Capitolo 12

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Lily da quando siamo uscite da cassa non fa altro che parlare per farmi distrarre.
Non tendo ad essere una persona rancorosa ma non posso nascondere che la scena che abbiamo montato su in cucina non mi sia dispiaciuta.

"Invece la tua vita a Detroit?" La ragazza di fianco a me si ferma davanti ad un bar, l'insegna ben illuminata

Mon Cherì.

"Riuscivo a cavarmela, era vivere al giorno, sopportare mio padre con l'alcool e le droghe. Sembra brutto dirlo, ma ero abituata a tutto ciò."

Ed era vero, la mia vecchia routine mi mancava e non poco, può sembrare stupido ma non potevo pensare che le cose erano cambiate così velocemente.
Volevo chiedere a mio zio papà come stava, ma ancora non avevo avuto il modo di poter affrontare quel argomento.

"Cosa prendi?" Chiedo alla bionda di fianco.

"Avevo pensato un Cosmopolitan. Mi segui?" Ride vicino a me mentre guarda verso un tavolo non troppo lontano da noi, seguo lo sguardo e noto con mio dispiacere la bionda ossigenata di nome Roxy seduta nei divanetti.

"Ti seguo!" Esclamo entusiasta, ho voglia di fare cazzate stasera.

So già che non finirà bene.
Perché dobbiamo andare in coma etilico Mia, why?

Il barman ci presenta due credo siano quei Cosmopolitan che aveva detto Lily, quest'ultima inizia a bere come uno scaricatore di porto.

"Vacci piano dolcezza." Un ragazzo sui vent'anni si avvicina a noi e poggia una mano sul fianco della mia amica.
"Anche tu" rispondo prontamente avvicinandomi a Lily.
"Oh Mia stai serena, dobbiamo pur fare conoscenze no?" Mi guarda spensierata.

So che questo non porterà a niente di buono.

La serata passa fra qualche bicchiere mezzo vuoto e la mia amica mezza ubriaca, guardo l'ora nel mio orologio e vedo che sono l'una passata.

O cazzo!
Siamo nei fottuti guai.

giorno dopo

"Siete due irresponsabili, ma come vi passa per la mente. Per lo più al Mon Cheri."  urla disperato mio zio, la mia compagna di disavventure sta al mio fianco con il capo chino invece io guardo agli occhi Ed.

"Non è successo nulla, perché ne stiamo facendo una tragedia?" chiedo retorica facendo il giro della cucina fermandomi davanti ai fornelli.

"Invece se vi succedeva qualcosa Mia?" Fa il suo ingresso la persona meno indicata per discutere.

"Non ti riguarda" Rispondo evasiva incontrando i suoi smeraldi.

In un batter d'occhio me lo trovo d'avanti.

"Mi riguarda dal momento quale mia sorella barca la soglia di questa casa ubriaca, e tu non eri da meno." Aggiunge schifato passandomi di fianco per prendere una tazza vuota di caffè.

"A prescindere stai sotto la mia tutela Mia Burton non puoi fare quel che ti pare, sei cresciuta senza regole. Adesso le regole esistono che ti piaccia o no." Mio zio fa per andarsi ma si ferma davanti a Jared con far minaccioso

"E tu avevi un compito, cosa hai imparato all'esercito? Fare di testa tua o ascoltare i tuoi superiori?" Questo tono di sfida da parte di Edward non me lo sarei mai aspettato ma come sembra Jared non sta antipatico solo a me.

"Lily vieni con me, ho bisogno di fare un bonifico." Aggiunge mio zio verso la ragazza timida appoggiata al banco.

quest'ultima non se lo fa ripetere due volte che corre verso il uomo fermo allo stipite della porta.

"E quindi prima di immischiarti in affari loschi eri uno che difendeva la patria. Chi l'avrebbe detto" Rido sorpassandolo, pero ci ripenso un attimo e torno indietro appoggiato con le braccia e spalle tese sul ripiano della cucina guardando fuori dalla finestra.

mi avvicino al suo orecchio e con tono di sfida gli dico

"Non giocare con me, potresti pentirtene." faccio per andarmene ma lui mi tiene per il polso con una ferrea stretta.

"Credi veramente di vincere con chi il gioco l'ha creato?" Lascia il mio polso e io mi giro di scatto

"Buona Fortuna Principessa." Se ne va, lasciandomi lì imbambolata.

Questo non rimarrà così, croce sul cuore Jar.

Hell AngelWhere stories live. Discover now