Capitolo 26

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"Tae... cosa stai facendo?" redo liberi i miei pensieri ad alta voce.
Sono le 16:49
Credo che ricomincerò a studiare...
Tik.
Tok.
Tik.
Tok.
Il rumore di una pagina.
Il frusciare delle foglie, mosse dal leggero venticello.
L'imbrunire di un nuovo giorno.
Il silenzio dentro questa stanza.
Il silenzio dentro di me.
Il continuo frastuono nella mia mente.
Leggo per la millesima volta le parole presenti su questo libro, ormai potrei ripeterle a memoria...
Eppure non ne capisco il significato...
Non riesco a concentrarmi, sono due ora le persone che più tengono impegnate le mie sinapsi celebrali:
Taehyung e il ragazzo misterioso.
Sembra passato un secolo dall'ultima volta che ci siamo visti, eppure...
Era solo ieri.
Sono le 17:35
Ho studiato poche pagine, non ci riesco.
Sento il mio cervello come una camera stagna, non sembra eseguire i comandi che gli impongo... comincio a battere la penna sul tavolo seguendo, lo scandire delle lancette dell'orologio.
Non so come ingannare il tempo.
Idea... Potrei mettere un po' di musica.
Mi alzo con uno scatto in piedi, accendo lo stereo e lo collego via bluetooth con il mio cellulare.
Riproduzione casuale.
Le note delle mie canzoni preferite cominciano a scivolare sul mio corpo, chiudo gli occhi.
~"cosa vedi quando chiudi gli occhi?"
"Vedo te, vedo me... vedo il nostro amore..."
"Oggi è un anno..."
"Vola Jimin, vola come solo tu sai fare"
"Ti prego fammi volare"
"Piacere, mi chiamo Park Jimin..."
"Yoon perché l'hai fatto..."
"È tutto surreale..."~
Apro gli occhi.
Davanti a me c'è lo stereo, ancora acceso, la musica si è fermata.
Sono steso sul divano, mi sono addormentato?
Quelle voci,
Quelle immagini,
Quei ricordi mischiati a sogni mai vissuti, Quella voce... cosa mi sta succedendo?
Sento la fronte sudata, alzo gli occhi verso la parete della cucina...
Una fitta alla testa.
Sono le 19:17
Ho dormito circa un'ora e mezza...
Mi alzo barcollando, mi avvicino allo sportello della cucina, prendo un bicchiere di vetro, lo riempio d'acqua.
La gola è secca.
Lo bevo tutto d'un fiato.
Sciacquo il viso.
Un piacevole fresco, si deposita sul mio volto...
Mi sento meglio.
È ancora presto per cominciare a preparare la cena, penso che mi farò una doccia... con passo felpato percorro il corridoio che collega la cucina alle altre stanze, entro in camera mia.
Mi fermo ad osservarla.
Appoggio la mia spalla allo stipite della porta, fisso lo sguardo sull'ambiente davanti a me.
Ho letto, che la maggior parte delle cose che possediamo o che comunque ci circonda, sono per noi sconosciute, nel senso: se tutti noi ritagliassimo un piccolo spazio della nostra vita per osservare ciò che ci circonda noteremmo particolari a noi ignoti, un esempio plausibile per me è senza dubbio la mia camera. Non avevo mai notato quel quadro... e neanche quella piccola crepa accanto al letto, quel vaso da quanto tempo è lì?
Il nostro cervello non memorizza i dettagli degli oggetti da noi più usati, appunto perché li reputiamo scontati ed oramai conosciuti, eppure...
Non è così.
Potremmo paragonare lo stesso ragionamento alle persone, è proprio quando pensi di conoscere fino in fondo una persona che capisci di non sapere niente di lei... è vero dire che neanche noi ci consociamo fino in fondo, alla fine è meglio così... quanti segreti, quante paure, quanti desideri impronunciabili saranno rinchiusi dentro le segrete del nostro subconscio?
Scosto lo sguardo, dopo tutto devo farmi ancora la doccia, prendo la biancheria, riposta nel primo cassetto del comò sull'entrata.
Mi dirigo in bagno.
Mi spoglio.
In un attimo sotto il getto bollente.
I muscoli si rilassano.
I frammenti d'acqua corrono indisturbati su tutto il mio corpo.
Chiudo gli occhi.
Finalmente pace.
Resto per un lasso di tempo indeterminabile sotto il getto d'acqua, amo farmi la doccia...
Prendo tra le mani la confezione di sapone per il corpo, ne deposito una minima quantità sul palmo della mano e comincio a passarla su tutto il busto...
Insapono ogni parte.
Poi prendo lo shampoo e con delicatezza comincio a massaggiare il cuoio capelluto, sciacquo tutto.
Esco dalla doccia, mi asciugo e in poco tempo sono già tra i fornelli...
Tiro fuori le pentole e le varie stoviglie necessarie per cucinare.
Guardo l'orologio.
Sono le 20:03
Accendo la televisione, questa volta però sintonizzo sul telegiornale... sono curioso di sapere come procede questo mondo...
La signora del telegiornale come ogni giorno dell'anno, ci da la buona sera e in un attimo comincia a elencare tutti i titoli delle notizie che si andranno a trattare durante tutta la durata del telegiornale.
Sono dall'altra parte del bancone della cucina e concentrato seguo ciò che viene detto...
-Ultim'ora: è stata ritrovata una Hyundai di color nero cappottata oltre il guardrail sulla strada statale...- mi avvicino incredulo alla televisione, ho in mano il piatto con dentro il cibo da condire.
Il cuore batte.
Il respiro accelera.
Non può essere...
-...la macchina appartiene ad un ragazzo sulla ventina, il cui nome sembrerebbe essere Kim Taehyung, attualmente si trova ricoverato all'ospedale...-
Il mondo mi crolla addosso.
No Tae, ti prego...
Gli occhi si fanno vitrei.
Il piatto mi scivola dalle mani.
Il rumore stridulo si propaga per tutta la casa.
Sono immobile.
Le lacrime scendono.
Continuo a fissare quelle maledette immagini che incessantemente vengono mandate alla televisione...
Non è possibile.
È un sogno, vi prego svegliatevi.
Mi manca l'aria, resto immobile.
I miei arti sono rigidi.
-La prognosi del ragazzo è riservata, possiamo solo dire che le sue condizioni sono gravi... Ed ora passiamo...-
Spengo la televisione.
Chiudo gli occhi.
Ripenso alla sua risata, a quelle mani morbide che circondano il mio viso, ripenso a quel sorriso squadrato... ripenso... ripenso al mio migliore amico.
Devo vederlo.
Prendo il giaccone in camera mia e senza pensarci due volte esco di casa.
Comincio a correre verso la fermata della metro, tutti mi fissano.
Non mi importa.
Corro.
Corro.
Corro a per di fiato.
In un attimo supero i controlli, entro dentro il vagone e comincio a fissare tutte le fermate che mancano al mio arrivo all'ospedale.
Questa attesa mi sta logorando.
Come è possibile?
Non ci voglio credere...
Batto senza sosta il piede sulla superficie sporca della metropolitana, cerco di tenere a freno la mia agitazione.
Le fermate si illuminano, ne mancano ancora tante...
Non riesco ad aspettare, comincio a camminare, ho bisogno di consumare tutta l'ansia che sta distruggendo la mia salute mentale.
Mancano tre fermate.
Voglio vedere Tae.
L'agitazione fa tremare le mie mani.
Due fermate.
Non riesco nemmeno a piangere, il cuore batte troppo forte.
Una fermata.
La fronte è imperlata da una miriade di goccioline di sudore.
Le porte si aprono, sono arrivato.
Ricomincia la mia corsa a scatti di velocità, devo arrivare all'ospedale.
Corro.
Comincio a correre più forte di prima.
Corro.
I polmoni fanno male.
Le persone mi fissano.
Non mi importa.
Voglio vedere Tae.
Mi fermo.
Sono arrivato.
L'ospedale è un posto orribile, le pareti scrostate, l'aria tetra, una spugna di tristezza...
Sono le 21:46
Sono davanti all'ospedale.
Il fiato manca, sono piegato in due, una mano sul petto, sento il mio cuore battere all'impazzata, il mio petto si alza e si abbassa in modo sempre più veloce...
Dov'è Tae?
Non riesco ad andare avanti, devo riprendere fiato... eppure io devo vederlo.
Cerco di utilizzare il passo più veloce che in questo momento mi è concesso dal mio apparato locomotore e cardiaco.
Le porte automatiche si fanno largo e mi lasciano libero il passaggio, il forte odore di medicinali e di acqua ossigenata riempie le mie narici.
Anche se tardi, l'ospedale è pieno... ci sono bambini, anziani, donne incinta, uomini.
Tutti che aspettano di essere aiutati.
Mi avvicino alla reception, devo vederlo.
"Salve, buona sera come posso aiutarla?" Una graziosa ragazza mi rivolge un sorriso accogliente, ha i capelli raccolti indietro e indossa la divisa candita dell'ospedale, è dietro il bancone, mentre avanti a lei c'è un monitor di color nero probabilmente contiene tutte le informazioni dei pazienti. "Salve..." continuo ad ansimare per la mancanza d'aria "sono... Park Jimin, è stato ricoverato qui Kim Taehyung?" La ragazza abbassa lo sguardo, digita qualcosa sulla tastiera del computer, il suo sguardo è serio.
"Si, il ragazzo è qui... ma la prognosi è riservata almeno che lei non sia un famigliare" continua con un tono di voce calmo "Sono il suo migliore amico, la prego... ho bisogno di vederlo" "Mi spiace io non poss-" "oggi ci siamo guardati negli occhi, gli ho detto ti voglio bene... era la prima volta che glielo dicevo... abbiamo litigato, la prego... me lo lasci vedere" interrompo il suo discorso "io... non so come fare..." il suo tono di voce è delicato. "Mi dica almeno, quel è la sua stanza..."
Lei mi guarda negli occhi.
Abbassa lo sguardo e velocemente digita alcune cose sulla tastiera del computer...
Poco dopo torna a guardami.
"Le sto facendo un grande favore... potrei essere licenziata per questo, la stanza è la numero 217b... sia prudente" "Grazie, grazie, grazie!" Comincio a sorridere, Tae starà bene... è solo un incidente, saluto velocemente la gentile signorina e prudentemente comincio a camminare per tutti i corridoi, sto cercando la stanza 217b... passo per ogni reparto, ed alla fine la trovo.
"Terapia intensiva e medicina d'urgenza"
Il sangue gela nelle mie vene.
Il cuore perde un battito.
Ci deve essere un errore.
Perché dovrebbe trovarsi qui?
Deglutisco.
Non ho il coraggio di andare oltre.
Non riesco a superare la soglia che divide me da lui.
Il cuore accelera nuovamente il proprio battito.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.
Sono entrato.
Il corridoio è tetro, la luce è fioca il silenzio è agonizzante, non c'è nessuno in giro.
Ogni passo risuona nell'ambiente.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.
Ecco la camera...
"217b terapia intensiva e medicina d'urgenza: Kim Taehyung"
Appoggi la mano sulla maniglia.
Il respiro si fa sempre più affannato.
Chiudo gli occhi.
È un sogno?
Apro nuovamente le palpebre.
La porta è ancora lì.
Nessun sogno, è solo la cruda realtà...
Mi volto da entrambi le parti facendo attenzione alla presenza di qualche presunto medico...
Via libera.
Giro la maniglia.
Le mani sono sudate.
Il cuore accelera.
Sento le gambe tremare.
Lo stomaco si contorce.
Apro.
"Ciao Tae... sono venuto a trovati..."

~Spazio Autrice~
Sembrava un semplice capitolo di passaggio ed invece si è trasformato in una vera e propria catastrofe!
Come sempre se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento noi ci rivediamo venerdì alle 15:30.
~Bea❤️

Euphoria                                                               ~Jikook~Where stories live. Discover now