CAMILLA

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Non riesco a dire neanche una sola parola quando entriamo in auto e lui si avvia chissà dove.
     Vorrei capire come mi sento. Forse arrabbiata? Imbarazzata? Non lo so, ma non è stata certamente bella la sua reazione davanti a suo padre e i suoi amici. Per quale motivo poi? Infastidire Eric?
Ma ora non mi va di chiederglielo e aprire un discorso che possa rovinare la nostra prima serata fuori casa, ma di certo non riesco a sentirmi rilassata.
     Ora mi sento messa in cattiva luce. Di nuovo usata solo per un capriccio. E chissà perché, adesso comincio a dubitare anche di questa improvvisa uscita.
      Era andato via poco prima che Eric rientrasse dicendomi che aveva un turno a lavoro e invece... eccolo qui, improvvisamente libero.

      «Allora? Hai finalmente capito che mi merito un festeggiamento per la borsa di studio?» rompo il silenzio con una domanda che spero non faccia esplodere subito una mina vagante che ormai sento posizionate tra di noi.

«L'hai vinta?» mi chiede sorpreso, ma non sorpreso nel senso positivo, ma come se lui aveva già dato per scontato che non ce l'avrei fatta.

«Sì, te l'ho anche detto oggi. Ma non mi ascolti quando parlo?» evidentemente no. Era impegnato a scrivere non so cosa sul cellulare quando gli ho raccontato della mia mattina.

«Ah, sì. Scusami, forse stavo pensando al prossimo turno a lavoro. Domani è sabato e mi hanno chiesto di sostituire il tipo che ha il turno dopo di me».

«Farai un doppio turno quindi?»

«Esatto, per questo stasera sono di nuovo libero. Recupererò domani le ore di lavoro».

«Tutta la notte?»

«Sì, dovrò lavorare tutta la notte», mi ripete, ma io ho una brutta sensazione. Cerco di ignorarla però e concentrarmi invece solo su questa stasera.

«Allora, dove mi porti?» chiedo dopo un po'.

«A conoscere i miei vecchi amici», mi fa un rapido sorrido e poi riprende a guardare subito la strada.

Bene, mi sta portando dai suoi amici, e questo è positivo, no? Perlomeno non ha pensato di andarci da solo e di rendermi partecipe in qualcosa. Ma quando arriviamo in un vecchio bar, non mi sento per niente a mio agio, anzi, mi sento del tutto fuori posto.

      Brayden si avvicina subito a un gruppetto di ragazzi che ha assediato un tavolo colmo di alcol e mi presenta subito a loro, ma poi... mi ignora completamente. Ovviamente, sono l'unica ragazza del gruppo, non li conosco, non ho ricordi del liceo da condividere e non amo bere alcol. Ma guardo Brayden, il modo in cui ride, gesticola, beve e come tutti lo mettono al centro dell'attenzione e mi rendo conto che, dopotutto, quell'uragano non ha stravolto le nostre vite... ma le ha cambiate. Forse io e Brayden dovevamo trovarci qui un giorno e capire di cosa ci stavamo privando. Lui ha ritrovato il suo vecchio se stesso, io ho trovato l'opportunità che desideravo da una vita. Ma qualcosa nel discorso che sta intrattenendo con i suoi amici, stona parecchio alle mie orecchie. «Las Vegas?» chiedo confusa.

     «Beh...» Brayden si volta a guardarmi. «Può essere una grande possibilità di lavoro per me».

      E quando ha pensato di trasferirsi a Las Vegas. E io? Ha appena saputo che ho vinto la borsa di studio. Lasciarla perdere per seguirlo a quasi quattrocentomila chilometri da qui, proprio non se ne parla. Ma mentre sto per controbattere, alcune ragazze si uniscono a noi e sembra che conoscano molto bene gli altri ragazzi, soprattutto Brayden. E all'improvviso, lui mi afferra un braccio e mi fa sedere sulle sue gambe. Forse sta pensando che sono gelosa e vuole farmi sentire più considerata? Non ne io idea, ma quando poso gli occhi su una delle ragazze, forse capisco perché.

Bad Attraction (storia incompleta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora