II.

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Se c'era una cosa che, negli anni, Harry aveva capito era che la vita è imprevedibile. Non avrebbe mai pensato di sopravvivere alla battaglia contro Lord Voldemort, né di sposarsi, avere figli e divorziare. A onor del vero, forse quest'ultima cosa se l'aspettava.
Aveva avuto un matrimonio abbastanza felice con Ginny; lei era stata una ragazza coraggiosa trasformatasi in una donna altrettanto tosta. Avevano condiviso molto, esperienze, emozioni, quotidianità ed era stata proprio quest'ultima cosa ad averli uccisi. Si erano dati così tanto per scontati che avevano smesso di guardarsi, capirsi, cercarsi, raccontarsi. Capitava sempre più spesso che dormissero separati o che non si rivolgessero la parola per giorni interi: il loro amore, nato nell'avversità, era sfociato nella noia e nell'apatia. Nessuno dei due era felice di come le cose si stavano muovendo e un giorno avevano cominciato a parlare di divorzio.

Era accaduto una mattina qualunque. I loro figli erano a Hogwarts e loro due stavano annegando nel silenzio di Grimmauld Place.
"Harry, credo che dovremmo finirla qui."
Le parole di Ginny gli erano arrivate addosso come un fulmine a ciel sereno; si era accorto di alcuni cambiamenti, incluso il diminuire dei loro rapporti sessuali, ma non aveva mai vagliato l'ipotesi di poter chiudere la loro storia.
"Dovremmo finirla?"
"Ci ho pensato su, Harry. Io... Ti voglio bene, rispetto tutto quello che hai fatto e ti stimo tantissimo ma..."
"Non mi ami più."
"Non ti amo più."
Tanto gli era bastato e aveva annuito. Era stata l'accettazione tanto spontanea a fargli aprire gli occhi: anche lui non l'amava più, sebbene fosse legato all'idea di quella che era stata la loro storia d'amore.

La parte più difficile era stata quella di comunicarlo ai loro figli. Avevano entrambi paura che non avrebbero capito, che si sarebbero arrabbiati da morire... E invece non lo avevano fatto. Solo Lily aveva piagnucolato un po' ma era bastato un lungo abbraccio per farla stare meglio.

Il suo matrimonio era finito così, con un abbraccio e una firma su un documento ministeriale. Lui e Ginny non avevano neanche litigato sull'affidamento dei bambini: da settembre a luglio sarebbero stati a Hogwarts e durante le vacanze avrebbero potuto scegliere loro dove stare. Albus e Lily avevano preferito restare a Grimmauld Place con Ginny mentre James si era trasferito a Streatham Common con il padre: aveva conquistato una stanza tutta per sé! Sia Molly che Arthur, però, avevano insistito che Harry continuasse a prendere parte alle festività con i Weasley; d'altronde, loro erano stati la sua famiglia fin dai primi tempi della scuola, e questa cosa non sarebbe dovuta cambiare per nulla al mondo. Lui aveva accettato e, anche se all'inizio era stato un po' strano, Ron e Hermione gli erano rimasti accanto. Erano bastate un paio di battutacce di George per sciogliere la tensione e tutto era tornato alla normalità.

"Normalità".
Che parolone.

Rivolgersi a Ginny usando il suo nome piuttosto che un nomignolo affettuoso standard era stato difficile; un paio di volte gli era sfuggito un "cara" ma, per fortuna, era passato inosservato.
Era stato tutto così tranquillo e civile che Harry e Ginny si erano perfino scambiati un regalo di Natale. Lei gli aveva regalato una sciarpa di una bella tonalità di bordeaux mentre lui le aveva comprato un libro sulla storia del Quidditch comprensivo di fotografie storiche e replica del primo boccino d'oro. Entrambi erano parsi molto soddisfatti e avevano ripreso a scambiarsi informazioni sui loro figli.

Dopo cena James, Albus e Lily avevano espresso il desiderio di restare a dormire a "La Tana" insieme ai cugini; nessuno dei due aveva avuto il coraggio di negare loro la cosa e li avevano accontentati. Quando era passata la mezzanotte i due avevano salutato Molly e Arthur ed erano usciti con l'intento di ritirarsi ognuno a casa propria. In realtà Harry non aveva voglia di tornare a casa. Aveva trascorso tutto l'autunno da solo nell'appartamento a Streatham ma quella era la sera di Natale e non gli andava di restare a guardare le lucine dalla finestra in solitudine, gli ricordava troppo l'infanzia vissuta con i Dursley. Arrivò oltre i confini de "La Tana" e rimuginò sul fatto che c'era un unico posto in cui poteva trascorrere del tempo con qualcuno; si materializzò a Hogsmeade e camminò lungo la strada innevata che conduceva a "I Tre Manici di Scopa". Lì avrebbe potuto scambiare due chiacchiere con qualche mago e bere un paio di Whiskey Incendiari prima di andare a letto.
Fu sorpreso, però, di trovare un'altra persona ferma proprio fuori allo stesso locale. Istintivamente gli si avvicinò e riconobbe subito il mago che si nascondeva sotto al pesante mantello verde mirto. Restò accanto all'uomo in assoluto silenzio, si infilò le mani in tasca e si soffermò a guardare l'insegna contornata di lucine colorate. Non era sicuro ma ebbe l'impressione che, di tanto in tanto, anche l'altro gli avesse lanciato qualche sguardo. Anzi, fu proprio lui a rompere il ghiaccio.

Stai lontano dai PotterOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz