14. Contatti rischiosi

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Dylan's Pov

La musica fin troppo alta rimbomba nella enorme casa di mio padre mentre inizia a riempirsi di gente che conosco di vista, quasi tutti della scuola, ma anche qualcun altro che non conosco affatto. Thomas ha invitato il mondo a questa fottuta festa.
Mando giù lo shottino di tequila che ho in mano tutto d'un fiato sperando di potermi consolare almeno con l'alcool questa sera.
«Ehi amico vacci piano, ormai è il quarto che mandi giù senza problemi» afferma Connor seduto affianco a me.
«Stasera devo darmi da fare» rispondo mandando giù anche il quinto.
«Eccovi qua voi due» dice la voce di Sophie seguita a sua volta da Layla, Nicole e Ivy.
«Vieni qua piccola» dice Connor facendo sedere la sua ragazza sulle sue gambe e iniziando a baciarla con desiderio.
Prima che Sophie arrivasse aveva già adocchiato qualcun'altra,ma decido di farmi i cazzi miei e non dire niente, d'altronde sono il primo a farlo.
«Ehi Dyl non mi saluti?» chiede Layla sedendosi accanto a me e rubandomi il mio ultimo shottino di tequila buttandolo giù tutto d'un colpo.
« Ehi Lay, la tua ragazza non c'è stasera?» le chiedo offrendole una birra fresca.
«No, abbiamo litigato» afferma sospirando prima di stappare la sua bottiglia.
«Ehi ma allora sei vivo! Perché non mi hai più richiamata?» esclama Nicole sedendosi in mezzo a me e a Lay prima di incollarsi al mio petto per poi accarezzarmi i capelli.
Stasera mi girano già le palle e non mi va di stare con lei.
«Nicole non siamo fidanzati. Faccio quello che voglio, e anche tu dovresti fare lo stesso. Se non ti ho richiamato avrò avuto i miei validi motivi» le dico levandomi le sue braccia dal collo.
Sa bene che la uso solo per il sesso e così deve essere. Tra il trasloco e tutto il resto non ho pensato minimamente a lei.
«Brutto stronzo» dice prima di alzarsi e scomparire tra la folla. Meglio così, mi stava iniziando ad irritare.
«Ehi ragazzi!» ci salutano Isaac e Thom accompagnati da due ragazze.
Thom ha il braccio intorno alle spalle di Ivy mentre Isaac è con una ragazza che credo di aver visto qualche volta a scuola, ma non conosco il suo nome. È abbastanza alta e slanciata con i capelli biondi che le ricadono sulle spalle, gli occhi sembrano chiari e devo dire che ha davvero un bel corpo. Eh bravo il mio amico...
Li saluto facendo un cenno con la testa per poi alzarmi e andare fuori dalla casa per fumare una sigaretta.
Layla mi segue nel grande terrazzo, si accende la sigaretta e successivamente mi passa l'accendino.
Ispiro il fumo e lo ributto fuori cercando di rilassarmi.
«Allora Lay, che cosa è successo con Jessica?» le domando aspirando il fumo.
«Beh è troppo oppressiva...Stiamo insieme solo da tre settimane e già mi sta incollata!» mi risponde lei ridendo.
Layla non è una ragazza da storia seria, le piace divertirsi, proprio come me. Ci siamo conosciuti al secondo anno di liceo quando lei si era trasferita da Los Angeles. Era diventata amica di Nicole e Ivy, è proprio così che l'ho conosciuta. Era davvero diversa dalle altre ragazze, le è sempre piaciuto rischiare. Era una ragazza che si faceva sentire e notare senza temere nessuno. E lo è ancora adesso.
«Perciò cosa pensi di fare con lei?» continuo incuriosito.
«Se continua così taglierò i ponti.» afferma decisa.
Faccio cenno di no con la testa ridendo per la sua strafottenza. Giro lo sguardo verso il piano di sotto sporgendomi dal balcone del terrazzo e in lontananza intravedo Payton con le sue amiche, che però a causa della lontananza non riesco ad identificare.
Si avvicinano all'entrata e finalmente riesco a capire chi sono: Anne Peterson, una ragazza che non conosco e Rebeka Miller, quella impertinente che continua a sfidarmi costantemente. Devo ammettere che questa sera è una gran figa. I lunghi capelli rossi le ricadono sulla schiena alla perfezione, la gonna nera le fascia il corpo mettendole in risalto le forme. Mentre il top lascia intravedere il suo seno prosperoso. Se non fosse per quel suo carattere di merda forse me la sarei già scopata. Merda, e lo avrei fatto anche molto volentieri.
Dopo averle visto quella cicatrice, ha reagito molto male, come se le fosse accaduto qualcosa che l'avesse segnata profondamente. E quella notte l'ho quasi baciata. Volevo vedere se continuava a fare lo stesso la dura e distaccata, così ho deciso di stuzzicarla apposta. E ho avuto la conferma che mi desiderava, e anche molto. Anche se sembra detestarmi, lei mi voleva. È questo che contava. Ha fatto la bastarda quella sera, anche dopo che l'ho salvata dagli impulsi stupratori di Asher, perciò avevo deciso di fargliela un po' pagare. E il modo migliore sarebbe stato proprio quello di procurarle uno orgasmo, ma ovviamente il mio caro amico Thomas ha veramente un tempismo di merda. So che ci sarei riuscito, so che mi ha desiderato quanto la desideravo io in quel momento, l'ho capito subito da come tremava sotto il mio tocco e da come ansimava quando le baciavo il collo. Mi intriga molto quella ragazza non posso negarlo. Forse perché fino ad adesso le ragazze mi cadevano ai piedi senza obiettare, mentre lei sembra piacerle pazzamente continuare a sfidarmi in quel modo così fastidioso. E adesso sono anche il suo vicino di casa, la cena dell'altro giorno non è stata tanto piacevole, ma devo dire che mi piaceva stuzzicarla e darle fastidio.
Noto che Payton, Anne e l'altra ragazza sembrano molto entusiaste, mentre Rebeka sembra proprio che se ne voglia andare a casa.
«Che stai guardando?» chiede Layla affiancandomi.
«Niente di importante... Andiamo, stasera ci divertiremo, te lo posso assicurare» le dico,mentre ripenso alla faccia che farà mio padre quando vedrà la sua amata villa sottosopra.
Io e Layla rientriamo e raggiungiamo gli altri. Intanto noto che sono in compagnia di qualcuno. Vedo Payton che discute animatamente con Isaac. Le sta trovando da ridere per il modo in cui è vestita. Accanto a lei invece noto Rebeka che ha l'aria di annoiarsi a morte. Si guarda intorno con sguardo decisamente neutro, come se ciò che le sta attorno non la entusiasmasse minimamente. Noto così i suoi occhi verdi leggermente truccati incorniciati da un velo tenue di lentiggini, le labbra rosate lievemente rigonfie che trasmettono alla perfezione il suo volto annoiato. Il mio sguardo non può fare a meno di ricadere sul suo collo candido e snello, ornato da una sottile catenina in oro con un punto luce quasi invisibile. Nella sua semplicità quella ragazza risulta molto più sexy di qualsiasi altra. Non le servono affatto chili di trucco, ciglia finte e silicone per apparire attraente. È talmente distratta che neanche si accorge degli sguardi curiosi che la circondano, o di qualsiasi ragazzo che le passa accanto impegnato a fissarle le gambe lunghe e immacolate. Sembra tanto ingenua quanto astuta, non riesco proprio a capire se è consapevole dell'effetto che ha sugli uomini. Un effetto strano, diverso dall'eccitazione e attrazione sessuale, lei sembra quasi quel genere di donna che puoi ammirare ma che non puoi avere, perché sai subito che è difficile da accontentare. Sai subito che non si farebbe scrupoli a mandarti a fanculo in due secondi. Trasmette la sua diversità a un chilometro di distanza, e sembra quasi non accorgersene.
