16. Chardonnay e Fragole

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(Baby, we both know)
that the nights were mainly made
For sayin' things that
you can't say tomorrow day

(Baby, we both know) that the nights were mainly madeFor sayin' things that you can't say tomorrow day

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HARRY

Gran parte della casa giace nel completo buio e quando penso che Gwendaline abbia canticchiato tutta la discografia dei Led Zeppelin, puntualmente tira fuori un'altra canzone di cui non ricordavo esistenza. Serve un altro giro ad entrambi e sorride soddisfatta, barcollando poi fino al divano in cerca del suo cellulare, accompagnata da Stairway to Heaven.

«Domani mattina starò di merda.» Borbotto, indeciso se buttare giù un altro calice di champagne.

«Adesso stai bene però, no?» Fa spallucce, pescando un altra fragola dal contenitore.

«Per stare uno schifo domattina.» Sottolineo, facendole alzare gli occhi al cielo. Alla fine finisco per buttarne giù una quantità indecente rispetto ai miei standard, col solo desiderio di sciogliermi di più in una presenza.

«Questo è il mio ragazzo.» Mi da una pacca sulla spalla ed io sussulto di rimando. Se non avessi la vista annebbiata dall'alcol, probabilmente, mi soffermerei sulla sua t-shirt tanto leggera da esporla perfettamente al mio sguardo lascivo.

«L'unico inglese che preferisce spaccarsi di smoothie invece che di birra.» Ridacchia, osservandomi da dietro quelle ciglia troppo lunghe, sorridendo calorosamente. Ha le guance colorate di una leggera tonalità di rosso, i capelli appena arruffati ed un guizzo di gioia a illuminarle lo sguardo.

Strizzo le palpebre, strofinando ripetutamente le mani sul viso. Vorrei liberarla dai miei pensieri, eppure l'attrazione che provo verso lei è innegabile, imprescindibile, ed aumenta esponenzialmente.

«Gwen?» La richiamo, dopo aver posato il mio sguardo su di lei per una manciata di secondi. «Si?» Aggrotta le sopracciglia.

«Com'è finita con quel Riccardo?» Poso gli avambracci sul bancone in granito, pensando che cambiare discorso possa aiutare a distrarmi. Ma lei scrolla le spalle, giocando con il tappo di sughero.

«Coglione patentato,» inclina il capo di lato, facendo schioccare la lingua sul palato. «Tutto qui.»

«Si, ma-» Mordo tempestivamente la lingua. Potrei risultare inopportuno nello scavare più a fondo, ma la curiosità prende a mangiarmi vivo.

«Vuoi sapere perché credo lo sia?» Esala una boccata d'aria pulita. Le sue gambe nude penzolano nel vuoto, accarezzate dalla frescura di notte fonda. «O meglio, perché sia un dato di fatto?» Batte i polpastrelli sul bancone, producendo un leggero rumore, costante e ripetitivo.

StuckNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