1. Conte in tv

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PARTE PRIMA:

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09.03.2020
Roma, Italia
GWENDALINE

Una quarantena non è mai facile, soprattutto se i peperoni che hai mangiato a pranzo ti portano l'acidità e a Roma c'è un sole che spacca le pietre. Ma soprattutto perché "quarantena" implica divisione impari degli spazi; spazi che devi condividere con una scimmia-uomo, che potrebbe aderire al live action di Tarzan, e un ventenne patito di politici italiani sopra i cinquant'anni.

La canzoncina dell'edizione straordinaria del telegiornale rimbomba in cucina e, da camera mia, riesco a sentire qualcuno smanettare con i pulsanti del telecomando per alzare il volume.

«Gwen, c'è Giuseppe Conte in televisione

Non ho neanche tempo per contemplare perché casa nostra sia sempre sintonizzata su Rai 1, che qualche borbottio appena appena sussurrato mi giunge all'orecchio. Quasi come se quelle due pettegole di provincia avessero paura di farsi ascoltare.

«Sbrigati!» Zayn urla, affacciandosi in corridoio; e mi è del tutto spontaneo immaginarlo con le mani a coppa attorno alle labbra, quasi come se quel gesto lo aiutasse a farsi sentire maggiormente. «Muovi che il ta-ta-ra-ta è quasi finito!»

A fatica mi tiro giù dal letto, arrivando a strisciare i piedi sul pavimento con un grugnito in segno di protesta. "Prima regola: i miei sonnellini non si interrompono" mi verrebbe da dire, rimuginando sull'attaccare dei post-it sul frigorifero al riguardo. E lo farei tranquillamente, se solo non avessi una suocera petulante alle calcagna; una suocera che sarebbe capace di ricordarmi che quel post-it una volta era un albero. Una suocera che mira a raggiungere le sembianze di Rapunzel senza lavare quel groviglio unto di capelli.

Quando valico l'entrata, i due cugini inglesi sono stravaccati sul divano, mentre mangiano delle porzioni di lasagna scongelata. Io ho ancora il pigiama e i capelli raccolti in una crocchia con una matita, mentre mi appoggio sul bracciolo.

«Non si interrompe il mio sonno di bellezza per i tuoi sogni erotici con il presidente del consiglio.» Borbotto, rivolgendogli qualche occhiata severa, prendendo posto sul braccio del divano.

Avrei preferito mille volte il sonno ad ulteriori restrizioni per ridurre i contagi di COVID-19, che ha già fatto in modo che le università venissero chiuse mercoledì, fino al quindici aprile, in tutta Italia. Un anno fantastico per studiare all'estero, in breve.

Nel caso in cui la chiusura venisse prolungata, la morte sarebbe quasi preferibile al patibolo a cui sono sottoposta in questa casa.

«Che stronzata! Non chiuderanno le università.» Incrocio le braccia al petto, borbottando sottovoce.

«Certo che devono!» Harry sposta il suo sguardo dal suo cellulare, aperto sulla home di Instagram, alla mia figura, mentre le parole gli scivolano quasi tremolanti nell'attimo in cui inarco un sopracciglio, rivolgendogli una smorfia. Tuttavia continua: «Se è questo ciò di cui abbiamo bisogno, allora va fatto! Mi sembra ovvio visti i contagi e-»

«Si, adesso state zitti che la mia crush sta parlando» Zayn, ribollente dalla rabbia, non esita a lanciarmi il telecomando, facendomelo arrivare dritto in viso.

«Zayn!» ringhio, stringendo le mani in due pugni e affondo le unghie nei palmi. «Puoi contenerti, per piacere?» alzo gradualmente il tono di voce, sottolineando come la mia gentilezza vada in realtà a dissimulare una spropositata dose di rabbia.

Harry blocca il cellulare, posando i gomiti sulle ginocchia e giocherellando con gli anelli alle sue dita. Aggrotta le sopracciglia, piegando le labbra in una linea sottile quando a tutti viene messo di fronte ciò che nessuno in realtà si aspettava: una zona rossa.

«E io come vado a Ponte Milvio?!» mi casca il telefono dalle mani quando mi alzo repentinamente, sentendo la testa vorticare pericolosamente e l'acidità risalire lungo la gola. Batto troppo velocemente le palpebre, ripensando a tutti quei vestitini succinti, presi su Asos, che avrei dovuto sfoggiare questo sabato sera. Pensando a quanti outfit da Spritz dovrò tenere nell'armadio.

«Ponte Milvio?!» Harry sgrana gli occhi «La gente muore e tu pensi a Ponte Milvio!» Esclama esterrefatto, mettendo le mani sui fianchi.

«Okay, Gandhi, lamentati più in là.» Ribatto sprezzante, senza riserve.

Quando la comunicazione termina, inquadrando un signore in studio, Zayn cade sul pavimento. Esitante, quasi come avesse corso una maratona.

«È più bono di un maritozzo fuori al Colosseo» Guarda il nostro televisore sognante, come se non ci fosse altro al mondo che lo rendesse felice.

Scuoto il capo e decido di dirigermi in camera mia, con l'intento di rigirarmi tra le coperte.

«Aspetta, Gwendaline!» Zayn si posiziona tra me e Tarzan, muovendosi freneticamente a destra e a sinistra. «Andiamoci a fare uno Spritz!» propone entusiasta, facendomi boccheggiare.

«Siamo in zona rossa, genio.» Scuoto il capo.

«Svaligiamo i supermercati!» gira attorno al tavolo della cucina come un bambino che ha assunto troppi zuccheri, afferrando dal mobile in alto a destra delle buste riutilizzabili per la spesa.

«Ti do una padellata in fronte» lo minaccia il cugino, puntandogli dapprima l'indice contro e finendo col dargli un sonoro schiaffo sulla nuca.

In risposta preferisco richiudere la porta di camera mia dietro le spalle, producendo un tonfo che genera un silenzio generale da accapponare la pelle. Mi lancio quindi sul letto sfatto, aprendo gli occhi di scatto nel momento in cui Zayn strilla:

«Sto contribuendo all'economia!»

| Revisionato

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