiò a ridere.
-oh mio dio, non ci posso credere- urlò senza smettere di ridere.
-nemmeno io- scoppiai a ridere cercando di nascondere l'imbarazzo del momento.
-sarebbe stato bello che ci fosse stato qualcuno. Bello per me ovviamente non per te, e neanche per quella persona- si mise a pensare diventando serio.
-ma che discorsi fai?- risi dandogli un pugno sulla spalla.
-comunque me lo potevi dire che stavi male- mi guardò male e io lo guardai basito.
-te lo avevo detto!-
-no, avevi detto solo di soffrire di vertigini!- lo fulminai con lo sguardo e lui ridacchiò imbarazzato.

-mi compri quel delfino?- indicò una bancherella dove bisognava sparare alle lattine per vincere dei premi, tra lui un grande peluche di delfino.
-vai a vincerlo da solo- ridacchiai.
-vincerlo? Posso fare una gara per averlo gratis?- sbarrò gli occhi.
-ma che dici, devi pagare per giocare e se vinci puoi prenderlo!-
-ma tu che dici, io parlo di quel delfino!- mi accorsi che dal suo punto di vista, quasi due metri lontano da me, il dito puntava dietro la bancherella, dove più avanti c'era una grande piscina con qualche delfino che giocava dentro. Come cazzo avevo fatto a non vederla?
-vuoi che ti compri un delfino vero?- urlai.
-certo! È così carino!- saltellò stringendosi le guance.
-ohh capisco, e lo terrai in camera tua?- ridacchiai.
-non dire stupidaggini, compreremo una piscina e lo terremo lì- disse convinto.
-non... non pensi che si sentirà solo? Forse è meglio se lo lasci con gli altri delfini- sospirai battendogli una mano sulla spalla.
-ma... uhm, hai ragione. Allora lo addotterò mentalmente. Si chiamerà... strawberry- lo guardai basito.
-vuoi... vuoi chiamare il tuo delfino "fragola"?-
-hai ragione, lo chiamerò "blue strawberry", perché i delfini non sono rosa. Però se prendessi un fenicottero lo chiamerei "strawberry". Mi prendi un feni- lo interruppi prima che potesse finire di parlare.
-no. Non ti comprerò un fenicottero da chiamare "strawberry"- sospirai trattenendo una risata.
-non ti stavo chiedendo un fenicottero, ma un fenicottero di plastica. Così lo possiamo mettere in salotto- scoppiai di nuovo a ridere abbassandomi sentendo l'ossigeno mancare.
-nel mio salotto non ci sarà mai un fenicottero, ne finto ne tanto meno vero-

-non ci credo...- borbottai buttando lo scontrino nel pattume.
-non è stra cute?- quasi pianse guardando l'angolo del salotto dove prima c'era una piantina, ora sostituita da un fenicottero rosa led. Non mi sarei mai abbassato al livello di avere un semplicemente fenicottero rosa in salotto, quindi già che ero obbligato a prenderlo gli ho dato uno scopo e un qualcosa di adornativo.
-beh... in realtà è abbastanza ok- sospirai sedendomi un una poltrona.
Lui annuì sorridendo, poi si sedette sulle mie gambe.

Puhahahahahha sono cattiva

𝙃𝙤𝙢𝙚𝙡𝙚𝙨𝙨 // 𝙈𝙞𝙣𝙨𝙪𝙣𝙜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora