Capitolo 13

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Eddie non aveva mai visto il Corvino più a disagio. Continuava a spostarsi sul divano, non trovando una posizione comoda, grattandosi furiosamente l'incavo del comito e non guardandolo in faccia per nessuna ragione al mondo. Era palese che non volesse essere lì, e d'altronde nemmeno Kaspbrak era poi tanto contento, ma aveva bisogno di spiegazioni, e non si andava di certo per le brevi.
Però in compenso Edward Kaspbrak era un ragazzo che sapeva resistere in queste situazioni, e per questo manteneva lo sguardo fisso sull'altro, perfettamente consapevole della potenza dei suoi occhi. Era come se stesse cercando di infondergli la sua energia, di modo che finalmente riuscisse a spezzare il silenzio e arrivare in un modo o nell'altro a parlare. In qualche modo sapeva che non doveva essere lui a prender parola, in fin dei conti lui si era dato una mossa dal principio per mandargli un non così tanto velato segnale, ora toccava a Richie. Che finalmente parlò.

"Uh... posso abbracciarti?" iniziò con una voce arrochita. "Ho sempre voluto farlo... A meno che tu non pensi che sia strano..." si affrettò ad aggiungere. Non voleva affrettare le cose e farlo sentire forzato, ma così facendo non si rese conto che un abbraccio non implicava in nessun linguaggio conosciuto da loro una solenne proposta di matrimonio. Tutto il suo imbarazzo fece sorridere Eddie, che con un'espressione divertita gli rispose: "È strano che tu mi chieda il permesso..." anche se, doveva ammettere, non gli dispiaceva questo lato cauto della Boccaccia. "...Mi hai abbracciato un milione di volte..."

"...Lo so..." concordò subito, "Ma ora sarà diverso..."

Anche Eds si accorse della differenza, arrossendo violentemente, ma solo qualche istante prima che le braccia goffe di Richie lo avvolgessero in un imbarazzato abbraccio. "Vedi?" chiese con un sospiro rilassato il Quattrocchi. Nessun ragazzo avrebbe mai potuto avere la posizione rigida che il piccolo Kaspbrak teneva in quei pochi istanti tesi e intensi prima di sciogliersi completamente contro l'altro. Poteva sentirne il respiro regolare e il battito accelerato che aveva appena percepito sul petto, ora attraverso la pelle. Il peso della testa riccioluta sulla sua spalla non era insopportabile, tutt'altro: non chiedeva altro da mesi. Il ragazzo asmatico che tante volte era stato preso in giro, picchiato e additato come una checca, tra quelle braccia dimenticava gli insulti che gli erano stati rivolti per anni, non ci sentiva niente di sbagliato o fuori posto. Sentiva molto più suo l'odore del ragazzo casinista, un miscuglio di tabacco, cibo spazzatura (si rese conto dell'esistenza di quel sentore solo grazie a lui) e qualcosa di floreale che presumeva essere l'ammorbidente usato dalla Signora Tozier, che non il tipico odore di una qualsiasi ragazza di Derry, gomma da masticare alla fragola, un profumo dolciastro e nauseabondo che pareva essere molto in voga a quegli anni e in generale l'essenza che era percepita fuori luogo persino dalle sue narici. Non voleva suonare come una sorta di animale predatore che analizzava le scie odorose delle persone per scegliere la sua preda, ma era così e basta. Cominciò a pensare addirittura che i bulli famelici di paura che si aggiravano per i corridoi della scuola in cerca soprattutto di lui fossero in fondo in fondo solo invidiosi, perché lui aveva ciò che loro non si potevano nemmeno immaginare, ed era la sensazione fantastica di essere finalmente completo nella sua essenza. Tra sé e sé pensò che se questo significava essere una checca, non aveva niente da obbiettare e ne andava profondamente fiero. Con gli occhi beatamente chiusi, avvicinò le labbra all'orecchio di Tozier e gli sussurrò un sicuro "Mi piacciono i cambiamenti, Rich." per poi abbandonare la fronte alta sull'incavo del collo.

Stettero così per pochi paradisiaci minuti, il respiro di ognuno che faceva rabbrividire piacevolmente l'altro, fino a quando l'ipertensione del Corvino non glielo impedì. "Cristo... Sono tutto tremante e sudato come un maialino... Te l'ho detto, sono una frana in questo genere di cose..." mormorò con una risata nervosa. Ed Eddie colse la palla al balzo per ripagarlo di tutte le torture che gli aveva inflitto nel corso degli anni.

Loose Ends - A Reddie fanfictionWhere stories live. Discover now