5. La tua è un'enorme cotta!

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Metto in bocca svogliatamente un'altra cucchiaiata di minestra di verdure e alzo gli occhi verso l'altro commensale. Dylan sta mangiando, ma si vede lontano un miglio che lo fa solo per cortesia, non che il minestrone di mia madre sia cattivo.
<<Se non vuoi mangiare non farlo. Non mi offendo>> lascio cadere con la posata a lato del piatto con una smorfia e lui fa lo stesso.

Dopo essere andata a recuperare il cellulare dalla mia camera ho trovato Dylan in cucina, seduto su una sedia, che stringeva i pugni come se volesse affondare le unghie nel palmo. Ha alzato di scatto lo sguardo e tutto ad un tratto io suo volto mi è apparso segnato da incredibili sofferenze.
"È solo un'impressione" ho pensato, ma per esserne sicura ho chiesto, esitante: <<Tutto okay? Cosa... è successo al telefono?>> Un lieve sorriso è passato per il suo viso per poi scomparire, prima che mi rispondesse.

<<Era l'ospedale. Io... Era per mia sorella. Ha una malattia che le impedisce di camminare>>

<<Mi dispiace molto>> ho replicato, in modo molto originale, ma sincero. Lui ha fatto un movimento con la mano, come per scacciare il pensiero, e si è lasciato sfuggire una risata amara.
<< Non è questo il punto>> ha continuato, << Ieri era in macchina con il suo ragazzo e si sono schiantati in un incidente. Lei verrà operata e non si sa se... >> gli si è incrinata la voce << Se ce la farà. Tutta colpa di quello stronzo che aveva bevuto troppo>> ha battuto un pugno sul tavolo, ed è sembrato che si fosse dimenticato di me.
Ma poco dopo si è riscosso: <<Scusami, mi sono lasciato prendere dalla rabbia. Non sono argomenti di cui parlare con una ragazzina>>

<<No no, fa niente. Sono abituata a sentire certe sfuriate, soprattutto da Leo, che->> non mi ha lasciata concludere, facendolo al posto mio. E fraintendendo completamente: <<Il tuo ragazzo>>

Ho chiarito subito dicendo: << Oh no! Non ho un ragazzo, lui è il mio migliore amico>> poi ho arrossito pensando a Dean.
<<Ah, eccoci con la prima gaffe!>> ha scherzato.

Ho riso con lui, fingendo di non essermi accorta che aveva cambiato discorso.

<<Ma ti piace qualcuno. Ne sono certo. Sono ferrato in questo cose>> mi ha provocata, indirizzandomi un'amichevole gomitata alle costole. Ahia.

Ho esitato qualche secondo, incerta sul dirgli o meno della mia cottarella. <<Okay... Sì>> ho ammesso a malincuore. <<Aha!>> mi ha schernita lui puntandomi il dito contro.
<<Ma qui sto scomoda>> ho protestato alzandomi dalla sedia <<Andiamo in divano>>

<<Come vuoi tu, poi però mi parli di lui>> mi ha risposto ammiccando. Ho alzato gli occhi al cielo. <<Contaci, non vedevo l'ora>> ho annuito e lui ha messo il broncio.
<<Mi stai prendendo per il culo>> ha osservato.
<<Ma come siamo acuti ed educati>> ho ribattuto io correndo in salotto.

<<Un bravo padrone di casa guida l'ospite nel proprio salotto!>> ha gridato Dylan, ancora in cucina.
<< Scusami! Ed io che credevo che il mio ospite avesse dieci anni in più di me e che sapesse camminare!>> ho urlato di rimando, già spalmata sul divano. <<Sembri un bambino di cinque anni, vuoi che ti venga a prendere?!>> ho aggiunto sbraitando.

Non mi ero accorta che lui fosse già entrato nella stanza, così, quando con un salto è atterrato accanto a me, ho afferrato un cuscino e gliel'ho sbattuto sulla pancia. << Vuoi proprio farmi incazzare eh?>> mi ha chiesto ridendo. << È lo scopo della mia vita>> ho affermato, presa da una frivolezza mai provata prima. Lui è diventato improvvisamente serio ed io ho trattenuto il respiro.

Nobody Compares to YouWhere stories live. Discover now