Capitolo 27

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Quello che prima era un sogno, adesso si era trasformato in un incubo. Eravamo circondate da ceneri e l'aria si era fatta pesante, probabilmente dovute dalle polveri sottili.
ALIE era confusa tanto quanto lo ero io, non capiva cosa sta succedendo.

Istintivamente presi la spada posizionata alla mia sinistra e la estrassi per colpire duramente la donna accanto ma lei riuscì a schivarlo velocemente, creandole solo un graffio.

La donna esaminò attentamente la piccola ferita e con occhi increduli, borbottava qualcosa di poco comprensibile.

La volontà di sferrarle un altro attacco era alto e così feci, con il mio fendente cercai di colpirla nuovamente ma questa volta, probabilmente colta dalla sorpresa, lo evitò parzialmente, lasciandole con una ferita più profonda che le fece uscire sangue.

"Non è possibile" Affermò

"Non può essere vero" Continuò

"Invece sì mia cara sorellona, tu non puoi essere toccata se non dalla tua stessa famiglia, in un certo senso, sangue del tuo sangue"

La mia bocca si aprì da sola ed emise queste parole.
Lo spirito del comandante stava parlando.

"È impossibile, lei non poteva creare un'altra intelligenza" disse incredula ai suoi occhi e alle sue orecchie

"Io sono te ma più forte, più astuta e più bontà. Sono stata creata successivamente al tuo fallimento e mi ha fatta per eliminarti definitivamente. Ti stai chiedendo come è possibile o come mai non te ne sei mai accorta? Semplicemente non sai che ogni comandante è stato il mio vettore per arrivare fino a te, ho sempre vissuto al loro interno, nel loro inconscio, fino a quando uno di loro non mi avrebbe portato verso di te. In questo caso sei venuta tu nella mia direzione. Nello stesso momento Lexa ha ingoiato il tuo chip, la piastrina in cui risiedo è andato in conflitto col tuo, ma solo uno dei due rimarrà attaccato al suo nervo. Per questo stiamo qua. Per scontrarci ed eliminarti definitivamente"

La sua espressione stupita si convertì in una più divertita, come se tutto quello che stava accadendo fosse una barzelletta.

"E bene sorellina mia, che lo scontro abbia inizio"
Lei estrasse a sua volta una spada e ci scontrammo duramente, era molto brava a utilizzare la sua arma e molto capace a difendersi, mi colpì diverse volte, alcuni tagli di varia profondità sulle gambe, sulle braccia, sui fianchi, iniziavo a sentire la fatica e la perdita di sangue, sentivo il mio corpo arrendersi.

Luna's POV
Seguì mia sorella e vidi che ingoiò il chip e subito dopo il suo corpo cadde a terra.
L'afferrai subito e la portai in camera, dove ancora riposava la sua amata.
Passò un'ora dalla perdita di coscienza e Lexa era ancora distesa mentre Clarke aveva ripreso le sue forze. Notammo dopo pochi minuti che la comandante iniziò a sanguinare, prima dal naso poi in tutte le parti del corpo, come se qualcuno le stesse tagliando la pelle. Sapevo che dovevo intervenire oppure avrei perso la mia unica famiglia.
Presi anch'io il chip ma prima diedi diverse indicazioni a Clarke in caso qualcosa fosse andato storto.
Mi catapultai in una realtà parallela e vidi Lexa stava combattendo con una donna ma era visibilmente stanca, dolorante, così intervenni immediatamente e colpì la nemica alle spalle, ferendola gravemente, facendola cadere in ginocchio.
Lexa alzò il suo sguardo e mi sorrise, mi fece cenno con la testa sia come segno di ringraziamento, sia come segnale di via libera, cercai mentalmente di tornare nel mio corpo e con grande fatica ci riuscì.

"Devi fulminarmi dietro il collo con quell'arma" Ordinai a Clarke, indicandole il manganello posizionato alla sua destra.
Con un iniziale esitazione, mi colpì duramente e sprofondai nel sonno.

Lexa's POV
L'aiuto di Luna fu fondamentale nella mia lotta con ALIE, quest'ultima era stremata e io dovevo solo darle il colpo di grazie, dopo la dipartita di mia sorella, la infilzai con la mia spada, facendo trapassare l'arma nel suo corpo, non prima di mandarle un messaggio: "jus drein, jus daun"

L'ambiente attorno si sgretolò velocemente e io tornai subito alla realtà.
Aprì gli occhi e incontrai un paio di occhi blu che morivo di rivedere.
Clarke mi sorrise dolcemente poi mi segnalò la presenza di mia sorella accanto a me che riposava tranquillamente, intanto notai che ero completamente bendata e che il mio sangue nero fuorusciva da alcune medicazioni.
Il nostro momento fu interrotto dai suoi amici che entrarono all'interno della stanza per sapere cosa stava succedendo, dopo una dettagliata spiegazione, confessai anche la mia visione avuta un paio di momenti prima.

Our Final Journey Where stories live. Discover now