Capitolo 23

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Erano passati due giorni dall'allenamento in esterna.
Thomas era morto durante lo spostamento mentre, da ciò che diceva Kyle, pareva che Kurt si stesse riprendendo.
Ad Angel fu vietato di visitare il ragazzo perché dicevano che le avrebbe fatto bene staccarsi da lui e non pensarci più di tanto, ma finalmente sarebbe andata a trovarlo senza dire nulla a nessuno.
Voleva assicurarsi con i suoi stessi occhi che lui stesse bene per davvero.
Si infilò un paio di leggings e una felpa verdone che le arrivava a metà coscia.
Uscì di corsa e si diresse all'ascensore.
Faceva freddo ma era troppo entusiasta di vedere Kurt per poter darci peso.
Premette il pulsante per il primo piano che si illuminò di verde.
Le porte si aprirono e uscì di corsa dirigendosi verso l'infermieria.
Aprì la porta, le solite pareti bianche che sembravano risucchiarla dentro, il battito accelerato e la sensazione che qualcosa non andasse bene.
Le tende, di un colore grigio scuro, erano tirate e non si poteva vedere il paziente.
<Kurt.> disse spostandole.
Rimase immobile, non riusciva a muovere un singolo muscolo, era paralizzata.
Kurt era disteso sul lettino, il volto era pallido dal colore quasi violaceo.
Angel gli prese la mano, era fredda.
Un tubicino gli usciva dalla bocca, cercò di calmarsi e di dire a se' stessa che andava tutto bene.
Kyle le aveva promesso che stava bene, pensò che questa dovesse essere soltanto la prassi.
Si sedette accanto a lui senza lasciargli la mano, la strinse al suo petto.
Le lacrime uscirono senza volerlo, si avvicinò al suo volto e sorrise.
<Mi dispiace, vorrei poter tornare indietro.> disse con la voce spezzata.
La porta si spalancò ed entrò la McCartney.
<Non puoi stare qui.> disse dirigendosi verso la scrivania, senza far caso a chi fosse nella stanza <Te l'ho ripetuto almeno dieci volte, Kyle.>
Angel rimase in silenzio per pochi secondi senza sapere cosa dire, poi si decise a parlare.
<Sono Angel.> la sua voce flebile.
La McCartney si voltò di scatto e sbarrò gli occhi.
<Non dovresti essere qui.> disse infilandosi la penna in tasca.
<Perché nessuno mi ha detto nulla?> chiese la ragazza senza staccare gli occhi da Kurt.
<Kyle ci ha chiesto di non dirti nulla per ora.> disse <Kurt è in coma.>
<Quante probabilità ci sono che lui si svegli?>
<Pari al 5%.>
Angel scosse la testa e le lacrime iniziarono a rigarle nuovamente le guance.
Si appoggiò sul suo petto, appoggiando la mano sul suo viso.
<Devi svegliarti.> sussurrò <Non possiamo farcela senza di te.>
La McCartney non sapeva che dire e se interromperla, alla fine decise di tacere ancora per qualche minuto.
<Io...> disse, alzò il volto e si avvicinò di più a lui <Ho bisogno di te. Chi mi romperà le scatole tutto il giorno altrimenti? Svegliati e torna a guardami con la tua solita espressione da saccente, torna per dirmi quanto ti faccio impazzire e quanto non mi sopporti...semplicemente torna, ti prego Kurt.>
<Penso che sia il momento per te di andare.> disse la dottoressa sospirando.
Angel annuì e gli stampò un bacio sulla guancia dolcemente.
Si alzò, le sue gambe sarebbero potute cedere da un momento all'altro.
Non riusciva a far uscire dalla testa l'immagine di Kurt sdraiato sul lettino, le faceva male.
Si portò una mano al petto,sentiva un bruciore interno.
Si diresse al terzo piano, era tutto confuso e la vista quasi appannata.
Aprì la porta della stanza di Kyle ed entrò sbattendola.
Non sapeva bene che cosa avrebbe detto, rimase in silenzio per alcuni secondi mentre sentiva il cuore arrivarle in gola.
<Mi hai mentito.> disse con la voce spezzata.
<Mi dispiace.> disse incrociando le braccia al petto.
<Beh non sembra che ti dispiaccia, perché non me l'hai detto?> esclamò, le mani le tremavano.
<Perché non volevo farti stare male ancora.> disse avvicinandosi <Non volevo che tu ti sentissi in colpa.>
<Ti sembra che ora io stia bene?> sbraitò, era sul punto di lasciarlo lì ed andarsene per il nervoso.
<Era la cosa giusta da fare.> disse.
<La cosa giusta?> rise amaramente <Il tuo migliore amico è...in coma e tu non mi hai detto nulla.>
<Oh andiamo, non far finta che ti importi di lui veramente.> esclamò.
Angel schiuse le labbra e scosse la testa.
<Non ci credo?> disse con un sorriso sornione sul volto <Ti sei affezionata a lui? Provi qualcosa per Kurt, non è vero?>
<Smettila, Kyle.> urlò Angel quasi spaventata.
Kyle la prese per i polsi e la spinse contro il muro, Angel gemette per il dolore.
<Lo ami?> le chiese, strinse la mascella e la presa su di lei.
<No.> rispose con la voce tremante.
<E invece a me? Mi ami?> disse stringendola a se.
Lei lo spinse allontanandolo.
<Non lo so più, ormai.> disse voltandosi verso l'uscita.
<Angel, io...>
La ragazza si voltò, gli occhi le bruciavano, era sul punto di piangere di nuovo.
<Questo non sei tu.> esclamò prima di uscire.
Corse in camera e si lasciò scivolare a terra.
Scoppiò a piangere, aveva paura di perdere Kurt ed era arrabbiata perché nessuno le aveva detto che cos'era successo realmente.
Sentiva la testa pesante e non riusciva a respirare bene.
Le sembrava di essere in uno stato di apnea.
Doveva salvare Kurt, doveva tornare indietro.

MONSTER - L'inizioWhere stories live. Discover now