Capitolo 26

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"Ciò che hai visto è l'inizio di una fine. L'unico modo per sopravvivere è trasferirsi tutti nella città della luce, dove non esiste il dolore, la paura, dove tutti possono vivere felicemente"

"Il tuo non è altro che una visione utopica della realtà, la città della luce non è altro che l'inferno camuffato da paradiso. Il requisito d'accesso è la morte e io non accetterò mai di cessare la mia vita per un sogno irrealizzabile. Preferirei morire bruciata da una meteorite che perdere la mia vita per nulla"

Una volta finito il mio discorso feci segno ad Octavia di intervenire, colpendo Clarke con il manganello elettrico e disattivando il chip che risedeva nel suo collo. Prima che il suo corpo cadesse, la afferrai e la posai sul letto.

"Penso che abbia funzionato?" Mi domandò la ragazza del cielo

"Dobbiamo estrarre il chip dalla nuca facendo attenzione a non ledere i nervi" risposi mentre mi stavo mettendo all'opera.

Tagliai col bisturi la pelle che ricopriva la nuca ed estrassi delicatamente con la pinza la piastrina legata al nervo. Essendo disattivata, il chip era facilmente estraibile, quindi non ebbi grossi problemi a rimuoverlo.

Cucì la ferita e posizionai meglio il corpo di Clarke sul letto, in modo tale che il collo e la testa fosse poggiato bene sul cuscino.

Chiesi ad Octavia di lasciarmi sola con la mia amata, avevo bisogno di riflettere su quello che era appena accaduto e sul da farsi successivamente.

Le parole di A.L.I.E. mi rimbombarono nella testa, che vivere nella città della luce sarebbe veramente l'unica soluzione?
Mille dubbi mi stavano assalendo e mi sentivo impotente a tale riguardo.
Osservai tutto il tempo Clarke riposare fin quando mia sorella entrò in preda al panico e mi chiese aiuto.

Al di fuori della casetta c'erano decine e decine di persone che si stavano uccidendo, tagliandosi la gola o i polsi, infilzandosi il coltello sul petto, litri di sangue che schizzavano in ogni direzione.
Il panico era evidente e nessuno riusciva a capire il motivo di questo suicidio di massa.

"Che diavolo sta succedendo Luna?" Chiese inorridita dalla scena che mi si stava prestando davanti

"Non ne ho idea, è iniziò tutto qualche minuto fa. Diverse persone si sono avvicinate davanti l'ingresso e hanno iniziato a uccidersi" Mi spiegò

Una signora di mezza età si avvicinò a noi, ci guardò tutte e due e disse: "Heda, A.L.I.E. ha un messaggio per voi. Potrai aver vinto una battaglia ma la guerra deve ancora cominciare"

Dopo di che questa si squarciò la gola con un pugnale.

Successivamente arrivò un ragazzino di tredici o quattordici anni che prima di tagliarsi i polsi ci disse: "se vuoi che tutto questo finisca, vieni nella città della luce, in modo tale che tu possa vedere che è l'unica salvezza"

Mi guardai intorno e qualcosa catturò subito il mio occhio. Mi diressi verso l'origine delle orde di persone che stavano andando verso la casetta in cui risedevo e i miei sospetti si rivelarono veri. Clarke/ALIE aveva dato i chip ai superstiti e questi li stavano dando in giro a loro volta.
L'unico modo per fermare questa carneficina era accettare il ricatto del mio nemico e così feci, presi una piastrina anch'io e la ingoiai.

Trascorse qualche minuto prima che la mia anima si teletrasportò nella cosiddetta città della luce, questo luogo era pieno di edifici, trafficata di persone e di auto, probabilmente era l'evoluzione di ciò che c'era.

"Sono felice che tu abbia accettato il mio invito. Spero che la mia città ti piaccia, Clarke l'amata" Affermò ALIE comparendo improvvisamente alla mia destra.

"Non osare neanche a nominare il suo nome" Le risposi duramente

Lei sorrise e mi guidò per tutte le strade della città, mi spiegò ogni tipo di funzionalità per i diversi mezzi e nonostante fossi colpita dalle sue parole, il mio istinto mi diceva di non fidarmi, che era una trappola.

"Il tour è, ahimè, finito. Ti ho visto molto interessata, credo allora che ti sia piaciuta molto"

"Qual è il prezzo da pagare per stare qua?"

"Non c'è alcun prezzo, nessun trucchetto. Bisogna solo prendere il chip e sarai automaticamente rimbalzato in questa realtà"

"E alla vita che avevi al di fuori?"

"Quella non esisterà più"

E a quel punto avevo capito. Il prezzo da pagare per vivere in questa realtà utopica era la vita vera e propria.

"Perché lo stai facendo? Tu cosa ci guadagni?" Chiesi per capire realmente le sue intenzioni

Mi fissò per qualche momento per poi darmi la risposta che tanto agoniavo di sapere.

"La vendetta"

"Finalmente riavrò la mia vendetta. Io sono stata creata artificialmente da una scienziata per offrire al popolo un briciolo di speranza, purtroppo non ero così malleabile come avrebbe voluto lei e così aveva deciso di eliminarmi ma fortunatamente ero riuscita a trovare una scappatoia ed eccoci qua"

"Non capisco, qual era il suo obbiettivo?"

"Creare un'intelligenza artificiale da utilizzare come tutor per gli umani. Sarei dovuta diventare l'amica di tutti, peccato che avevo scoperto i peggior segreti delle persone e di quanto crudeli e perfidi erano, quindi avevo deciso che al posto di essere la mano che avrebbe sorretto le persone, sarei diventata quelle che le facevano cadere. Alla mia creatrice non è piaciuto e ha voluto eliminarmi. Io che ero la sua stessa creazione, sua figlia, lei voleva mettere fine alla mia esistenza così io ho voluto mettere fine alla vostra"

"Se volevi morte le persone potevi lasciarci morire in quell'atmosfera di cenere"

"Ciò che hai visto è vero, ma preferisco che voi sopperiate per mia mano e non per cause naturali"

La terra sotto ai miei piedi iniziò a tremare, le edifici cominciarono a cadere fino a diventare detriti, le persone piano piano stavano scomparendo, guardai ALIE e lei era altrettanto sorpresa da questo cambio improvviso.

"Cosa sta succedendo?" Domandai

"Non lo so" rispose mentre stava guardando la sua città sgretolarsi in mille pezzi

Our Final Journey Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon