Capitolo 22

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"Heda, siamo pronti a partire" Mi informò un soldato.

Ci stavamo per dirigere verso Arkadia, l'origine di tutto, non sapevo cosa aspettarmi, se un'altra carneficina o un tranquillo villaggio. Tutto era così incerto e onestamente non sapevo cosa fosse meglio trovare delle due.
Una volta sistemato tutto, tutti quanti salimmo sui propri cavalli e iniziammo a incamminarci, nessuno era pronto ad assistere ciò che presto sarebbe stato davanti ai nostri occhi.

La casa degli Skaikru era piena di vitalità, di felicità e di spensieratezza.
Le persone stavano trascorrendo la loro vita tranquillamente, bambini che correvano da una parte all'altra, alcuni genitori che chiacchieravano tra di loro mentre altri stavano lavorando.
Sarebbe stata un'immagine celestiale se non fosse che dall'altra parte della foresta c'era appena stata una carneficina e molto probabilmente qui era l'origine di tutto.
Passammo in mezzo alla folla, alla ricerca di qualcuno che conoscevamo fin quando non trovammo Marcus che stava guardando orgoglioso la sua gente al lavoro.

"Marcus" lo chiamò Clarke

"Ragazzi! Siete finalmente tornati" Esclamò l'uomo con un grande sorriso tra le labbra

"Marcus! Da quanto tempo!" Esclamò Bellamy mentre allargò le braccia per abbracciarlo

"Mi siete mancati, siete mancati a tutti. Come potete vedere Arkadia non è mai stata più attiva e vivace di così, tutti sembrano essersi adattati piacevolmente a questo nuovo stile di vita" Spiegò contento il cancelliere

"Comandante! Mi perdoni la mia mancanza attenzione alla sua presenza. Ero troppo occupato a riabbracciare i miei ragazzi che non l'avevo notata" Si scusò subito appena mi vide

Annuì leggermente prima di parlare: "non si preoccupi, capisco la sua felicità nel rincontrare i suoi cari cancelliere"

"Cosa la porta ad Arkadia?" Mi domandò

Non potevo dirgli la verità perché ancora non sapevo se ALIE era già passata di qua e aveva convertito tutti, motivo per cui qua si poteva sentire un'aria diversa dall'ultima volta che c'ero stata.

"Solo una visita di cortesia. Nulla di più" Dissi con un tono disinteressato, cercando di mascherare il più possibile i miei sospetti.

Clarke mi diede un'occhiataccia, probabilmente non si aspettava che avrei mentito, ma doveva sapere bene anche lei che non avrei potuto in alcun caso essere sincera, questo per la salvaguardia di tutti.
Eravamo qua per un motivo, capire da chi e da dove era partito il contagio, e scoprire tutte le carte in tavola non era la strategia migliore, anzi, ci avrebbe fatto uccidere tutti.
C'era inoltre un altro problema: la talpa. Nel tragitto fino a qua ho cercato di tenere tutti d'occhio ma nessuno mi sembrava abbastanza sospetto per essere additato come spia. Dovevo essere pazienza ma purtroppo il tempo era ciò che ci mancava.

Ero così assorta dai miei pensieri che non sentì Marcus parlare:
"Vi prego, seguitemi, così vi potrò mostrare la vostra stanza"

Feci come disse, lo seguì mentre mi mostrava tutte le stanze fini ad arrivare alla mia. Lo ringrazia e dismisi tutti quanti in modo tale da rimanere da sola per riflettere.

Un paio d'ore dopo Octavia bussò alla mia porta, la feci entrare anche se non ero ancora a conoscenza delle sue motivazioni nel volermi parlare. Avevo un grande rispetto per lei e probabilmente anche lei lo aveva per me, era un'ottima guerriera ed ero contenta che fosse amica di Clarke.

"Octavia. Cosa posso fare per te?" Iniziai a parlare per prima.

"Cosa sta succedendo Lexa?" Mi chiese duramente

Our Final Journey Where stories live. Discover now