CAPITOLO 1

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ALEX*

Mi affretto ad uscire dal salone di tatuaggi salutando i ragazzi che vi lavorano

“ragazzi ancora complimenti siete bravissimi, adesso scappo ci vediamo”

Mi richiudo la porta alle spalle e correndo come una matta attraverso la strada, correndo è un parolone, a passo svelto oserei dire per quanto me lo consentano le mie scarpe col tacco a spillo. Al volo salgo in auto e parto per il mio prossimo appuntamento, oggi ho una giornata stracolma di impegni, da stamane che corro a destra e a manca per la città, per quanto adoro la mia bella Napoli oggi il caldo si fa sentire sulla mia pelle chiara, mi sento spossata anche se non credo che sia per il caldo ma per il mio prossimo appuntamento che per fortuna è l’ultimo della mia giornata, l’ultimo ma importantissimo, una sola parola ansia.

Sono talmente sulle spine che parcheggio la mia macchina sbadatamente nel parcheggio di uno dei più importanti studi notarili qui in città precisamente a via Foria.

Entro nell’edificio storico, vado dritto in ascensore e premo il tasto sei, sesto piano.
Più sale l’ascensore più il cuore mi sale in gola…

Appena le porte metalliche si aprono vado spedita verso lo studio notarile.
Con due colpetti leggeri busso e udendo un avanti varco la porta…

“si accomodi Alexandra”
“ buon giorno” saluto cordialmente l’uomo paffuto che ho difronte.

“finalmente ci incontriamo signora, mi duole molto sapere che l’ultimo periodo per lei non è stato affatto facile”

“cortesemente andiamo al sodo, sono consapevole che non ho potuto fare altro per racimolare tempo, ma ahimè non c’è più tempo giusto?” dico brusca..
“allora mi deve mettere un paio di firme su questi documenti”

Leggo attentamente tutti i documenti che mi ha procurato il notaio e li firmo a malincuore.
“per quanto riguarda l’azienda nella città di Londra sono a conoscenza che la sta dirigendo benissimo anche se a distanza, le consiglio vivamente di andarci per dare un’occhiata, sa, anche per cambiare un po' aria, sempre se lei ne ha voglia”

“c’è altro?” il mio tono esce più acido di quanto desiderassi.
L’uomo difronte a me mi guarda dispiaciuto
“un'ultima cosa, il signor Antonio Della rossa  mi diede questa chiave che avrei dovuto darle nel caso.. Si..  Bhe.. nel caso della sua scomparsa. ”

L’uomo mi consegna una chiave con un bigliettino ripiegato.
Afferro il tutto e lo ripongo nella borsa. Con un sorriso forzato rispondo..
“buona giornata”
Detto ciò esco da quell’ufficio per me infernale…

Un ora dopo
Sono appena entrata nel nostro appartamento, ormai solo mio, scambio due chiacchiere con Giusy  la mia amica bebysitter.
“dorme come un angioletto, ha mangiato un ora fa, vedrai che non si sveglierà prima di domattina”
“per fortuna direi, ci vediamo domani pomeriggio?”
“va benissimo, buona notte cerca di riposare, sembri uno zombie”
Saluto Giusy e faccio capolino nella mia camera da letto, essa è come l'ho sempre desiderata mobili moderni color tortora, appeso alla parete proprio sulla testata del letto color crema, c'è un enorme quadro raffigurante la città di New York con i suoi enormi grattacieli.
Vedo dormire beatamente mio figlio sul mio letto con tre cuscini per far sì che non cada surante il sonno, gli sistemo il lenzuolo color panna sulle gambine e vado in bagno a riempire la vasca di acqua bollente e sali profumati, mi devo rilassare…
Appena ho indossato il mio bel pigiama rosa confetto vado in terrazza, mangio qualche stuzzichino e osservo tutto il panorama e con una bottiglia di vino bianco a farmi compagnia.
Dopo un'intera bottiglia di vino e passa mi metto a letto stando attenta a non svegliare il mio piccolo Nicola, lo osservo attentamente, ha le mie labbra carnose ma non troppo ed il mio stesso colore di capelli, folti ricci e biondi, osservo il suo petto che fa su e giù, dorme beato tra le mie braccia, ogni volta che guardo mio figlio negli occhi rivesto Tony, lo stesso ed identico colore, la forma è uguale, spiccicata.
Invece caratterialmente è uguale a me! Testardo ed iperattivo, d’altro canto non ha conosciuto suo padre, mi sono ripromessa di non fargli mancare mai nulla è il mio tutto questo bambino, la vita già è stata troppo dura a portargli via il padre precocemente non permetterò che soffra. Tra qualche mese compirà un anno e il mio pensiero corre subito al mio defunto marito.
Ho scoperto di essere incinta il giorno dopo il suo funerale, ricordo che sono svenuta e mio cognato mi ha portato al pronto soccorso all’ospedale Loreto mare, da lì a poche ore scoprii di essere incinta di 9 settimane e mezzo, la gravidanza non è stata una passeggiata perché il dolore della perdita di Tony mi comportò una gravidanza a rischio, ho dovuto smettere di gareggiare con le auto, un po' per paura di abortire, un po' perché l’uomo della mia vita è morto con un incidente stradale, amava correre, infatti era una passione che condividevamo, auto modificate, adrenalina e corse clandestine
Quanto mi manca…

Tutti i miei amici e i miei parenti mi sono stati vicini, mi ci sono voluti sette mesi per iniziale a metabolizzare il tutto, la nascita del mio piccolo ometto mi ha dato la forza di andare avanti, avevo e ho tutt’ora parecchie responsabilità sia con le aziende della mia famiglia sia con l’azienda che era di Tony.
La sua azienda è ubicata a Londra, l’ho gestita a distanza grazie all’amministratore delegato, nonché socio, non sono propensa ad andare lì, non mi interessa..
Pensano all’azienda di Londra mi viene in mente la chiave ed il biglietto che mi ha dato il notaio, incuriosita e mentalmente stabile decido di alzarmi dal letto andando nel soggiorno a prendere la borsa, scavando nel buco nero che ho come borsa, trovo subito la piccola chiave chiedendomi cosa apra, dopo cinque minuti buoni trovo anche il piccolo biglietto perfettamente ripiegato, lo apro e sopra c’è solo scritto
Scarpiera nella cabina armadio
Mi dirigo subito all’interno della cabina armadio, tolgo le scarpe dalla Scarpiera ma non trovo nulla, insospettita la sposto e scopro esserci una cassaforte, accuratamente nascosta dietro alla scarpiera a mia insaputa..

Infilo la chiave nella toppa e con un click si apre la cassaforte, guardo al suo interno e trovo dei contanti, molti contanti, un cellulare Samsung ed una lettera indirizzata proprio a me…

Pànta rheiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora