Non è colpa mia, ne ha di amici e non gli servo anch'io. Dev'essere solo una crisi di nervi... era solo questione di tempo dopo tutto quello che gli è capitato.

Questo è quanto continuava a ripetersi Draco, attento ad evitare il suo sguardo e i sensi di colpa immeritati che questo gli buttava addosso.

Era il mese di Aprile e il biondo era rimasto incautamente allo scoperto, seduto ai piedi di un albero del giardino con un libro aperto sulle ginocchia, quando fu costretto a fare i conti con quegli occhi stravolti e orrendamente vuoti.

Il Serpeverde non vi riconobbe il ragazzo che amava, quello non era Harry, quello era un cretino travolto dal dolore, Harry non si lasciava travolgere, lui combatteva e Draco avrebbe voluto tanto gridargli di combattere, ma non lo fece.
Però chiuse il libro con un gesto cauto, lasciando un dito come segnalibro, poi alzò lo sguardo su di lui, in attesa che fosse Potter a parlare.

Quel silenzio però si protrasse a lungo, tanto che Malfoy ritenne non sarebbe cambiato nulla se semplicemente si fosse alzato e se ne fosse andato, risparmiandosi una scomoda discussione che non voleva affrontare e che non avrebbe portato da nessuna parte.
Era quasi sul punto di trasformare i pensieri in fatti quando il moro parlò.

"Ho una sola cosa da dirti, poi non ti ruberò altro tempo"

Harry strinse i pugni lungo i fianchi, abbassò lo sguardo un attimo solo, poi tornò a piantarlo dritto in faccia a Malfoy.

"Pareggiamo i conti, qualunque cosa comporti, è arrivato il momento di farlo. Non saremo mai liberi se no."

Draco era visibilmente sorpreso e altrettanto confuso, davvero non aveva idea di che diamine stesse blaterando quello sfasato, ma raddrizzò la schiena, rispondendogli prima di darsene il permesso.

"Temo tu debba arrischiarti ad essere più specifico, Potter"

Il Grifondoro serrò la mascella e nel retroscena del suo sguardo, il biondo vide brillare la sua àncora di salvezza.
Mentre il ragazzo gli rispondeva e lui si lasciava scivolare addosso il suono stanco, ma sempre determinato della sua voce, Malfoy non potè fare a meno di lasciar cadere le palpere sugli occhi, esalare un tremulo sospiro di sollievo.

"Nessuno di noi due può vincere questa battaglia, nessuno di noi due si arrenderà. Per questo possiamo solo pareggiare."

Fece un piccola pausa, non sapendo come interpretare l'espressione dipinta sul viso del suo interlocutore.
C'era del sollievo nei suoi tratti distesi, ma cos'aveva da sentirsi tanto rassicurato?

"Ti ho fatto soffrire per anni per un rifiuto, ora ti stai prendendo la tua rivincita e devo accettarla, ma voglio che tu sappia tutta la verità, che tu comprenda a fondo che l'ago della bilancia non sarà comunque in equilibrio."

Dal semplice modo in cui stava esponendo i suoi deliri, erano sempre più evidenti i problemi di sonno di Potter agli occhi di Malfoy.
Sembrava avere le idee molto chiare, ma il ragazzo continuava non capire dove volesse andare a parare.

"Per Salazar Potter, la smetti di indorare la pillola? Cos'è che mi devi dire?"

Sbottò con tono seccato, dopo aver alzato gli occhi al cielo, nascosto dietro quella sua maschera così plateale.
Tuttavia sarebbe caduta presto, lui non lo sapeva, ma le parole del Grifondoro sarebbero state più che sufficienti.

"Sono innamorato di te"

Era stata la sua voce, la voce di Harry? O solo un inganno sussurrato dal vento primaverile che si alzava in quel momento sopra le loro teste, spargendo i loro capelli nell'aria tersa?

"Come?"

Mormorò quasi spaventato dalla possibilità di essersi immaginato tutto, di stare impazzendo o di essere stato preso in giro.
Ma Harry era immobile, in piedi davanti a lui, mai più serio di così e i suoi occhi... bruciavano di vita e di quelle promesse che Draco non aveva mai nemmeno osato sognare.

"Vuoi che lo ripeta?"

Era chiaro come il sole che già solo pronunciare quella frase gli fosse costato una gran fatica, ma al Serpeverde non sarebbe dispiaciuto rispondergli di sì, e risentire le parole di poco prima, accertarsi che fossero esistite davvero.

Tuttavia non importava poi tanto che ci fossero state, per quanto realizzarlo gli dispiacesse, quello non cambiava niente: Malfoy non poteva permettersi di buttarsi a capofitto in una folle storia d'amore. Non con un mezzosangue, non con il Prescelto, nemico giurato della sua famiglia, nè tantomeno con un maschio.
Già da solo aveva faticato ad accettarsi per quello che era, la sua famiglia, suo padre in particolare, non l'avrebbe mai concepito.

E al moro sarebbe passata comunque, in un modo o nell'altro, con battito di ciglia Harry avrebbe dimenticato.

Scosse piano la testa, appoggiò il libro sull'erba tra le radici del grande albero e si alzò in piedi, avanzando verso un Grifondoro visibilmente sulla difensiva.

Semplicemente Harry non aveva idea di cosa aspettarsi, non aveva mai visto uno sguardo del genere accendere gli occhi di Malfoy, certo era malizioso, ma non spavaldo, no, si sarebbe potuto definire più malinconico.

Quei suoi pensieri furono interrotti bruscamente prima che lui potesse anche solo pensare a tutte le risposte che desiderava e che lo sguardo di Draco riusciva a nascondere, ma non a cancellare, come un mare in tempesta che affonda le navi e i loro tesori e le tiene per sempre sommerse nelle sue profondità.

Furono delle dita fredde e pallide la causa, gli presero il viso e, costringendolo ad alzare la testa, gli strapparono dalla gola un sospiro sommesso.
Draco sorrise debolmente nel notarlo, poi concesse al moro la tanto agognata risposta.

"Se questo è il momento di pareggiare i conti, allora non pensi di dovermi qualcosa indietro?"

Se quello che il ragazzo gli stava dando fosse o meno il permesso, poco gli importava, aveva già deciso che in ogni caso non avrebbe potuto trattenersi dal farlo.

Infilò le dita tra i passanti dei pantaloni di Malfoy, attirandolo per la vita e spingendolo contro di sè senza troppi complimenti.
Si crogiolò in ogni dettaglio del suo viso sorpreso, ma non gli diede tempo di protestare, catturandogli le labbra in un bacio che, a differenza dell'altro, non sarebbe stato della stessa sostanza di un sogno, non avrebbe dato a Draco il permesso di dimenticarsene.

E il biondo non ci sarebbe riuscito nemmeno volendo, perchè contro la sua bocca si muoveva vorace quella di Harry Potter, era paradossale, ma era tutto ciò che avesse mai desiderato.
Chiuse gli occhi e allacciò le braccia dietro la sua testa, ricambiando quel bacio irruento, leccando la lingua del moro che aveva fatto breccia tra le sue labbra schiuse e intrecciandovi la propria.

Tuttavia il tempo trascorreva inesorabile alle loro spalle e più il bisogno d'aria si faceva impellente, più Draco potè sentire come Harry cercasse di stringerlo a sè un po' di più.
Sembrava che il moro credesse che potesse bastare continuare a baciarlo per sopravvivere.

Quel dettaglio commosse il ragazzo, lo fece reagire allo stesso modo e, prima che entrambi potessero rendersene conto, quel bacio era finito, loro erano distanti di nuovo, ma rimasero a guardarsi per un tempo indefinibile, le guance arrossate, gli occhi sbarrati e il fiato corto.

Fu Malfoy a dare le spalle a Potter, ad andarsene per primo con tutta l'intenzione di non doversi mai più voltare.
Harry guardò Draco andare via, ma non si mosse finchè la sua figura slanciata non sparì oltre la soglia del castello.

Intanto, il pezzo mancante che aveva tanto desiderato conoscere gli bruciava sulle ancora sulle labbra, indelebile, e giurò che avrebbe fatto cambiare idea a quel ragazzo.
Come poteva darsi pace ora che tutto era così dannatamente chiaro nella sua testa?

N/A

Bene, a questo punto suppongo immaginate che io sappia dove la storia andrà a parare...
Ma sono qui per deludervi.

Ary❄

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora