Capitolo 4

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Alexandra

Sono passate quasi tre settimane dal mio arrivo. Grazie all'aiuto di Silvia, Celia e della squadra sono riuscita ad ambientarmi piuttosto bene, all'inizio con quest'ultima ero abbastanza acida, ma conoscendoli meglio mi sono dovuta ricredere, sono tutti simpatici e mi trattano bene, specialmente Jordan, con lui ho instaurato un ottimo rapporto e mi tratta come una sorella. Non posso dire la stessa cosa di Jude: con lui è tutto l'opposto, tra di noi spesso ci sono battibecchi e litigi anche per cose inutili e ogni pretesto è buono per istigarci a vicenda, non che la cosa alla fine mi dispiaccia più di tanto.

Proprio quando sto per attraversare l'uscio della porta della classe per tornare a casa, Mark corre nella mia direzione 'Alex aspetta!' 'Ciao anche a te Mark, che succede?' 'So che già hai detto di no parecchie volte, ma ti volevo chiedere se avessi intenzione di entrare nel club di calcio' prima che lui possa soltanto dire un'ulteriore parola lo interrompo con un cenno della mano 'Cavolo Mark te l'ho già detto molte volte, come te lo spiego che la risposta sarà sempre la stessa?' il capitano è da quando è stata svolta la partita, che con insistenza mi prega di entrare a far parte della squadra, ma a parte partecipare a qualche allenamento occasionale per stare con Jordan o per aiutare le ragazze, mi sono ripromessa di smettere con la carriera calcistica.

Nel momento in cui Evans sta aprendo bocca, spunta dal retro proprio l'ultima persona che avrei voluto vedere: Jude. 'Sharp stavi per caso origliando?' 'Questo non ha importanza. Perché non vuoi giocare? Hai per caso paura?' 'La parola paura e il mio nome sono due rette parallele che non si incontreranno mai; saranno cazzi miei se mi rifiuto di giocare, no? A quest'ora ti avrei già stracciato, non te l'ho detto ma anche io sono una regista, oltre ad essere un'attaccante' 'Ma è fantastico! Con voi due in campo diventeremo imbattibili!' la spensieratezza con cui Mark esprime la sua gioia mi fa sorridere malinconicamente, ha il suo stesso sorriso... Solo a ricordala i miei occhi si inumidiscono e vedo il volto dei due ragazzi di fronte a me preoccuparsi, mi scuso e corro via -ignorando il loro richiamo- il più lontano possibile, cercando anche di sfuggire –inutilmente- dai miei mostri interiori.

Corro senza meta, arrivo in un boschetto, le gambe stanno tremando come gelatina, mi accascio a terra e urlo, urlo come non mai, essere consapevole del fatto che quella persona non c'è più a causa tua è uno strazio, non avrei mai voluto parlare di lei al passato. 'È solo colpa mia, sono un disastro' mi continuo a ripetere incessantemente;

Solo dopo essermi iniziata a calmare mi inizio ad accorgere che è iniziato a piovere, il cielo grigio rispecchia il mio attuale stato d'animo che, da quell'accaduto, mi ha accompagnata per circa un anno, la pioggia, invece, rispecchia le mie lacrime. Il tempo è lo stesso di quel fatidico giorno, mi sembra di tornare lì.

Flashback

'No, ti prego non lasciarmi, abbiamo ancora tante cose da fare, ricordi? Sta arrivando l'ambulanza' dico tra le lacrime, mentre afferro il suo volto pieno di sangue 'So che stai pensando Al, non è colpa tua, pensa a me con un sorriso sulle labbra, ricorda i bei momenti, non questo, promettimelo. Ti voglio bene' vedo i suoi occhi che lentamente si chiudono e la frase man mano diventa solo più un sussurro. 'Ti voglio bene anche io, te lo prometto sorellina' sorreggo il suo corpo ormai inerme e bagnato, poco prima dell'arrivo dell'ambulanza.

***

Mi chiedo come un semplice gesto si possa incastrare nella propria mente e non riuscire più ad uscirne, non ho mantenuto la promessa, non l'ho mai fatto, ho creato dei muri intorno a me, che i miei amici sono riusciti a scavalcare, ma quei muri non servono a niente se è da noi stessi che dobbiamo difenderci. Questa sofferenza però mi sta logorando.

I miei pensieri scorrono velocemente, ma vengono interrotti da alcuni passi, questo vuol dire che non sono sola.

Mi volto e li vedo: Mark, Jordan e... Jude? Mi chiedo perché sia venuto fin qui. 'Che ci fate qui? Andate via!' urlo, ma questa volta di rabbia, non so nemmeno io il perché 'Che ti succede Alex?' chiede Jordan. Li osservo, siamo bagnati fradici, ma in questo momento non sembra importargliene; il loro sguardo trasmette compassione.

Non gli rispondo, sento per l'ennesima volta l'arrivo delle lacrime e, inutilmente, con la vista appannata, cerco una via di fuga, faccio alcuni passi in avanti ma cado, chiudo gli occhi e aspetto l'impatto con il terreno umido, ma non succede, in...

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Non gli rispondo, sento per l'ennesima volta l'arrivo delle lacrime e, inutilmente, con la vista appannata, cerco una via di fuga, faccio alcuni passi in avanti ma cado, chiudo gli occhi e aspetto l'impatto con il terreno umido, ma non succede, invece vengo avvolta da due calde braccia. E lì do il via libera ad un'ulteriore sfogo, dando continui pugni sul suo petto per la frustazione: non mi sono mai fatta vere così vulnerabile. Lui non emette un suono, la sua mano mi accarezza i capelli dolcemente e con fare rassicurante. Alzo la testa verso colui che mi ha "salvata" dalla caduta, inutile dire che è l'ultima persona che mi sarei aspettata di ritrovare. 'J-Jude' dico tra le lacrime.

Spazio Autrice

Ciao ragazzi! Come avete potuto notare Alex si da la colpa di un incidente accaduto l'anno prima, ossia quando era ancora in America. 
Secondo voi che è successo? Fatemelo sapere nei commenti e lasciate una stellina!

Poli opposti - Jude SharpWhere stories live. Discover now