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Joshua



Giuro che se entro questa sera non mi spiega chi era quel damedino, mi arrabbio.
Secondo lei posso mai credere alla storia della coca cola?
Sapete quante volte l'ho fatto io, per avere le sue attenzioni.
Però né parleremo più tardi, ora siamo qui per una cosa ancora più importante.

<<Tesoro, ti prego di perdonarmi in anticipo e di ricordare che io ti ho capita quando mi hai parlato di Noah.>>

<<Papà, mi stai spaventando.>>

<<Promettimi che capirai.>>

<<Lo prometto! Ora parla.>> Lo prega Ele.

<<Tanti anni fa, subito dopo il mio matrimonio, iniziai una relazione con la nostra cameriera. Si chiamava Isabell e la conobbi ad una mostra in città. Se c'era una cosa che amava tanto fate, era disegnare. Io l'amavo, volevo addirittura lasciare la mia famiglia per lei, però Isabell si ammalò. Tua madre nel frattempo lo scopri e voleva cacciarli di casa. Alla fine decise che dovevo troncare subito quella storia. Però....>>

<<Però cosa?>> Ele ascolta incredula il racconto anche se non sembra sconvolta.

Almeno non ancora!

<<Isabell un giorno venne da me e mi disse di aspettare un bambino.>>

<<Cosa?>> Ora è sconvolta.

<<Isabell portò avanti la gravidanza e alla fine nacque una bellissima bambina. Peccato che Isabell non conobbe mai la sua dolce bambina, perché subito dopo averla data alla luce morì.>>

<<Dov'è ora tua figlia?>> Domanda.

Io e Nathan ci guardiamo in faccia e lei ci scruta attentamente.

<<La bambina ha vissuto per qualche mese con i nonni materni, ma erano già anziani e malati che morirono qualche anno dopo. Il padre di Isabell morì d'infarto quando la bambina aveva 7 mesi, mentre la madre morì di polmonite quando la piccola aveva poco più di due anni. Così decisi di prendere la bambina con me e farle credere che mia moglie, era la sua vera madre.>>

Panico, panico, panico.

Rachele inizia a piangere e suo padre la segue a ruota.
Io dal canto mio ho paura, paura che lei possa andare in mille pezzi.
E non me lo perdonerei mai se accadesse.

<<Papà... Quella bambina ero io o Brianna?>>

Nathan tarda a rispondere, allora ci penso io.

<<Sei tu Rachele... Quella bambina sei tu!>> Affermo.

E lo sento, sento il suo cuore andare in pezzi.

<<Io... O cazzo!>> Si alza dal divano e inizia ad agitarsi, suo padre prova a calmarla ma si agita ancora di più.

Allora mi alzo e l'abbraccio. Lei si rilassa e poi scoppia a piangere. Le lacrime mi bagnano la maglia, ma ciò è niente se penso che ora più che mai sta soffrendo.

<<Rachele mi dispiace. Se vuoi che io sparisca per sempre dalla tua vita, basta dirlo. Anche se farà male, lo farò.>> Gli dice Nathan.

Lei si stacca da me ma non di troppo.

<<Papà non ti chiederei mai una cosa del genere.>> Nathan sorride di poco e poi i due si abbracciano.

<<Brianna conosce questa storia?>>

<<L'ha scoperto per caso qualche anno fa.>> Ammetto.

<<Tu lo sapevi?>> Chiede a me.

<<Tuo padre me lo ha raccontato ieri, prima di partire.>>

<<Sanno che siete qua?>>

<<No, se senti tua madre non dirle niente. Altrimenti Brianna lo verrà a sapere.>>

<<Brianna....>> Mi guarda e a tal proposito...

<<Io vi lascio soli. Voi due dovreste parlare!>> Interviene mio suocero.

<<Ci vediamo più tardi. Passerò a salutare Noah!>> Dice prima di andare definitivamente via.

<<Mi dispiace per la maglia.>>

<<A me dispiace più per te, che per un pezzo di stoffa.>> Sintetizzo.

<<Come vanno le cose con Brianna e la gravidanza?>>

<<Bene... E volevo parlarti proprio di questo!>>

<<Prima beviamo qualcosa di fresco, poi parliamo.>> Va in cunica e mentre io aspetto che torni con una bevanda, mi guardo attorno.

Il pavimento è di un unico colore, bianco ad effetto bagnato. Il divano e la cucina sono di un colore crema, mentre i mobili sono tutti sul begie

La cemeretta di Noah invece ha il soffitto colorato di un azzurro cielo mentre le pareti attorno sono interamente bianche.
Al centro della stanza ha un letto da una piazza e mezza, a entrambi i lati del letto c'è un mobiletto con una cabina armadio, e diffonde il letto ha una scrivania con tutto l'occorrente da disegno.
E naturalmente è tutta arredata d'azzurro e bianco.

Poi passo allo studio di Ele dove a dominare la stanza c'è una scrivania in vetro e un tavolino con delle sedie.
La stanza è anche ben illuminata.

Alla fine mi addentro nella sua camera da letto.
C'è un letto matrimoniale a centro della stanza, un piccolo mobile sulla destra del letto e a sinistra la cabina armadio.
Difronte al letto ha un mobile più grande con lo specchio e su di esso vi sono appoggiate delle cornici con delle foto.
Foto che ritraggono Noah ai suoi primi giorni di vita.

<<Ecco dov'eri! Vieni, ho preparato una limonata.>>

La seguo a ruota e una volta in salone, mi porge il bicchiere con la limonata.

<<Lascio Brianna!>> Affermo di colpo, facendole andare la limonata di traverso.

Ti Stavo Aspettando Where stories live. Discover now