XIV.

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La cucina di casa Potter non era molto grande e proprio per questo risultava essere uno spazio accogliente e vivibile, a misura di mago. Da quando Draco aveva accettato di abitare lì, poi, la cucina profumava sempre di qualcosa; forse erano tutte le candele che aveva comprato alla Farmacia o qualche incantesimo di diffusione di sentenze, fatto stava che la cucina di casa Potter era piccola, accogliente e profumata.

Per qualche strano motivo, Scorpius non si era mai sentito così a casa come in quella cucina. Eppure era un appartamento in cui non era mai entrato prima di quella stessa estate.

- Minerva deve aver saputo che vi siete trasferiti qui, - commentò Harry. Anche lui stringeva una lettera da Hogwarts, questa volta l'aveva afferrata subito. Nonostante fossero passati anni che contavano come secoli, aveva il timore che qualcuno potesse nascondergli le comunicazioni che l'avrebbero condotto al mondo della magia.

Scorpius scartò la sua lettera e la lesse con attenzione fino alla fine. Poi strabuzzò gli occhi. - M-m-mi hanno... mi hanno scelto come Prefetto Serpeverde! - esclamò felice e fissò suo padre in cerca di supporto. Ma Draco non disse nulla e si limitò ad un sorriso stentato.

Proprio quando Scorpius stava per abbassare lo sguardo, intervenne Harry.

- Ma è fantastico, bisogna festeggiare! Che ne dite se stasera ordiniamo una pizza? -

Il giovane Malfoy sorrise debolmente ed annuì. - Sì! Ma questa volta niente ananas, però. -

James rise e poi strinse le spalle. - Ma non è così malvagio, comunque... -

- Tu... tu... sei un traditore del tuo sangue, - lo rimproverò Harry. Scoppiarono a ridere tutti e tre.

Draco li fissava assente, come se stesse guardando un film alla tele-qualcosa che Harry aveva in soggiorno, come se fosse una sostanza extra-corporea che non combaciava con la sua presenza fisica. Non aveva ancora aperto la lettera che era arrivata per lui.

Voleva essere felice per suo figlio, abbracciarlo, scompigliare i suoi capelli e dirgli che era molto, molto, orgoglioso di lui. Eppure, non aveva la forza di muovere un singolo muscolo, nemmeno per ostentare un sorriso.

- Draco, tutto bene? - domandò Harry. Nel non ricevere risposta, capì che qualcosa non andava e corse subito a prendere una siringa e la pozione che gli avevano dato al San Mungo.

Scorpius, spaventato, cercò la mano di James.

Quando Harry tornò, si prodigò subito nel fare una puntura a Draco. Quest'ultimo, riprendendo a respirare, spalancò gli occhi e si guardò intorno spaventato.

- Ti senti meglio, Draco? -

L'uomo annuì mestamente e, senza accorgersene, fece sparire una piuma che aveva tra le mani.

- Sì, sto meglio, - rispose Draco che, successivamente, si rivolse al figlio. - Scusami, Scorpius, è bello che ti abbiano dato la carica di Prefetto! -

Il giovane Malfoy, però, non sembrò particolarmente entusiasta al complimento del padre; scrollò le spalle, recuperò la sua posta e si alzò. - Vado in camera, devo rispondere ad Amycus, - disse, e se ne andò.

- Scorpius, aspetta... - provò a fermarlo Draco senza riuscirci. Guardò Harry con uno sguardo a metà tra il pentito e lo spaventato.

Potter gli poggiò una mano sulla spalla e gli sorrise rassicurante. - Vado io, non ti preoccupare. -

James vide il padre andare verso la cameretta e poi fissò Draco di sottecchi. L'uomo sembrava essere molto impensierito, tanto da far scomparire il bicchiere d'acqua che stringeva tra le mani.

Stai lontano dai Potterحيث تعيش القصص. اكتشف الآن