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Rachele

Sono atterrata a New York due ore fa e appena ho rivisto Carmen sono scoppiata in lacrime.
Un pò per la gioia di rivederla, un pò perché le ho raccontato cosa mi è successo con Joshua.
E ripensandoci mi ha fatta stare ancora più male.

<<Potrebbe essere che tua sorella abbia mentito sulla gravidanza per tenersi stretto Joshua?>>

<<Brianna non farebbe mai una cosa del genere. Poi ho saputo che la madre di Joshua era con lei durante l'ecografia, quindi è impossibile.>>

<<Ok, allora non pensiamoci più. Troverai di meglio. Tu meriti di meglio.>>

<<Grazie.>>

<<Oh, figurati. Ora però vado. Ci vediamo domani a lavoro.>> Carmen passa a salutare Noah in camera sua e va via.

Nel frattempo a San Francisco

<<Calmati Joshua. Troveremo una soluzione a tutto.>> Mi ripete da ore mio fratello.

<<È andata via. Tra 6 giorni sposo sua sorella, la madre di mio figlio. Come la trovo una soluzione secondo te?>> Sbraito.

<<Per favore Joshua, così spaventi Daniela.>> Mi rimprovera Cecilia.

<<Scusami.>> Tiro leggermente i capelli all'indietro e mi metto a sedere provando a calmarmi inutilmente.

<<Io amo Rachele.>>

<<Finalmente lo hai detto!>> Afferma mia madre sbucano dal nulla.

<<Mamma.>> Scatto all'inpiedi.

<<Tranquillo tesoro, è una cosa che sapevamo già tutti. Dovevi solo confessarlo a te stesso.>>

<<Nessun rimprovero?>>

<<Perché dovrei. Mio figlio è innamorato della madre di suo figlio. Non ci vedo nulla di male.>>

<<Anche Brianna presto sarà la madre di mio figlio.>>

<<Oh contaci.>> Ribatte retorica.

<<In che senso?>> Chiedo.

<<Nulla di cui tu debba preoccuparti figlio mio.>>

Ora - New York

Stavo preparando la cena quando il mio cellulare suona e compare il suo nome.
Come già detto farò rispondere Noah e alla fine così ho fatto.

<<Mamma vuole te?>> Noah mi passa il cellulare e per un solo attimo esito.
Però alla fine cedo.
È pur sempre il padre di mio figlio.
Dovrò pure comunicare con lui in qualche modo.

<<Problemi?>> Inizio così la chiamata.

<<Come stai?>>

<<Come vuoi che stia? Di merda no!>>

<<Domanda stupida.>>

<<È tutta colpa tua Joshua. Questo casino è colpa tua.>> Gli urlo contro.

<<È colpa mia? Ma davvero? Non essere egoista ora. Se mi avresti detto a tempo debito di Noah, oggi avrei vissuto lì con voi come una famiglia felice. Quindi la colpa è tua Ele, non mia.>>

<<Il mio è stato un gesto impulsivo, una cosa dettata dalla paura. Quale colpa vuoi dare ad una ragazza appena 19enne tutta sola in una città come New York? Dimmelo.>>

<<Scusa.>>

<<Oramai non facciamo altro che creare casini, litigare e chiedere scusa in continuazione. Io sono stanca. Stanca da morire Joshua. Quindi cerchiamo di andare d'accordo almeno per nostro figlio e viviamo le nostre vite come sempre.>>

<<Potrei farlo se solo non ti amassi.>>

<<Buonanotte Joahua.>> Senza aspettare una sua risposta riaggancio.

Ti amo anche io Joshua.
Ma non credi che ormai un "ti amo" sia diventata una parola scontata?
Una parola che tutti si dicono troppo spesso senza metterci sentimento, amore?

Dove diavolo sono finiti i fatti?

Onestamente preferisco le storie d'amore che non stiano sempre a ripetersi "ti amo".
Preferisco le carezze, le farfalle allo stomaco, i battiti mancati, il brivido lungo la schiena, i sorrisi.
Ecco, io l'amore voglio dimostrarlo così.
Voglio dimostrarlo con gli occhi, quando magari tu mi guardi e nei miei occhi ci vedi le emozioni più belle, quelle vere.
Oppure vorrei dimostrartelo quando magari ti abbraccio e li allora capisci che in quell'abbraccio, c'è racchiuso tutto il mio interesse per te, il mio calore, quel calore che sa di casa.
O magari di quella forza che avrò per sorreggere entrambi, quando tu non c'è la fai.

Ecco, forse leggo troppi libri dove l'amore ti viene spiegato in questo modo.
Però lo preferisco così, al posto del solito cliché.

<<Mamma mi racconti una favola dopo cena?>>

<<Prima lavi i denti e metti il pigiama, poi ti racconto una favola.>>

Sono proprio fortunata.
Si lo so che può sembrare strano.
Come potrei mai essere fortunata se ho tanti problemi?
Be... la mia fortuna ha un nome... NOAH HILL, mio figlio.

Ti Stavo Aspettando Where stories live. Discover now