20. Mai Distrarsi

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Beck's Pov

Terminata la lezione della Evans, Anne e Pay mi salutano per dirigersi alla loro ultima lezione, mentre io, avendo un'ora buco per l'assenza del professore di matematica, decido di dirigermi in biblioteca per prendere alcuni libri in prestito utili alla lezione di letteratura di domani. Il corridoio è pieno di studenti intenti a dirigersi verso le classi per sostenere l'ultima lezione della giornata. Arrivo al mio armadietto e ripongo il materiale dell'ora precedente al suo interno per poi andare verso l'ala est del grande istituto, dove si trova la biblioteca. Finalmente arrivata, entro nel grande salone pieno di alti scaffali in legno sui quali sono riposti tantissimi libri in vario colore. La biblioteca sembra abbastanza antica e molto spaziosa. Le pareti beige sono molto ampie e il parquet in legno sembra appena stato lucidato. Al lato dell'intero salone vi sono molti tavoli, la maggior parte occupati da molti studenti intenti a studiare e leggere libri. Per mia sfortuna, la porta di entrata della biblioteca sbatte rumorosamente mettendo fine al silenzio tombale che governava l'intera struttura. Alcuni studenti si girano verso di me con sguardo scocciato per avergli interrotto la silenziosa lettura. Abbasso lo sguardo imbarazzata e mi dirigo silenziosamente verso il reparto letteratura. Stranamente questo lato della biblioteca risulta essere vuoto, noto qualche studente in lontananza, ma è praticamente isolato. Con tutta la tranquillità che c'è in questo momento credo sia una buona idea anticiparmi qualcosa per domani e svolgere quel compito che il professore di letteratura ci ha assegnato. Scelgo così un piccolo tavolo isolato circondato da un sacco di scaffali colmi di libri, che lo rendono un posticino appartato e davvero tranquillo. Mi siedo e tiro fuori qualche appunto da integrare con il libro che ho trovato nello scaffale qua vicino. Sbuffo nel vedere quanta roba ho da studiare questa settimana, non sono affatto una scansa fatiche a scuola, ma in questo periodo mi riesce un po' difficile concentrarmi e non so bene il perché a dire il vero. Mia madre continua a tempestarmi di messaggi chiedendomi come sto e se è tutto ok, ma in questo momento non me la sento affatto di risponderle. Megan dovrei rivederla domani pomeriggio se tutto va bene, mi ha proposto di fare un giro in centro per un aperitivo, ma so benissimo che vorrebbe continuare quella conversazione in sospeso. Conoscendo Megan so per certo che mi obbligherà con la forza a dirle tutto ciò che mi passa per la testa. Dopo il trauma vissuto a Denver anche lei è diventata molto più protettiva nei miei confronti.
"Che ti succede Rebeka? Perché hai questa faccia?"
Non capisco davvero perché in questi giorni tutti facciano caso alla mia faccia, ammetto di non essere così tanto in forma in questo periodo, ma sembra davvero che qualsiasi persona riesca ad accorgersi della mia espressione 'spenta' come ha detto Meg. Nicole, Dylan e addirittura Megan. A volte vorrei davvero essere meno sensibile, riuscire a nascondere i mie sentimenti perfettamente. In genere ci riesco con molta facilità, ma in questo caso non sembrerebbe. La cosa che non capisco sul serio è il perché. Tutte le volte che la mia mente cerca di rispondere a questa domanda, mi sorge spontaneo ricordare quel momento in particolare alla festa, quel momento in cui ho visto Davis qualche giorno dopo arrivare a scuola felice e contento, facendomi sentire un vera fallita. Dovrei davvero credere che sono ridotta così a causa sua? No no no no, non è di certo per questo. Non può e non deve essere per questo.
I miei pensieri vengono interrotti dal tintinnio di qualcosa di metallico provenire da una ragazza poco lontano da me. Mi accorgo così dei numerosi bracciali colmi di ciondoli dal quale deriva il tenue rumore, che in questo silenzio tombale si sente abbastanza. La ragazza sembra concentrata nel cercare qualcosa tra gli scaffali. Passa le dita su ogni libro leggendo tutti i titoli, alla ricerca di qualcosa in specifico. Improvvisamente il suo dito si ferma su un libro abbastanza spesso, che ha l'aria di essere molto vecchio. La ragazza lo tira fuori e lo rigira tra le mani come un manufatto antico. Alza leggermente il viso che si apre in un leggero sorriso. Presumo dunque abbia trovato ciò che cerca. È una ragazza abbastanza snella, i capelli corvini le arrivano alle spalle e sono leggermente mossi verso le punte. La divisa scolastica le sta divinamente lasciando scoperte le gambe snelle e candide, mentre la vita stretta è messa in evidenza dalla gonna in stoffa. A un certo punto, decide di sedersi poco distante da me prima di iniziare a leggere il suo libro.
Abbasso lo sguardo verso il mio quaderno per continuare il mio compito. Anche se c'è un gran silenzio mi è ugualmente difficile concentrarmi. Iniziò così picchiettare la penna sul tavolo iniziando a sbuffare scocciata. Dio mio che nervoso!
Alzo nuovamente lo sguardo verso la ragazza di fronte a me che continua imperterrita nella sua lettura, ma prima che che possa smettere di guardarla i suoi occhi incontrano i miei. Ha gli occhi molto chiari, di un azzurro acceso. Il suo sguardo è davvero intenso non posso negarlo, da una parte mi incuriosisce. Credo di non aver mai visto questa ragazza a scuola, contando però che sono qui da poco. Magari è sempre stata in questo liceo. Riabbasso lo sguardo, rendendomi conto di sembrare una maniaca per quanto ci stessimo guardando intensamente. Ammetto che girarsi e vedere qualcuno che ti fissa in questo lato della biblioteca completamente isolato e macabro, non credo sia il massimo. Dopo dieci minuti senza saper cosa scrivere nel compito, sbuffo sconfitta e chiudo il libro insieme al quaderno. Mi alzo abbastanza irritata strusciando la sedia sul parquet, e grazie alla mia goffaggine, scontro la gamba contro il tavolo facendo cadere il grosso libro di letteratura insieme al mio astuccio colmo di penne e matite. Le matite iniziano a rotolare lungo il pavimento in direzioni differenti e il libro emette immediatamente un forte e fastidioso rumore. Mi affretto a raccogliere l'astuccio e le penne ormai sparse sul pavimento, le ripongo tutte dentro il borsello e lo appoggio sul tavolo. Faccio per afferrare il libro ormai capovolto, ma la mano di qualcuno precede la mia. La ragazza di prima è proprio davanti a me, che tiene gli occhi chiari e cristallini fissi nei miei, afferra il libro senza dire nulla.
« Grazie» dico guardandola.
« Fai fatica a concentrarti eh?» mi chiede accennando un sorriso. Ha un timbro di voce abbastanza basso, ma allo stesso tempo sicuro di sé.
« Da cosa te ne sei accorta?» chiedo curiosa.
« Beh, è da tre ore che sbuffi rumorosamente, ti guardi intorno distratta e continuavi a picchiettare la penna sul tavolo» afferma guardandomi.
« Sono davvero così fastidiosa?» chiedo un po' imbarazzata.
« Sì abbastanza» afferma mantenendo un leggero sorriso.
« Sei nuova qui? Non credo di averti mai vista» mi azzardo a chiedere.
« Magari riesco semplicemente a non farmi notare» afferma alzando le spalle.
Dubito che una ragazza come lei passi inosservata, è davvero molto bella, di sicuro un sacco di ragazzi della scuola le avranno chiesto di uscire.
Mi porge il libro e subito lo afferro, dopodiché si avvicina a me e prende in mano la mia collanina d'oro bianco. Riesce così liberarla dai capelli a cui mi si era ingrovigliata, rimettendomela apposto in un secondo. Dopodiché si allontana e prima di andarsene accenna un sorriso in mia direzione, si dirige verso il suo tavolo e sparisce tra gli alti scaffali, dopo aver recuperato il grande libro che stava leggendo. Che strana ragazza...

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