Capitolo 1

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Angel si risvegliò in una stanza completamente bianca.
Era luminosa e premurosamente ordinata, tutto era al suo posto a partire dai medicinali negli scaffali fino ad ogni singola penna sulla scrivania.
Percepì un gusto strano in bocca, simile a quello del ferro, e sentì un forte prurito sul collo, faceva quasi male.
La luce che filtrava dalla finestra non riusciva a farle mantenere gli occhi aperti.
Sentì un odore fastidioso,sembrava disinfettante, ma non ne era certa.
La stanza si rabbuiò e fu in quel momento che si accorse della presenza di una donna nella stanza.
I capelli biondi erano raccolti in una coda che pareva davvero stretta e intorno agli occhi scuri aveva delle piccole rughe, doveva avere circa quarant'anni.
Aveva un viso amichevole,quasi dolce.
La donna le sorrise, Angel si mise a sedere.
Si guardò meglio intorno.
Nella stanza c'erano solo tre lettini.
Si chiese come avrebbero fatto se fosse successo qualcosa di grave, i lettini non sarebbero bastati.
La testa le stava esplodendo.
<Ti sei svegliata, finalmente.> esclamò.
Portava un camice molto lungo e nella tasca destra teneva infilate due penne.
Angel annuì confusa prendendosi la testa fra le mani.
<Ti ricordi come ti chiami?> le chiese sorridendole.
I suoi ricordi erano annebbiati, fece fatica a ricordarsi il suo nome.
<Angel.> rispose titubante.
<Perfetto e ti ricordi nient'altro di te e del tuo passato?>
Fissò per vari minuti il vuoto e si rese conto che i ricordi erano completamente spariti dalla sua memoria.
Era come se il vuoto, il nulla più totale di fosse impossessato della sua mente.
<No. Dove mi trovo? Che cosa mi é successo?> chiese grattandosi il retro del collo che non aveva smesso di pruderle da quando si era risvegliata.
<Calmati, adesso sei al sicuro. Ti trovi alla Hollister's Academy, un posto dove potrai sviluppare i tuoi poteri e non sappiamo cosa ti sia successo, ti abbiamo trovata svenuta per strada.>
<Poteri? Sono una specie di sensitiva?> chiese in tono sarcastico.
<Oh tesoro, questo devi dircelo tu.> disse appuntando velocemente qualcosa sul bloc-notes.
<Ma io non ne ho la minima idea, dottoressa...> si fermò a leggere il nome sul cartellino <Mccartney.>
<Beh,non preoccuparti. C'è tempo per capirlo. Ora ti accompagno nella tua stanza.>
La dottoressa sembrava voler evitare tutte le mille domande che Angel voleva porle.
<Ma sono in una specie di college?> chiese guardandosi attorno.
Notò una libreria al fondo della stanza,ma non riusciva a leggere i titoli dei libri, erano distanti.
Si chiese che senso avesse avere una libreria dentro l'infermeria.
<Si, diciamo di si.> disse la dottoressa chiudendo il blocchetto e poggiandolo sulla scrivania.
Angel si alzò dal lettino e aprì la porta mentre la dottoressa le faceva strada lungo il corridoio.
Le pareti erano di un colore freddo,simile al marmo.
Scelta insolita di colori per una scuola.
Le venne la pelle d'oca, aveva freddo nonostante le finestre fossero serrate.
Arrivarono alla fine del corridoio e la dottoressa le disse di salire le scale.
<Seconda porta a destra. E non sbagliare.> esclamò prima di andarsene.
Angel salì le scale titubante,erano strette e di pietra,e si diresse verso la seconda porta.
Era di color rosso, si guardò attorno, la porta di ogni stanza aveva un colore diverso.
L'aprì ed entrò.
La stanza era buia, accese la luce e si accorse di quanto fosse spoglia.
Conteneva due letti, due comodini, due scrivanie e due armadi, era mancante del bagno.
Scelse il letto di sinistra e si sdraiò sopra.
Il contatto con le lenzuola fredde le fece accapponare la pelle.
Cercava di ricordare qualcosa ma la sua mente si oscurava.
La porta si spalancò all'improvviso e sulla soglia apparve una ragazza bionda, era snella e abbastanza alta, occhi color nocciola.
Il neo accanto all'occhio la colpì particolarmente.
La sua postura era composta, quasi in modo esagerato.
Angel si sedette mantenendo la schiena dritta per non sentirsi a disagio.
<Avevano detto che erano stanze singole.> esclamò la ragazza e sbuffò.
Lasciò le valigie a terra e successivamente chiuse la porta alle sue spalle.
Si sedette sul letto con delicatezza come se non volesse stropicciare la coperta.
<Come ti chiami?> mi chiese guardandosi le unghie tinte di un rosa chiaro, molto naturale.
<Angel, tu?> disse tentando di mostrarsi cortese.
<Ashley.> fece un pausa <Tu ti ricordi qualcosa oltre al tuo nome?>
Angel rimase spiazzata dalla sua domanda, non avrebbe mai immaginato che le avrebbe chiesto subito un'informazione del genere.
<No.> rispose Angel, i muscoli diventarono tesi e l'ansia si fece largo in lei.
<Penso che ci abbiano fatto qualcosa.> ipotizzò la biondina finalmente rivolgendo lo sguardo ad Angel.
Ashley era una ragazza dal carattere forte, sfacciata e quasi impertinente.
<Quanti anni hai?> le chiese la rossa ignorando le sue parole.
<18.> rispose spostando lo sguardo su di lei.
<Anche io.> fece una pausa per pensare <Non lo so. Per ora mi fido di loro.>
Non era vero, Angel era terrorizzata da quella situazione ma non voleva farlo a vedere.
<Beh, ci si vede. Prima ho visto un biondino niente male.> disse per poi uscire dalla stanza.
Angel si stese sul letto e iniziò a respirare profondamente.
Cosa stava succedendo?
Dove era finta?
Perché era lì ?
Tante domande senza risposta ma di una cosa era certa,voleva tornare a casa ovunque essa di trovasse.
Magari i suoi genitori sarebbero stati in grado di farle tornare i ricordi.
Si alzò senza voglia e sistemò le sue cose nella stanza, dopo aver finito decise di fare un giro per il dormitorio, o qualunque cosa fosse.
Aprì la porta e percorse il corridoio, decidendo di salire al terzo piano.
Percorse le scale buie e mise la mano sulla maniglia per aprire la porta.
<Il terzo piano è vietato.> una voce la interruppe così si voltò di scatto ma non c'era nessuno.
<Sono qui da neanche tre ore e sto già impazzendo. Fantastico.> esclamò allontanandosi leggermente dalla porta quasi stremata.
<Tranquilla, non stai impazzendo.> disse un ragazzo smaterializzandosi dal nulla.
<Oddio, sono impazzita non ci sono dubbi.> disse in preda al panico stringendo gli occhi per la paura.
<Calmati,daccordo.> disse prendendole il viso tra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi
<Io sono reale, non sei pazza. Questo è il mio potere.> la rassicurò.
Lei annuì come se avesse detto la cosa più normale del mondo, ma era ancora troppo scossa per darci peso, e si prese un secondo per osservarlo.
Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, una corporatura muscolosa ed era abbastanza alto.
Il naso era leggermente storto ma compensava con una mascella molto marcata, quasi pungente.
Lui le toccò il braccio e la distolse dai suoi pensieri.
<Tutto bene?> le chiese.
<Si, sono Angel.> si presentò tendendogli la mano che lui strinse.
<Alex.>
Si sorrisero a vicenda mentre tra i due calò un silenzio quasi imbarazzante.
Un suono fortissimo fortunatamente li tirò fuori da quella situazione.
<Dobbiamo andare.> disse prendendola per mano e trascinandola giù per le scale.
<Che cos'è? L'allarme antincendio?> gli chiese.
Lui ridacchiò senza darle spiegazioni.
Arrivarono al piano terra e lui si fermò davanti a una porta arancione di grande dimensione.
<No, è ora di cenare. Sei pronta?> le chiese e lei annuì senza capire il senso di quella domanda.
Entrarono e lui la salutò lasciandola lì davanti alla porta da sola per andare dai suoi amici e dalla sua ragazza, che baciò dolcemente davanti a tutti.
La ragazza aveva i capelli marroni e gli occhi, dalla forma allungata, erano del medesimo colore, era snella ed era abbastanza alta.
Si guardò attorno e notò Ashley seduta in disparte.
Come era possibile che una come lei non si fosse fatta degli amici?
Prese il vassoio con il cibo e si diresse verso di lei.
<Posso?> le chiese.
Lei sorrise e annuì.
Dopo vari minuti di silenzio tombale fra le due ragazze, un ragazzo le interruppe.
<Posso unirmi a voi?>
Angel si voltò e si trovò davanti un ragazzo castano con gli occhi del medesimo colore.
Aspettò che Ashley rispondesse ma restò immobile senza distogliere lo sguardo da lui.
<Certo.> gli disse Angel e lui si sedette accanto a lei sorridendole.
Angel si prese del tempo per osservarlo.
Era un bel ragazzo con il naso all'insù ed aveva il volto pieno di nei.
Aveva le dita delle mani affusolate e le gambe erano molto lunghe e magre.
Angel si voltò verso Ashley che aveva la bocca spalancata.
Le tirò un calcio da sotto il tavolo e lei si riprese scuotendo la testa.
<Allora, siete già al corrente di quale sia il vostro potere?> chiese il ragazzo prendendo una forchettata di pasta dal piatto.
<No.> risposero le due ragazze in coro.
<Siamo arrivate oggi.> precisò Angel nonostante questa storia dei poteri le sembrasse assurda.
Era convinta fosse uno scherzo e che da un momento all'altro gli avrebbero rivelato tutto,ma ciò non accade.
<Oh beh, in tal caso non preoccupatevi. Lo saprete domani.> esclamò ed un sorriso si stampò sul suo volto.
<Domani?> chiese Angel incuriosita.
<Vi metteranno alla prova.> dichiarò continuando a mangiare tranquillamente come se non avesse detto niente di che.
Ashley spalancò gli occhi e rimase con la bocca aperta e la forchetta a mezz'aria.
<Col cavolo.> affermò Ashley mangiando il boccone.
<Io mi rifiuto.> esclamò subito dopo con la bocca piena.
Il ragazzo scoppiò a ridere ed Angel lo seguì a ruota, mentre Ashley diventò rossa per l'imbarazzo.
<Ma si può sapere perchè state ridendo?> chiese alzando gli occhi al cielo.
Angel ed il ragazzo si guardarono e le dissero ''niente'' in coro facendola sbuffare dal nervoso.
<Comunque mi chiamo Kyle.> si presentò.
<Angel> disse senza guardarlo negli occhi poiché era troppo concentrata a mischiare l'insalata.
Ashley non proferì parola e continuò a mangiare, così Angel decise di presentarla al posto suo.
<E lei è Ashley.> disse sorridendo.
Kyle la guardò e sorrise mentre lei si voltò dall'altra parte.
Finirono di cenare e le due ragazze si avviarono nella loro stanza dopo aver salutato Kyle.
Entrarono ed Ashley si buttò direttamente sul letto sospirando.
Angel sorrise e decise di cambiarsi.
Si levò la maglia e andò verso l'armadio per prendere il pigiama.
<Oddio.> esclamò Ashley alzandosi e andando contro di lei <Cosa sono questi lividi?> le chiese preoccupata.
Angel si guardò l'addome e notò dei lividi a cui non aveva assolutamente fatto caso.
<Hanno detto che mi hanno trovata svenuta per strada, avrò sbattuto.> affermò mettendosi la maglia del pigiama e senza darci troppo peso.
<Carino Kyle, eh?> le chiese Angel cercando di cambiare discorso.
<Ehm, si è molto simpatico. Concordo.> rispose.
<Ma io non ti ho chiesto quello.> disse abbozzando un sorriso.
Fu un quell'istante che Angel capì che la Ashley che aveva incontrato poche ore fa era soltanto una facciata, una sorta di scudo personale.
In realtà in fondo era una ragazza molto timida.
<Buonanotte.> disse sdraiandosi nel letto e spegnendo la lucina sul suo comodino.
Angel ridacchiò e poi si distese anche lei nel suo.
Si addormentò subito, senza neanche aver il tempo di pensare.

ANGOLO AUTRICE
Allora questo è uno dei tanti libri che sto scrivendo ma è il primo per il quale io mi stia impegnando veramente.
Ci sto mettendo tutta me stessa e spero davvero che questo libro possa trasmettervi qualcosa.
L'idea che c'è dietro a questo libro mi balenava nella testa da almeno tre anni e sono orgogliosa di me stessa per aver avuto finalmente il coraggio di pubblicarlo.
Spero davvero che vi possa piacere e mi piacerebbe sapere le vostre opinioni nei commenti man mano che leggete i capitoli .
-Sara

MONSTER - L'inizioWhere stories live. Discover now