Capitolo 9

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Anastasia:

La vita è incredibilmente imprevedibile, come un soffio di vento riesce a sconvolgere le carte sul tavolo facendo virare completamente la rotta della vita; questo soffio di vento mi piace immaginarlo come ciò che tutti chiamano destino, e può essere amico se durante una partita che sembra persa riesce a darti la carta giusta che ti fa volare dritto verso la vittoria oppure nemico quando ti senti come se nulla possa andare meglio e ti travolge facendoti cadere, e non sempre ti aiuta a rialziarti.

Una luce accecante mi brucia gli occhi, non riesco a mettere a fuoco ciò che mi circonda e le mie palpebre non sembra vogliano collaborare ma solo chiudersi per evitare ai miei occhi l'esposizione a questa luce accecante. Muovo lentamente una mano e sento subito qualcuno che me la stringe forte, mi dimeno ma non riesco a muovermi, i miei occhi si stanno lentamente abituando alla luce e mi permettono di vedere ciò che mi circonda: sono in una stanza di colore verde smorto, circondata da macchinari che emettono continuamente "bip" irritanti e che si collegano tramite fili al mio corpo. Mi rendo conto di trovarmi su un letto d'ospedale, mi prende il panico. Mi accorgo di non essere sola, quattro occhi preoccupati mi guardano attentamente, riconosco davanti a me Filippo che mi tiene una mano e dietro di lui Celeste.

-Sh, ferma non muoverti Anastasia. Va tutto bene- Mi rassicura con voce dolce Filippo accarezzandomi una guancia, ci siamo avvicinati tanto ultimamente.

-Cosa mi è successo?-Chiedo con voce gracchiante a causa della gola secca.

-Hai avuto un brutto incidente in auto.- Mi riferisce Filippo con un'espressione triste. Annuisco e cerco di sgranchirmi un po', la testa sembra voglia scoppiare da un momento all'altro, muovo le mani lentamente, provo a fare lo stesso con le gambe ma non riesco, non sento niente, gli arti inferiori sembrano non esserci.

-Cosa succede alle mie gambe? non riesco a muoverle!- Quasi urlo con gli occhi coperti dalle lacrime che scendono poi sulle mie guance. Guardo terrorizzata Filippo. In quel momento entra nella piccola stanza che odora di disinfettante un uomo con il camice bianco. 

-Vedo che si è svegliata signorina.-Dice il dottore con aria seria.

-Cosa succede alle mie gambe?- Chiedo, sento l'ansia salire e quasi non vorrei che nessuno rispondesse a questa mia domanda.

-Durante l'incidente l'impatto a provocato un danno alla spina dorsale.- Mi comunica il dottore con un'espressione impassibile.

-Non potrò più camminare?-

-No signorina. Il danno è irreversibile, almeno con la medicina attuale.- Annuisco abbassando lo sguardo e il dottore esce dalla stanza.

Sento il mondo cadermi addosso, non posso crederci. Mi sembra impossibile, è successo tutto troppo velocemente: ero in macchina, stavo tornando a casa quando ho sentito il telefono suonare, era un messaggio di Filippo, non ho nemmeno fatto in tempo a leggerlo quando mi sono accorta che una macchina stava venendo contro di me, ho girato più che potevo ma non è bastato per evitare l'impatto. Mi giro verso Filippo e Celeste. La mia amica è seduta su una poltrona e si guarda le mani mentre il ragazzo mi accarezza un braccio in stato confusionale.

-Andrà tutto bene...- Mi dice Filippo quasi per autoconfartare se stesso più che me, è visibilmente sconvolto.

-Filippo vai a riposarti un po', ci penso io a lei finchè non torni.- Gli dice Celeste avvicinandosi a noi. Il ragazzo annuisce, mi abbraccia dolcemente e mi stampa un timido bacio su una guancia.  

-Torno presto da te non preoccuparti.- Mi rassicura e, sciolto l'abbraccio, esce dalla stanza.

-I tuoi genitori sono andati a casa poco fa, erano molto stanchi.- Mi comunica la mia amica.

Celeste mi sorride anche se si vede la tristezza che tenta di celare ai miei occhi, ma nei suoi spendidi occhi azzurri quasi grigi noto una sorta di rabbia repressa, non riesco a capirne il motivo ma decido di non chiederle niente, ho solo bisogno di sfogarmi in questo momento.

Sento gli occhi inumidirsi e due esuli braccia cingermi il collo, comincio a singhiozzare consolata dalla mia fantastica amica .

-Scusa, scusami tanto, non avrei dovuto permettere tutto questo, è colpa mia, totalmente colpa mia!- Mi dice Celeste mentre sento la spalla bagnarsi a causa delle lacrime che le scendono dalle guance. Rimango spiazzata, come può credere una cosa del genere? Tutto questo è accaduto a causa della mia immensa stupidità, volevo solo leggere quel messaggio. La stringo ancora di più a me.

-Non è colpa tua, ti voglio bene Celeste, non andartene mai non ce la farei senza il tuo supporto.- Crevedo di strapparle un sorriso ma lei rimane davvero troppo seria.

-Ti voglio bene anche io.- Mi dice sorridendo debolmente. Inaspettatamente la porta si apre ed entra un ragazzo giovane con un camice bianco, presumo sia un infermiere. Noto il volto di Celeste irrigidirsi.

-Ciao io sono Gabriele, sono l'infermiere a cui sei affidata, potrai chiamarmi giorno e notte, sarò a tua completa disposizione.- Mi dice sorridendomi cordialmente, poi guarda Celeste, sembra quasi che si conoscano già.

Come una stella cadenteWhere stories live. Discover now