Capitolo 14

621 52 131
                                    

Alexandra

Il tepore delle sua bocca mi fa cedere le gambe.
La mia lingua, prima che la mia mente possa rendersi conto di tutto ciò, segue i movimenti della sua.
Geme dal sollievo e io cerco di spingerlo via, nonostante abbia bramato per molto le sue labbra, dopo la prima volta.
Mi afferra i polsi con una sola mano e se li tiene stretti al petto, mentre continua a baciarmi.
Mi dibatto per liberarmi, ma la mia bocca continua a muoversi con la sua.
La delusione dentro di me inizia a dissolversi e le mie mani si rilassano.

La delusione dentro di me inizia a dissolversi e le mie mani si rilassano

Oops! Bu görüntü içerik kurallarımıza uymuyor. Yayımlamaya devam etmek için görüntüyü kaldırmayı ya da başka bir görüntü yüklemeyi deneyin.

Non posso farlo.
È sbagliato, ma è bellissimo.
Ma rimane comunque sbagliato;

Mi tiro indietro e giro la testa per non farmi baciare.
‘No’, dico fermamente.
‘Alex io…’
‘No, Jude, io devo andare.’
Mi lasciai polsi, guardandomi sconcertato. ‘Dove?’
‘Non sono affari che ti riguardano. Smettila di fare così.’ Faccio una breve pausa e concludo: ‘Sappi solo che prima della tua irruzione stavo per uscire con Bryce.’
Sul suo viso compare una smorfia. ‘Dillo, Alexandra.’
Sono confusa; cosa dovrei dire?
Come se mi avesse letto nel pensiero, mi risponde: ‘Se riesci a guardarmi negli occhi e chiedermi di lasciarti in pace e smetterla di fare così, ti ascolterò. Te lo giuro, da oggi in poi non mi avvicinerò più a te e ognuno di noi continuerà con la propria strada. Devi soltanto dirmelo.’
Apro la bocca per dirgli esattamente quelle parole.
Di starmi lontano, di non farsi più vedere, ma esse non vogliono uscire.

Si avvicina, bisbigliando: ‘Dimmelo, Alex

Oops! Bu görüntü içerik kurallarımıza uymuyor. Yayımlamaya devam etmek için görüntüyü kaldırmayı ya da başka bir görüntü yüklemeyi deneyin.

Si avvicina, bisbigliando: ‘Dimmelo, Alex.’ Poi mi tocca.
Fa passare un dito sulla clavicola e poi su e giù per il collo, ed immediatamente mi viene la pelle d’oca.
Le sue labbra sono ad un centimetro dalle mie.

Chissà che direbbe Bryce se ci dovesse vedere in questo momento...
Bryce!
Di colpo riacquisto la lucidità persa.
‘Jude, smettila…’ Sussurro disperata, ma non riconosco la mia voce.
È rauca, cavernosa. Ho la bocca secca.
E il rasta non sembra volersi fermare con questa piacevole tortura.
‘Jude, basta! Penso che tu debba andare...’, scandisco a voce più alta e lui arretra di qualche passo, imprecando a bassa voce.
‘Devi andare da lui, non è così?’ Indica una porta con un movimento del capo, facendo un chiaro riferimento a Bryce.
Decido di non rispondere alla sua domanda: deve imparare a farsi i fatti suoi.
Al mio silenzio si sporge verso di me, cercando di parlare, ma mi scanso; e noncurante del fatto di lasciarlo da solo, cammino verso una stanza situata dall’altra parte del corridoio.

Mi sdraio sul letto della mia camera senza sapere cosa fare, e quando sento la porta chiudersi con un rumoroso tonfo capisco che se n’è andato.
Un vuoto si propaga nel mio petto, ma decido di ignorarlo.
Pochi minuti dopo Bryce bussa alla porta.
‘Avanti’, dico in un sussurro.
Il ragazzo entra e si siede accanto a me, sufficientemente vicino per darmi conforto, ma altrettanto lontano per darmi il mio spazio, com’è nel suo stile.
‘Vuoi parlarne?’ chiede in tono gentile.
Annuisco e sorrido confortata, anche se non può vedermi.

Ripete tutta la storia fa un po’ male, ma sfogarmi con Bryce è liberatorio

Oops! Bu görüntü içerik kurallarımıza uymuyor. Yayımlamaya devam etmek için görüntüyü kaldırmayı ya da başka bir görüntü yüklemeyi deneyin.

Ripete tutta la storia fa un po’ male, ma sfogarmi con Bryce è liberatorio.
So che non verrò giudicata, ed in qualche modo mi fa sentire bene.
Mi ascolta immobile come una statua e non riesco a capire cosa pensi.
Vorrei sapere che opinione ha di me, adesso.
Quando finisco di raccontare, silenziosamente si alza in piedi e si gira verso di me: ‘Ti lascio riposare un po’. Io sto uscendo, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi.’ Accenna un sorriso e fa per andarsene.
C'è qualcosa che non va: sembra calmo, fin troppo.
Annuisco, anche se un po’ confusa, salutandolo con un bacio sulla guancia.
Guardo la sua schiena scomparire dietro la porta, per poi rimettermi a letto, cercando di reprimere tutti quei pensieri, che mano a mano si stanno facendo sempre più soffocanti.

Bryce

Mentre cammino –inutilmente, direi- da ormai quasi un’ora, decido di fare una pausa, fermandomi al parco.
Del moscone, nemmeno l’ombra.
Ero uscito con l’intento di parlargli in modo civile, ma se l’è data a gambe.
Rifletto, pensando alle parole di Alexandra.

Nonostante non abbia versato una lacrima, era palese che stesse cercando di sconfiggere una battaglia dentro di se.
Ho visto i suoi occhi, quando ha baciato il moscone; erano l’esatto opposto di quando parlava.
Prima erano stati attraversati da una scintilla –probabilmente di passione-, dopo,durante il suo racconto, erano cupi, inespressivi, quasi sofferenti aggiungerei.

Decido di sedermi su una panchina, e in quell’esatto istante noto la figura di un ragazzo crestuto, che credo si chiami Caleb Stonewall.

‘Ei Stonewall!’ lo richiamo urlando.
Egli Si gira, guardandosi intorno confuso, fino a quando non mi vede.
‘Il mitico Bryce Whitingale. Qual buon vento ti porta qui?’ Si avvicina con un ghigno, strafottente.
‘Senti, devo chiederti un favore, per caso hai visto Sharp passare di qui?’ Non so perché lo sto chiedendo proprio a lui, ma il mio sesto senso -che non sbaglia mai- mi dice che lui l’ha visto e sa dove si sia diretto.
Caleb mi guarda stranito, ma con un cenno della mano, mi fa capire che la risposta alla domanda è affermativa: ‘Stava andando alla Torre Inazuma, ma perché ti interessa tanto?’ Lo guardo male.
Certo che è proprio un ficcanaso.
‘Non ti dovrebbe importare; comunque grazie per l’informazione, ci vediamo.’
Velocemente esco dal parco, recandomi nel posto indicatomi dalla testa d’ananas.

Arrivato alla Torre, scorgo la figura della persona che stavo cercando, che però non si è ancora accorto di me.
‘Sharp.’ Lo richiamo.
Lui si gira, visibilmente sorpreso.
‘Cosa vuoi Whitingale, quella ha cacciato anche te?’
Non capisco… sta per caso parlando di Alexandra?
‘Prima di tutto “quella” ha un nome, poi ero venuto a cercate proprio te.'
Al suono delle parole fa un'espressione strana.
‘E di cosa, sentiamo.’
Mi siedo a terra, godendomi il leggero venticello freddo, che segna l'arrivo di un gelido inverno.
‘Di Alexandra, ovviamente.’ Sbuffa.
‘Hai solamente sprecato tempo, non mi interessa un bel niente di lei.’
Mi liquida con un gesto della mano.
‘Perché ti ostini a fare così?’ ‘A fare che cosa, di preciso?’ ‘A far finta che non ti importi di lei.’
Rimane interdetto per qualche secondo dalle mie parole, come se ci stesse ragionando su, ma poi si alza di scatto, ringhiando: 'Ma perché fai così te?! Le stai sempre appiccicato. Ficcati in quella testa che per lei non sei nessuno, se non un amico. Chi ti dà il diritto di venire qua e farmi la paternale?!' Sorrido compiaciuto. Adesso ho le risposte che cercavo.
Guardo Jude, che è parecchio su di giri, e prima di alzarmi ed andarmene, dico:' Ne ho tutto il diritto: lei è mia sorella.'

Spazio Autrice.

Ciao ragazzi! Scusate per il capitolo un po' lungo. É stato davvero difficile farlo, ma devo dire che più o meno sono soddisfatta.
Abbiamo scoperto che Bryce SA di essere il fratello di Alex, MA aspettatevi dell'altro nel prossimo capitolo, perché qualcuno potrebbe aver sentito qualcosa👀
vi voglio bene♡

Poli opposti - Jude SharpHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin