Capitolo 43

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Thomas passò tutto il pomeriggio a scavare una buca che fosse abbastanza grande e profonda per poter contenere il corpo esile di Ashley.
Scavava sempre più a fondo mentre le lacrime gli cospargevano il viso.
Gli sembrava impossibile che fosse morta proprio lei.
Non aveva avuto il tempo di dirle quello che provava ne tanto meno di farglielo capire.
Ashley era sempre stata innamorata di Kyle e Thomas pensava che lei mai avrebbe potuto pensare a lui ma ora si sentiva un idiota.
Avrebbe dovuto dirle tutto.
Avrebbe dovuto dirle che l'amava e che sin dal primo giorno in cui l'aveva vista mettere piede in mensa era diventata il suo pensiero fisso.
Quando la buca fu pronta, buttò la pala a terra e si asciugò il sudore dalla fronte.
Si diresse in casa, guardò l'orologio appeso nel soggiorno che indicava le 16.
Corse nella sua stanza e si lavò dalla terra e dal sudore.
Poi si vestì di nero pronto per seppellire Ashley.
Si diresse nella stanza di quest'ultima e sussultò quando la vide indossare quel vestito.
Lo aveva indossato alla festa per l'inizio dell'anno scolastico.
Si ricordava perfettamente quella sera.
L'aveva osservata tutto il tempo e il solo fatto di essere riuscito a salutarla gli migliorò la serata.
Era come se lei riuscisse a portare la luce dentro di lui.
Sebbene ci avesse parlato raramente con lei, a lui era bastato osservarla per poterla capire e comprendere a pieno.
Era dolce e generosa.
Avrebbe fatto di tutto per le persone a lei care.
Si chiese se lei tenesse anche a lui.
<Ho finito di scavare.> disse volgendo il suo sguardo su Angel che nel frattempo si era cambiata indossando un abito nero.
Lei sorrise, strinse la mano ormai fredda di Ashley.
<Devi lasciarla andare.> le disse.
Lei annuì e si alzò.
Thomas prese Ashley in braccio.
Gli faceva ribrezzo toccare un cadavere ma quello non era un semplice corpo senza vita.
Percorse le scale lentamente, Angel gli aprì la porta permettendogli l'uscita.
Erano già tutti lì fuori pronti per la sepoltura.
Kurt e James lo aiutarono a mettere il corpo di Ashley nella buca.
Si passarono la pala a turno.
Quando la ricoprirono completamente rimasero in silenzio per qualche minuto.
Ognuno buttò una rosa rossa sulla tomba.
Angel era in lacrime mentre Thomas era stranamente silenzioso.
Sembrava aver metabolizzato il tutto ma la verità era che stava morendo dentro.
Finita la commemorazione tornarono tutti all'interno della casa.
Si sedettero in salotto.
<So che non è il momento giusto ma sta sera la Resistenza arriverà a prenderci quindi preparate le cose.>li avvisò Kurt prima di recarsi in camera sua.
Tutti lo imitarono e si diressero nelle proprie stanze.
Thomas si recò nella stanza di Ashely.
La ispezionò da cima a fondo.
Sentiva ancora il suo profumo ma forse solo perché ormai era impresso nella sua mente.
Apri l'armadio della ragazza e prese uno degli elastici che si metteva nei capelli.
Se lo mise al polso, in questo modo l'avrebbe portata sempre con se.
Poi si diresse nella sua stanza e mise tutta la sua roba in un borsone.
Si recò nuovamente nel salotto e lasciò il suo borsone accanto al camino.
Dovevano raccogliere della legna sennò la notte sarebbero morti di freddo.
Quando scesero tutti nuovamente Thomas li avvisò del fatto che la legna era terminata.
<Ci penso io!> esclamò Angel.
Probabilmente si propose per poter uscire a prendere un po' d'aria e distrarsi dalla morte di una delle sue migliori amiche.
<Io e James ti accompagniamo.> disse Jess.
<Non metteteci troppo, potrebbe essere pericoloso.> li avvisò Kurt.
Senza badare troppo alle parole di Kurt, uscirono in fretta.
Angel aveva il passo decisamente veloce rispetto al solito.
Era come se per tutto quel tempo fosse rimasta bloccata.
Si piegò e incominciò a raccogliere dei rametti non troppo pesanti.
<Cazzo!> esclamò Jess dopo aver perso l'equilibrio.
<Che imbranata, santo cielo! Sta' più attenta.> la rimprovererò James.
<Sei sempre il solito scorbutico.> disse lei sbuffando.
<Se tu prestassi attenzione a quello che fai non rischieresti di fare mille casini.>
Angel alzò gli occhi al cielo, quei due passavano il loro tempo a battibeccare.
<Oh ma per piacere! Perché non ti fai gli affari tuoi?>
<Perché sai benissimo che se cadessi poi dovrei pensarci io a prendermi cura di te riportandoti a casa in braccio, principessina.>
<Sei insopportabile!> sbraitò Jess.
Angel si bloccò di colpo.
C'era qualcosa che non andava.
Sono qui.
Dovete andarvene.
Le voci nella sua testa erano confuse e diventavano sempre più forti.
<Basta!> urlò dal nulla.
Jess si avvicinò a lei.
<Che succede?> le chiese James mantenendosi a distanza e tirando indietro per un braccio Jess.
<Sono qui.> disse voltandosi verso di loro.
Improvvisamente si sentirono delle esplosioni fortissime.
Angel si buttò a terra senza pensarci due volte e si coprì le orecchie.

MONSTER - L'inizioWhere stories live. Discover now