Decido così di avvicinarmi a lei per darle fastidio.
«Bene bene... Ciao Rebeka» le dico accennando un sorriso malizioso.
Alza lo sguardo e i suoi occhi verdi incontrano i miei.
Fa un cenno con la testa con aria scocciata e superficiale. Mi fa impazzire. È così irritante quanto eccitante.
«È così che saluti il tuo nuovo vicino?» le chiedo avvicinandomi ancora di più a lei. D'istinto lei indietreggia come se volesse starmi il più lontano possibile. Probabilmente teme l'effetto che ha il suo corpo quando si avvicina al mio, e sicuramente le darà molto noia il fatto che io me ne possa accorgere.
« Lasciami in pace, oggi non sono in vena» afferma con un filo di preoccupazione nella voce.
«Andiamo a bere qualcosa ragazze!» esclama Anne prima di portarsi dietro le sue amiche, compresa Rebeka. Prima di andarsene mi rivolge un ultimo sguardo infastidito che mi sembra durare un eternità, le sue guance si sono fatte più vivide e arrossate, conferma del fatto che le faccio più effetto di quando lei non voglia ammettere. La sua amica che non conosco la tira dal braccio impaziente costringendola a girarsi facendole sollevare leggermente la sua chioma rossa e subito avverto il suo profumo dolce e fresco. Ha lunghi capelli rossi che le ricadono appena sopra il suo bel culo, che non posso far a meno di fissare mentre si allontana dirigendosi in pista.
« Chi è quella ragazza? È nuova in città?» chiede Lay mentre si avvicina.
« Nessuno di importante» rispondo per poi sedermi sul divanetto e finire il mio drink. Merda è da tre ore che bevo e non sento nessuno effetto. Fanculo, il destino ha deciso che stasera non riuscirò a consolarmi nemmeno con l'alcool.
In lontananza rivedo Rebeka intenzionata a bere tre shottini di fila con le sue amiche. Probabilmente è nella mia stessa situazione a giudicare dall'umore che aveva prima, e non vedeva l'ora di berci su. Continuo a fissare i suoi movimenti così fini e leggiadri, dopo gli shot la sua faccia imbronciata si è finalmente aperta in un sorriso arrappante. Continua a parlare con le sue amiche mentre cerca di domare le lunghe ciocche di capelli ramati che le ricadono in viso. All'arrivo di un ragazzo, che non conosco, Rebeka alza lo sguardo sorpresa. Il ragazzo, evidentemente colpito dal suo fascino, inizia a parlare tranquillamente senza smettere di staccargli gli occhi di dosso. Mentre parlano a Rebeka ricadono nuovamente i capelli sul viso e subito il ragazzo non perde tempo e riavviarglieli dietro l'orecchio, di conseguenza arrossisce.
Già, mi sa proprio che non è assolutamente a conoscenza dell'effetto che ha sui ragazzi.
« Bene ragazzi... stasera si gioca a tekila pong!!» esclama Sophie impaziente.
Che razza di gioco è? Se lo è inventato.
«Non guardatemi così! È come beer pong ma con la tequila, mi sembra ovvio» replica prima di preparare i bicchieri e riempirli d'alcool.
«Ma c'è anche una piccola novità...» dice con tono malizioso.
«Ogni tre volte che si beve di fila... si deve fare una penitenza scelta dal vincitore» aggiunge prima di scoppiare a ridere.
Un gioco niente male lo devo ammettere.
«Allora? Chi vuole giocare ragazzi?» domanda urlando Ivy a tutta la gente presente nella sala.
Un bel gruppo di persone a quel punto esclama in coro un grande 'io' prima di dirigersi verso il tavolo da gioco preparato da Sophie.
«Diamoci da fare!» afferma Thom dandomi una pacca sulla spalla.
«Questa serata non se la scorderà nessuno amico,credimi.» aggiunge Isaac sorridendo.

Painted SoulsWhere stories live. Discover now