Mi chiamo Mia Tedeschi, ho diciannove anni compiuti da qualche giorno e mi trovo a Seul, la capitale della Corea del Sud, a causa dell'amore platonico di mia sorella Sara per un gruppo K-pop famoso in tutto il mondo: i Bangtan Sonyeondan o Bangtan Boys o semplicemente BTS. La mia sorellina, una quindicenne tutto pepe, era una fan sfegatata di questa boyband e in particolar modo impazziva per Kim Taehyung, il suo più grande amore, conosciuto col nome d'arte "V", che poi sarebbe uno dei sette ragazzi che compongono la band. Tra suoi sogni da adolescente, c'era ovviamente quello di incontrare i suoi idoli e non solo, mia sorella, da quando seguiva il K-pop, non faceva altro che desiderare di diplomarsi al più presto per potersi trasferire in Corea e frequentare un'università a Seul. Diciamo che la passione per l'Asia ci accomunava, anche il mio desiderio più grande è sempre stato quello di poter vivere in questo continente, ma non in Corea del Sud, bensì in Giappone. Mi sono diplomata al liceo linguistico di Roma e sì, anche se non mi sono mai inscritta all'università per poter proseguire con gli studi delle lingue orientali, ho cercato di imparare il giapponese da autodidatta, non che abbia raggiunto il livello di madrelingua, ma qualcosa adesso so dirla. Ho cominciato ad innamorarmi del paese del Sol Levante all'età di undici anni, quando ho letto il mio primo manga e da lì, tutto è degenerato: ho comprato un'infinità di fumetti giapponesi e guardato innumerevoli anime, ho letto decine e decine di libri sulla storia e la cultura del Giappone, ho visto film, ho partecipato a diverse fiere del fumetto, ho realizzato diversi costumi per impersonare qualche personaggio del mondo dei cartoni nipponici e ho a lungo desiderato poter un giorno visitare le maggiori città giapponesi come Tokyo, Kyoto e Osaka. Dopo aver conseguito il diploma, non ho fatto altro che mettermi a lavorare per racimolare qualcosa da poter utilizzare poi per la realizzazione del mio sogno e lo stesso ha fatto la mia amica Viola, che condivide con me il mio stesso desiderio; a noi non basta più poter fare un viaggio nel paese del Sol Levante, noi vogliamo trasferirci là, trovare un lavoro, sposare un giapponese e vivere la vita che abbiamo sempre sognato, sin da piccole. Ho mandato in frantumi non solo il mio sogno, ma anche quello di Viola perchè ho speso tutto ciò che avevo da parte per questo viaggio a Seul. Con Viola avremmo dovuto realizzare il nostro sogno insieme ma adesso devo ricominciare da capo, devo trovare un lavoro qui e mettere da parte la somma necessaria per poter andare a Tokyo, ma Viola non è arrabbiata con me, niente affatto, lei sa perchè ho sacrificato la realizzazione del mio desiderio: intendo prima coronare il sogno di mia sorella. Sara è morta all'inizio di quest'estate e non avrà mai più la possibilità di venire a Seul o di incontrare i BTS, non potrà studiare qui, vivere qui e gioire per il solo fatto di aver parlato con Kim Taehyung. Sembra un'impresa impossibile quella di poter riuscire ad avvicinarsi a degli idoli di fama mondiale come loro, ma io ci riuscirò, lo devo a Sara, in fondo è colpa mia se lei non c'è più.

Afferro i miei bagagli e mi faccio coraggio per spingermi sino all'ingresso di questo palazzo, mi sento terribilmente a disagio, so che qui non c'entro niente, mi sento terrorizzata all'idea di dover rimanere per un pò in questa città così estranea per me, tentarle tutte per incontrare i BTS e comunicare a Taehyung che in Italia aveva una piccola grande fan che lo adorava, ma ce la devo fare. Varco la porta dell'edificio, l'uomo della sicurezza mi blocca, chiedendomi qualcosa in coreano, non capisco una parola di quello che dice così tento di spiegargli in inglese quali sono le mie intenzioni, il viso dell'uomo si rilassa e mi indica il punto che devo raggiungere, io annuisco ma lui mi ferma ancora una volta, non posso portare i trolley con me; "può tenerli lei finchè le audizioni non giungeranno al termine?" chiedo gentilmente in inglese, l'uomo annuisce e mi assicura che li custodirà finchè non avrò terminato con il provino, lo ringrazio e vado. Fuori dalla sala delle audizioni c'è un sacco di gente, per lo più ragazze, tutte sono in ansia, molte parlottano tra loro in attesa del loro momento, molte invece se ne stanno in silenzio attendendo che i provini abbiano inizio. Nessuno ha i tratti occidentali e solo questo basta a scoraggiarmi e per un momento penso di andarmene subito da qui, ma no, non posso. Il cellulare mi vibra in tasca, indosso ancora i jeans e mi rendo conto che dovrei cambiarmi, indossare un body, una calzamaglia, insomma, qualcosa di adatto per ballare, ma intanto controllo il telefono e mi accorgo che quello che mi è appena arrivato è un SMS di Viola: "sei la migliore ballerina che io conosca, dacci dentro" dice e sorrido, mandandole un cuore come risposta. In Italia ho praticato danza sin da piccolissima, all'inizio di questa estate da poco conclusa, la mia scuola di danza ha tenuto il suo ultimo saggio e a adesso, a settembre, avremmo dovuto ricominciare con le prove per allestire il prossimo spettacolo, quello invernale, perchè ne organizziamo due l'anno, a giugno e a dicembre e dietro ognuno di essi c'è un lavoro enorme di coreografie, musiche, scenografie e costumi; questa volta, per la prima volta dopo anni, io non ne prenderò parte, non sarò nemmeno a Roma. Ballo dall'età di cinque anni, praticamente da sempre e ho partecipato a diverse competizioni che mi hanno portata in giro per l'Italia, in seguito ad alcune delle quali ho vinto persino alcuni premi. Da quando ho letto il libro e poi guardato il film "Memorie di una Geisha", ho deciso che tipo di mestiere avrei svolto una volta stabilitami in Giappone: avrei fatto di tutto per diventare un'attrice del teatro Kabuki, in questo tipo di teatro, la recitazione si mescola alla danza e avrei voluto dedicare la mia vita a questo, nella città che adoro, ma non mi trovo a Tokyo in questo momento, sono a Seul e mi hanno appena assegnato un cartellino con una cifra scritta sopra, sarò la candidata numero 123 da esaminare. La Big Hit sta tenendo delle audizioni per rinnovare il proprio corpo di ballo, prima di me vedranno 122 ballerini e dopo di me molti altri, non ho grandi possibilità e non perchè non credo nelle mie capacità, ma perchè è presente davvero tanta gente. Non so se verrò scelta, non sarebbe mai stato questo il mio obiettivo, non mi interessa particolarmente entrare a far parte di questa azienda artistica ma da qualcosa devo pur cominciare per poter fare soldi e poi, se venissi selezionata, aumenterebbero le mie possibilità di incontrare i BTS. Sto correndo un pò troppo con la fantasia, nulla ancora è stato deciso, io non ho provato nessun numero nel quale esibirmi, vorrà dire che mi toccherà improvvisare. Mi sento molto agitata, comincio ad avere caldo e la tentazione di mollare tutto e scappare via è tanta, vorrei ritornare indietro nel tempo e non essere mai venuta, vorrei riprendere l'aereo, tornare in Italia e fare finta di non essere mai atterrata a Seul, ma poi penso a Sara e a quanto le devo, decido di calmarmi e di concedermi un tentativo. Lei mi guarda da lassù, ne sono sicura, non ho mai creduto in questo genere di cose, ma quella che sento è una certezza, la sicurezza che lei sappia quello che sto facendo, che lei sappia che voglio renderla felice e realizzare il suo sogno ed è per questo che le preoccupazioni mi lasciano un pò in pace, lei sarà accanto a me durante la mia esibizione e le cose andranno come devono andare. Non mi fermerò di certo semmai dovessi ricevere la porta chiusa in faccia.

 Non mi fermerò di certo semmai dovessi ricevere la porta chiusa in faccia

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