22. Sospetti confermati

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Beck's Pov

"Sappiamo entrambi che sei e rimani debole di fronte ai miei occhi, Rebeka"
Le parole di quell' insopportabile di Davis continuano a frullarmi in testa come un disco rotto, non riesco davvero a non pensare a ciò che mi ha detto.

Ho impressa nella testa l'immagine del sorriso strafottente che mi ha rivolto, prima di premere le sue labbra su quelle di quella biondina niente male: il modo in cui la attirata a sé, le loro bocche attaccate l'una all'altra, le braccia di lei strette al suo collo, facendo comprimere il suo seno al suo petto perfetto e marmoreo...

La parte più remota del mio essere non può fare a meno di chiedersi come sarebbe baciare le sue labbra così
dannatamente perfette...

Scaccio via quel pensiero poco casto su me e Dylan e mi rimprovero mentalmente per aver pensato, anche solo per un istante, cosa avrei provato se fossi stata al posto di quella ragazza.
"Debole"
Così mi ha definita quel bastardo questa mattina, dopo l'amichevole di basket. Nessuno mi aveva mai definita così. Non posso dire di non esserlo, ma finora non ho mai voluto che qualcuno se ne accorgesse.

Eppure Davis se ne è accorto. Se ripenso a questa mattina, non posso far a meno di ricordare la sua figura slanciata e possente mentre giocava a basket, il sudore che gli scivolava sui muscoli marmorei, la sua maglietta chiara e quasi trasparente, i suoi movimenti così agili a veloci capaci di spiazzare qualsiasi giocatore gli si trovi davanti...Altro che scarso...

Quel ragazzo è davvero portato per il basket, e credo sul serio che lo abbiano notato tutti.

Tuttavia, non ho potuto far a meno di scoraggiarlo ugualmente, se gli avessi detto che era davvero il miglior giocatore in campo, chissà quanto ancora si sarebbe vantato delle sue formidabili prestazioni. Sarò anche un bugiarda nell'averlo definito lo stesso un pessimo giocatore, ma non potevo di certo dargli questa soddisfazione.

Non capisco davvero perché continuo a pensare solo a lui. Questa volta mi ha davvero spiazzata con quella frase. E mi rimprovero nuovamente per essermi fatta vedere in quel modo qualche giorno prima...

Diamine, non riuscivo neanche guardarlo negli occhi!
"Non nascondere ciò che sei davvero"
Quel povero idiota non mi conosce affatto. Mi sono mostrata debole, questo è vero, ma ciò non vuol dire che lo sia sul serio. E questo glielo dimostrerò, può contarci. Avrà avuto la sua rivincita, ma il gioco non è ancora finito, e non finirà finché non imparerà a stare al suo posto.

Lo odio, Dio sa solo quanto lo odi.

La sua presenza, il suo sorriso, il suo aspetto mi danno davvero sui nervi. Il potere che esercita su di me mi dà sui nervi.

Mi massaggio le tempie doloranti a causa di tutti questi innumerevoli pensieri che si sono appropriati della mia testa da non so quanto tempo, prima di avvertire la voce di qualcuno
accanto a me.

« Rebeka? Ma mi stai ascoltando?!» domanda Meg di fronte a me con un sacco di vestiti in mano.

Scrollo la testa confusa e subito mi rendo conto di essere al centro commerciale più grande di New York . Dopo aver mangiucchiato qualcosa, abbiamo deciso di fare un po' di shopping insieme.

Mentre mangiavamo, cercava imperterrita di riprendere quel famoso discorso che abbiamo interrotto l'altro giorno, chiedendomi ripetutamente se fosse tutto a posto. Continuavo ad annuire senza fiatare e dopo i suoi continui tentativi di farmi parlare, ha deciso di lasciar stare, continuando a sbuffare per chissà quanto tempo.

« Scusa, Meg dimmi pure...»

« Ti ho chiesto quale mi sta meglio tra questi due modelli. Sono indecisa tra questi due colori» mi chiede dubbiosa, mostrandomi due maglioni a collo alto, molto fini ed eleganti. Uno è lilla, mentre l'altro è sul rosso acceso.
« Rosso, decisamente» affermo
schietta.

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