Capitolo 10

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Dire che sono furiosa è un eufemismo. Come ha potuto Gabriele non dirmi niente e lasciare che tutto questo accadesse? Mi deve una spiegazione, subito. Decido di lasciare riposare Anastasia ed esco dalla stanza. Chiudo delicatamente la porta dietro di me per non svegliare la mia amica che dorme sul letto d'ospedale, appoggio la schiena alla porta, chiudo gli occhi e respiro profondamente. Gli ultimi giorni sono stati tutto un susseguirsi di emozioni troppo forti per me, gli angeli non sono abituati alla frenesia della vita terrestre. Avrei tanto bisogno di dormire in questo momento ma prima di tutto devo parlare con Gabriele, non mi sono dimenticata di lui speravo solo che la rabbia sbollisse un po' prima di affrontarlo per non fare cose di cui in seguito potrei pentirmi amaramente, ma ora, a mente quasi fredda sono pronta a parlare con lui, devo solo aspettare che venga a trovare Anastasia. Mi siedo su una sedia verde di plastica dall'aspetto davvero scomodo che si trova appena fuori dalla stanza della mia amica  e attendo che la mia preda si faccia avanti, intanto ne approfitto per mettere un po' di ordine tra i miei pensieri. Non devo aspettare troppo per veder apparire in fondo al corridoio Gabriele in un camicie bianco che gli da un aspetto quasi ridicolo ai miei occhi dal momento che ricordo ancora quando eravamo piccoli in cielo e giocavamo. Appena si accorge della mia presenza rallenta e il suo sguardo si incupisce, faccio un respiro profondo prima di mangiare, in pochi passi, la distanza che ci divide.

-Perché? Spiegami perché non mi hai detto niente e hai lasciato che tutto ciò accadesse?!- Chiedo fermandomi a pochi centimetri da lui.-Potevo evitare tutto questo, Anastasia poteva continuare a vivere spensierata invece di trovarsi su un letto d'ospedale!- Aggiungo tutto d'un fiato puntando un dito contro l'angelo che mi si trova davanti.

-Celeste, avrei tanto voluto, credimi, ma sai che il compito di noi angeli è aiutare gli umani rimanendo assolutamente imparziali, il destino è già stato scritto.- Mi dice guardandomi negli occhi.

-No, mi rifiuto di credere che noi non abbiamo il diritto di decidere della nostra vita! Il destino potrà anche essere scritto da qualche parte ma siamo noi a scegliere, a decidere che strada prendere!-Sono assolutamente sconvolta, il mondo non può fare così tanto schifo.

-Ovviamente, ma possiamo scegliere per noi stessi non per gli altri, e la mia missione è aiutare Anastasia non evitarle qualsiasi sofferenza, come sai bene anche quelle fanno parte della vita di tutti e nemmeno noi angeli possiamo fare niente a proposito.-Mi dice Gabriele, ha ragione, ha perfettamente ragione e io ho torto, ero solo accecata dall'affetto che provo per Anastasia.

-Scusami, ti ho incolpato di tutto quando tu non hai nessuna colpa!- Mi scuso con il mio amico, lui mi sorride e mi abbraccia, sento le lacrime salirmi agli occhi.

-Tutto questo è troppo per me, non sono in grado di superare tutti gli ostacoli.-

-Ma cosa dici...tu sei e sarai un angelo custode bravissimo ti manca solo l'esperienza ma vedrai arriverà con il tempo e soprattutto rimediando ai tuoi errori, credimi nessuno è perfetto!- Mi rassicura e poi scioglie l'abbraccio. -Torna a casa a riposarti che domani devi andare a scuola dal tuo protetto, ci penso io a lei.- Aggiunge indicando la stanza dove è ricoverata Anastasia. Annuisco semplicemente e dopo averlo salutato percorro tutti i lunghi corridoi che compongono l'ospedale ed esco da quella struttura. Sono davvero distrutta, ho bisogno di fare un bagno caldo perciò appena varco la soglia di casa saluto gli zii e mi precipito in doccia. L'acqua bollente è l'unica cosa in grado di farmi stare meglio in questo momento. Dopo cena mi butto letteralmente sul letto e subito mi immergo in un sonno profondo tormentato da incubi di tutti i tipi. Mi sento soffocata dalle mie responsabilità, non posso stare con James per non fargli del male ma sembra che nessuno pensi a quello che provo io.

L'ennesima giornata di scuola inizia, ma oggi affianco a me non c'è Anastasia perché si trova ancora in ospedale. Devo ancora incontrare sia James che Samuel e devo dire che mi mancano entrambi, in modo diverso, mi mancano la dolcezza e i sentimenti che mi fa provare il primo e del secondo il sorriso e l'allegria contagiosa. Le ore passano velocemente e arriva presto il pranzo, sto mettendo i miei libri nell'armadietto quando vedo Samuel che viene verso di me.

-Ciao Celeste!-Mi saluta allegro sfoderando un sorriso che farebbe scogliere chiunque.

-Ciao Samuel come stai?- Rispondo cordialmente io.

-Io bene grazie tu? Ho saputo di Anastasia e mi dispiace tanto!- Mi dice abbassando lo sguardo, il sorriso che illuminava il suo viso ora si è spento.

-Non sto molto bene in realtà.- Gli confido, lui inaspettatamente mi abbraccia e mi stringe forte.

-Andrà tutto bene vedrai, non ti scoraggiare!- Mi rassicura sussurrandomi all'orecchio queste parole. Mi allontano e dopo avermi salutata Samuel va via con i suoi amici.

In men che non si dica arrivano le ultime ore di scuola e io mi siedo ad un banco in fondo all'aula sperando di stare un po' tranquilla ma ciò non accade, come al solito in ritardo, entra in classe James che vedendomi in banco da sola non si lascia scappare l'occasione e si siede di fianco a me.

-Ciao!-Lo saluto sotto voce per non farmi sentire dalla professoressa.

-Ciao.- Risponde freddo il mio protetto. Sembra quasi arrabbiato, ma cosa posso aver fatto io per farlo arrabbiare?

-È successo qualcosa di cui non sono a conoscenza per cui sei arrabbiato con me?- Chiedo curiosa.

-No niente, cosa vuoi che sia successo....solamente non ti capisco sai...prima mi dici che è meglio se noi non andiamo oltre perché te ne dovrai andare da qui ma poi non perdi l'occasione di buttarti tra le braccia di quel Samuel!!- Dice quasi spudando il nome del mio amico tanto è evidente il disprezzo che prova nei suoi confronti. Sembra quasi...geloso.

-Ma non mi dire che sei geloso di me James?-Gli chiedo in tono di sfida.

-Certo che no! Cosa ti salta in mente?- Si affretta a rispondere.

-Sembrava...mi dispiace James di averti fatto ingelosire, ma tra me e Samuel non succede niente di che...è solo un amico che mi sta accanto in questo brutto periodo.- Cerco di giustificarmi perché ha ragione, sono stata scorretta nei suoi confronti.

-Potrei starci io al tuo fianco se solo mi volessi...- Mi fece notare con un velo di tristezza.

-E lo vorrei tanto ma non posso, vorrei, ma non posso proprio!- Tento di giustificarmi ma non sono autorizzata a spiegargli il motivo per cui non posso dimenticarmi di tutto e stare con lui.

-Lascia stare, non servono giustificazioni. Sono stato stupido io a crederti diversa quando invece sei come tutte le altre! Non pensare più a me e corri tra le braccia di quel tale!-Mi dice arrabbiato e ferito.

Questo no non lo doveva dire! Non ho il tempo di rispondere che suona la campanella e come sua abitudine James va via senza nemmeno salutare, ma come dargli torto, continuo a contraddirmi da sola e a mandargli segnali contrastanti.

Finalmente ho pubblicato!!! Scusatemi ma la scuola mi sta esaurendo!! Spero almeno che il capitolo vi piaccia!! Però questa volta vi chiedo un favore: potete dirmi in un commento chi preferite? Samuel o James? Per favore è importantissimo!! Grazie mille in anticipo!! Un bacio e stellinate se vi piace!!

Come una stella cadenteWhere stories live. Discover now