CAMILLA

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Non ho chiuso occhio e Brayden ha preferito dormire da solo.
Fisso l'acqua limpida della piscina, restandomene da sola in giardino nelle prime ore del mattino. C'è silenzio, tranne che per qualche cinguettio che mi tiene compagnia. Ma mi sono molto demoralizzata dopo la discussione con Brayden e non riesco a trovare una soluzione.
Sono così noiosa e pesante come persona? Perché questo ho capito dopo le sue ultime parole, soprattutto dopo averlo visto con i suoi amici. Ma cosa avrei dovuto fare? Stare al gioco? Fingere di divertirmi? Ignorare quella tipa che ci guardava come se fossimo la cosa più assurda e ridicola del mondo? Ma anche no! Brayden era troppo diverso e io non riesco ad accettarlo, perché non capisco cosa sta a significare. È stato sempre così e con me si è solo finto un'altra persona?

     «Ti ho portato del caffè». Eric mi allunga una tazza e si siede su una sdraio accanto a me.
Alzo gli occhi su di lui e afferro la tazza.

«Buongiorno» aggiunge con un sorriso.

«Io... ancora non ho preparato la colazione. Oggi è sabato e credevo avresti dormito di più. Ma vado subito...» provo ad alzarmi ma lui mi afferra il polso.

«Rilassati, Camilla. Beviamoci questa tazza di caffè». Mi invita a sedermi di nuovo e si mette comodo sulla sdraio, con il viso rivolto al sole ancora tiepido.

Tiro un sospiro e faccio lo stesso anche io, ma proprio non riesco a rilassarmi.
«Mi dispiace per ieri sera. Siete riusciti a chiarirvi?» mi chiede dopo un po'.

     «No, purtroppo» rispondo incerta. È strano parlare con lui dei miei problemi con suo figlio. «Tu hai passato una bella serata? Non dovevi mettere in ordine la cucina, potevo pensarci io».

      «I ragazzi avevano spazzolato tutto fino all'ultima briciola. Ho dovuto solo mettere i piatti in lavastoviglie, ma non preoccuparti sempre delle pulizie. Camilla, sì che stai vivendo a casa mia ma questo non deve obbligarti a fare necessariamente qualcosa. Pago Dolores per pulire e sistemare la casa».

      «Lo so, ma non riesco a stare con le mani in mano per tutto il tempo. Eric, stai già facendo tanto».

      «È un mio dovere. Ma tu... stai bene?»

       Alzo le spalle. «Non lo so. Forse sono... confusa, credo». Non so bene cosa dire e non mi sento affatto a mio agio.

«Okay, forse sono l'ultima persona al mondo con cui vorresti parlare dei tuoi problemi con Brayden. Ma... ho un'idea». Si alza e mi allunga una mano. La luce del sole gli illumina gli occhi di un intenso azzurro.

       Mi incanto ad ammirarli. «Cioè?»

       «Ti va di fare un giro in azienda? Ci sei stata due volte e per due volte non ti ho fatto vedere praticamente nulla».

       «Sei sicuro? Cioè, non do fastidio a nessuno?» afferro comunque la sua mano.

        «Non c'è nessuno di sabato. Potrei farti vedere alcuni progetti e idee. Il modo in cui progettiamo digitalmente alcune ristrutturazioni. Insomma, ci sarà da divertirsi».

       «Okay, sì. Mi piacerebbe molto» sorrido e lui fa una leggera pressione sulla mia mano nella sua, per farmi alzare dalla sdraio. E mezz'ora dopo, stiamo varcando la soglia del suo ufficio.

        Forse è un bene staccare per un po' i pensieri da Brayden, anche se non ho la più pallida idea di cosa aspettarmi dalla nostra relazione. Sembra che ormai qualcosa si è crepato, eppure, sento di voler essere più qui in questo ufficio che a casa con lui a cercare di riparare il rapporto.

        Eric sembra tenerci molto a tirarmi su col morale e non so neanche il perché. Però, mi fa piacere vederlo così attento e premuroso nei miei confronti. Mi fa stare bene.
         E oggi è anche più simpatico del solito. Sarà che ormai tra noi si sta instaurando un qualche tipo di legame, sarà che lo fa per farmi sentire meno in colpa del figlio, non ne ho idea. Ma sento che comunque non c'è più quell'imbarazzo che ci accomunava all'inizio e che ci parliamo e guardiamo in modo del tutto naturale.

Bad Attraction (storia incompleta) Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon