1. Decisione presa (purtroppo)

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<< NO! No no no e no!>> sbraito lanciandomi sul letto e fissando mia madre con le sopracciglia più imbronciate possibile. << E se io scappassi di casa?>> riprendo in tono di sfida. Poi raccatto il primo cuscino che mi capita sotto mano e ci affondo il viso, rialzandosi poi per sentire la risposta.
<< Tesoro, so che non è proprio una cosa che ti fa piacere, ma->> non la lascio finire.
<<PIACERE?! VOI VOLETE CHE IO ABBIA UN BABYSITTER! Non sono una bambina di sei anni, se non te ne sei accorta. >> la mia ribellione finisce in un mugugno, perché mamma ha tirato fuori lo sguardo che mi mette sempre a tappeto.
"Bastarda
Giochi sporco eh?
Allora tocca a me"
<<Sono in piena adolescenza mamma, non puoi farmi questo. Potrei dare di matto!>> Ora la mia dimostrazione di indipendenza si è trasformata più che altro in un piagnucolare pietoso.
Il suo viso si intenerisce. Viene a sedersi sul letto.
<<Amore mio, so che per te è un momento di cambiamento radicale e ti capisco, mi ricordo che anche io alla tua età... >>
"Cavoli
Non avevo calcolato la ramanzina sull'adolescenza"
Mentre mamma comincia la sua tiritera, io parlo un po' di me.

Mi chiamo Melissa Spined, vivo in Dakota, per la precisione a Grand Forks. Mio padre, Dave Spined, è un chirurgo, come mia madre, Mia Castelli. Lei è italiana, si sono conosciuti durante un viaggio di mio padre in Sicilia e dopo sposati si sono trasferiti qui, nella città della mia famiglia paterna.
Ho quattordici anni e vado al primo anno della Red River High School. È una scuola abbastanza forte, a parte il fatto che bisogna studiare.

<<... sempre. Capito? Meli, tesoro, ci sei?>>
<<Ehm, sì certo>> mento, in modo poco convincente.
<<Bene. Comunque ricordati che questo è l'unico modo per me e papà di riuscire nel nuovo lavoro. È molto importante, e ci pagano molto di più che nell'ospedale precedente. Quindi, per piacere, potresti fare un piccolo sforzo, per noi?>> mia madre tenta di corrompermi accarezzandomi delicatamente i capelli. Sa che lo adoro. Non resisto.
"Al diavolo"
<< Con questi piccoli sforzi finirete per ammazzarmi>> borbotto, sconfitta.
<< Grazie, amore. Ce ne ricorderemo quando andremo in libreria. >> conclude con un occhiolino. Un bel libro nuovo. Questa si che è una bella prospettiva. Ma non sono ancora soddisfatta.
<< Adele può venire a dormire qui nel weekend? >>
<<Va bene>> sorride, aspettandosi un'altra richiesta. Non la deludo.
<<Per due notti? >> azzardo, mordendomi un labbro in attesa del verdetto.
Sospira. <<Andata>>
"Evvai!"
Sorrido trionfante ed entusiasta, pregustandomi la serata con la mia migliore amica più pazza. Mia madre smette di accarezzarmi, cerca di darmi un bacio sulla fronte ma io lo evito, non amo le grandi manifestazioni d'affetto. Così si alza ed esce dalla stanza.
Mi lascio cadere sulla miriade di morbidi cuscini che tappezzano il mio letto a due piazze.
"Ah, finalmente posso stare in santa pace con una persona che mi capisce, che ha problemi come me
Un attimo
Babysitter?! "
Mi ricordo solo in questo momento del perché mia madre è stata così propensa ad accettare le mie richieste. Non ci voleva.
"Ho quattordici anni
E un babysitter
Non suona male
...
Ma chi voglio prendere in giro"
È una cosa veramente imbarazzante. Chissà che faccia farà Adie, mi prenderà in giro a vita.
Prendo Deedee, la mia adorabile gattina,tra le braccia e la poso dolcemente sulle gambe.
Non riesco a togliermi dalla testa quella parola.
Babysitter
La parola stessa lo sprizza da tutti i pori: è per i bambini.
Baby
"E che cavolo"

Mi sto veramente surriscaldando, così metto giù Deedee, temendo di poterla lanciare o strizzare come una spugna a causa della mia stizza.
Poi Leo mi chiama.
"Ti ringrazio Leo, mi hai salvata dall'impazzire
O peggio
Dall'uccidere Deedee"
Premo il pulsante verde e ridacchio per l'ennesima volta guardando come si è salvato: "Il tuo sexy bro è il più figo. Amami"
<< Pronto? Ehi bro>>
<<Come butta Mimì?>>
Alzo gli occhi al cielo. È l'unica persona al mondo che mi chiama così e lo fa solo per un motivo: sa che odio quel soprannome.
Leo Koudan è il mio migliore amico dalle elementari. È una persona fantastica, a modo suo. È divertente, ingegnoso e a volte, anzi molto spesso, un po' cretino. Io e Adie dobbiamo tirarlo spesso fuori dai guai, lei di più, essendo la sua ragazza da circa due mesi.
Leo ha degli splendidi capelli color rame e ricci, gli occhi "cioccolatosi" ed è, per una qualche ragione sconosciuta, perennemente abbronzato.
<< Allora, cosa c'è? >> chiedo, ansiosa di arrivare dritta al punto. Sono un po' preoccupata. Infatti solitamente, quando ha qualcosa da dirmi, Leo si presenta alla porta di casa mia, suona e quando qualcuno va al citofono immancabilmente dice "un pacco di bellezza in consegna per la signorina Mimì".
<<Niente di che, mi dispiace deluderti.>> risponde, mettendomi sulle spine.
<<Mmhm, quindi?>> insisto, mordendomi il labbro.
<< Adele mi ha rotto una gamba>> spara lui.
<<Coosa?! >>
<<Non l'ha fatto di proposito ovviamente, è la mia gattina. >> puntualizza.
"Certo
La sua gattina
Ieri era il suo panda rosa o sbaglio?"
<<Siete due disastri>> sbuffo, <<Come è successo? >>
<<Allora, eravamo a casa mia e stavamo guardando un film sul divano>> comincia lui.
"Ah
Ecco
La tipica scena del crimine
Un divano"
<<Ad un certo punto>> continua il mio amico, <<Adie mi ha lanciato un popcorn e io, per prenderlo al volo mi sono sporto un po' troppo. Mentre cadevo ho preso il braccio di Adie - perché, sai, ci siamo promessi di fare ogni cosa insieme- e lei mi è caduta sopra alla gamba. Il dottore ha detto che era in una brutta posizione e quindi si è rotta. >> conclude.
<<Leo, solo tu puoi romperti una gamba cadendo da un divano>> rido e intanto blocco con un gamba il passaggio a DeeDee, che sta tentando la fuga.
<<Lo so,>> risponde compiaciuto, <<ed è per questo che mi adori>> afferma.
In quel momento sento mia madre che mi chiama per pranzare.
<<ARRIVO!>> grido, cercando di farmi sentire dai miei. Poi concludo la chiamata.
<<Devo andare, salutami Adie, baci>>
<<Okay, ciao. A domani. Prega per la mia gamba!>>
Chiudo la chiamata e osservo il display sovrappensiero.
"Una gamba
Bah"
Poi mi reco in sala da pranzo, scuotendo la testa al pensiero della decisione dei miei.

_Spazio autrice_

Ciaoo! ❤

Ho deciso di iniziare questa storia, perché avevo questa trama in testa da tantissimo tempo e ora proverò a metterla a punto. Se vi è piaciuto questo primo capitolo, mettete una stellina in modo che io lo capisca! Se trovate degli errori non esitate a segnalarmeli nei commenti! Baci_


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