15. Parlare nel sonno

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HARRY

La mia voce si riduce ad un paio di sussurri, al punto tale da farmi pensare che le mie stesse parole possano essere trasportate via dalla prima folata di venticello leggero. Voglio che lei mi ascolti, eppure allo stesso tempo voglio che non lo faccia. «Allora perché hai scelto quello sbagliato?»

Le sue dita corrono verso le mie, in un gesto ricco di spontaneità, e per qualche attimo tutto il resto sembra dissolversi velocemente.

Schiude le labbra, come a voler aggiungere qualcosa, proprio quando i nostri sguardi si agganciano fatalmente e una scintilla di licenziosità si accende fra me e lei. Ma è di nuovo mio cugino ad interromperci.

«Ciao Bing,» Zayn sussurra nel sonno, con la guancia spiaccicata contro la federa del cuscino e le labbra schiuse. L'accento di barba mi fa roteare gli occhi al cielo, facendomi pensare che qui l'unico a meritane almeno un po' sono io.

«Ma-» lei si blocca di nuovo, girandosi per osservare il ragazzo mezzo addormentato.

«Ciao Pando!» recita ancora, borbottando qualcos'altro sotto voce.

«È normale che parli nel sonno?» domanda poi, indicando Zayn. Io, però, mi prendo la briga di non rispondere — ancora distratto delle sue dita che ancora stringono le mie.

Mi limito a sospirare, scrollando le spalle. Le vorrei dire che si, è normale, ma ormai ho perso l'uso della parola — allo stesso livello di un quattordicenne in calore con la sua prima ragazza che pomicia dietro scuola prima del suono della campanella.

«Ciao Sula!»

«Dove potrebbe aver nascosto la chiave?» Si mette in piedi, stirando le pieghe inesistenti dei suoi pantaloni, in preda al panico.

«Qualcuno va di fretta...» Borbotta ancora Zayn, sottovoce.

«Tuo cugino diventa inquietante, sul serio.» Stringe i denti, avvicinandosi al suo cellulare — ancora sotto carica, posato sulla cassettiera di Zayn. Dopo aver controllato qualche messaggio, lo afferra per riporlo all'interno della tasca posteriore dei jeans.

«Harry troviamo quella chiave.» Mi strattona per un braccio, supplicandomi di darmi una mossa. Ma me ne sto fermo, esitando qualche minuto di troppo.

«Harry, devo pisciare!» dice a denti stretti, con i palmi chiusi in due pugni e le palpebre socchiuse.

«Va bene, va bene. Cerco.» Evito di alzare gli occhi al cielo, mettendomi in piedi per frugare in giro, rimanendo silenzioso per non svegliarlo.

«Stai bene Bing?»

Gwen spalanca gli occhi, afferrando il mio braccio per farmi girare nella sua direzione. Mima con le labbra "È nel pupazzo" — gesticolando ampiamente, fino ad indicare l'oggetto di pezza che tiene stretto tra le braccia. Sapevo che fosse dentro Bing dall'inizio. Ci nasconde lì dentro le carte di credito, perché non una chiave? Tuttavia fingo di essere sorpreso.

«Sei geniale!» Annuisco, avvicinandomi a Zayn. Lei rimane proprio dietro di me, osservando attentamente ogni mia mossa.

«Non lo svegliare.» Sussurra piano, poggiando il mento sulla mia spalla solo per sporgersi oltre ed osservare la scena. Tutto questo contatto fisico mi manda fuori strada e per questo motivo sono combattuto. Vorrei mandarla via, perché solo in quel caso riuscirei a portare a termine la mia missione senza svegliare il nostro coinquilino — ma non nascondo

«Si!» borbotta Zayn, stringendo a sé il protagonista del piccolo cartone animato.

«Vuoi far fare a me? Dovrei avere le mani più piccole.» Afferma dopo poco, in prossimità del mio lobo. Sembra sia un'azione innocente da parte sua, ma sono costretto a spostarmi, lasciando che sia lei a prendere quella chiave.

Con facili mosse, tira giù la zip ed estrae l'oggetto vittoriosa. Senza neanche pensarci due volte, apre la porta e si fionda all'esterno, girandosi solo un attimo per controllare che io la stia seguendo. Poi, senza tornare indietro o aspettarmi, si chiude in bagno.

Io, d'altro canto, mi avvio verso la cucina, sfruttando il mio jolly. Ho promesso a me stesso che avrei aperto l'unica bottiglia di Chardonnay che sono riuscito ad arraffare al supermercato solo se fosse stata un'emergenza. Questa ha tutta l'aria di esserla e sono pronto a stappare l'unica cosa che può permettermi di passare altro tempo con Gwen — nonostante le sei dilanianti ore seduti in pochi metri quadri.

Estraggo, poi, dal frigo, le fragole immerse nella cioccolata, che ho preparato poco prima. Le ho nascoste nel contenitore blu dove di solito ripongo le verdure. In tal modo mi sono assicurato che nessuno in questa casa potesse toccarle.

Dispongo la frutta su un piatto e poi prendo due calici, posandoli sul bancone in granito e prendendo posto sullo sgabello, aspettando che — da dietro la superficie lignea della porta del bagno — spunti quella ribelle chioma castana e quegli occhi nocciola a cui non so resistere.

Spazio Autrice

Okay, come avrete capito è principalmente di passaggio, ma era necessario per collegare la prima parte alla terza. In ogni caso, spero che il prossimo aggiornamento arrivi presto, poiché non vedo l'ora di farvi leggere cosa ho in mente.

In più, non so se tutti abbiano capito il riferimento a "Jane". Sostanzialmente è la "ragazza" di Tarzan. Harry che ha visto il film l'ha chiamata di proposito così, nello scorso capitolo. Vi ho allegato all'inizio un video carino sul loro primo incontro, lol.

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