Capitolo 30

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Justin Bieber - Love Yourself

«Viola, avrei bisogno di parlarti» dissi, annuì e mi fece segno di aspettare alzando una mano in aria.
«Chris, dove diavolo hai messo quel documento?» sbottò dopo alcuni minuti con il naso nelle carte.
«Ora arrivò!» strillò lui in risposta, intuii fosse in corridoio perché la voce non sembro molto lontana.
«Penso che non avrà vita lunga qui dentro» pensò Viola ad alta voce, poi scosse la testa ed uscì da dietro la scrivania.
«Eccomi, qualche problema?» domandò.
«In realtà sì» iniziai «Ho un problema famigliare, si tratta di una cosa davvero urgente e vorrei fare richiesta per disdire la mia partecipazione alla sfilata» balbettai, sbarrò gli occhi così tanto che pensai stessero per caderle fuori dalle orbite e poi scosse la testa freneticamente.
«Assolutamente no, non è possibile. Bill non te lo permetterà mai. Ha richiesto la tua presenza, Yasmine» scandì.
«Lo so e ne sono onorata ma è davvero, davvero importante. Per favore Viola, ho bisogno di alcuni giorni» farfugliai mentre gesticolavo con le mani. Corrucciò le sopracciglia e sospirò pesantemente, diretta di nuovo verso la scrivania. Afferrò una delle tante cartelle dalla pila, era fucsia e aveva il nome dell'agenzia sopra, la aprì con svogliatezza. Diede una veloce occhiata ad uno dei fogli all'interno e poi alzò lo sguardo su di me.
«Non è possibile, Yasmine. Posso darti dei giorni ma si tratta di un massimo di tre e devi essere presente alla sfilata. Bill ha richiesto la tua presenza ed è sottolineata tre volte in rosso, lui non lo fa mai» affermò picchiettando la penna sul documento. Perché era così dannatamente importante la mia presenza? Sapevo che aveva fatto richiesta per me già da un po', ma non credevo fosse qualcosa di così vitale. Sospirai.
«Vanno bene i tre giorni» gracchiai.
«Bene, da quando?» domandò pronta a prendere appunti.
«Dal 24 al 27» annunciai, lo scrisse sul foglio e poi mi fece firmare il tutto prima di accompagnarmi alla porta.
«Scendo tra dieci minuti, di alle altre che non c'è bisogno che si cambino» ordinò e nel giro di tre secondi mi ritrovai fuori dal suo ufficio e con la porta in faccia. Sorrisi a Chris che mi salutò con un cenno della mano e poi chiamai l'ascensore per scendere di sotto.
«Non c'è bisogno di cambiarsi» avvertii tutte appena entrai nel salottino, Joan sbuffò ed alzò gli occhi al cielo.
«Fantastico» brontolò e uscì dalla stanza per andarsi a cambiare di nuovo.
«Ci sono novità?» chiesi a Stella affiancandola mentre si stringeva la coda di cavallo.
«No, non sappiamo ancora chi canterà. Bill è passato questa mattina ed ha lasciato dei documenti a Viola, sembra una cosa grossa. A quanto pare non si tratta solo di una sfilata, dovrà posare con noi per diversi shooting e alcune verranno scelte per altri brand, sempre insieme a questo misterioso sconosciuto» spiegò tutto con monotono e senza riprendere fiato.
«Nessuna novità, insomma» feci ironicamente, ridacchiò e non fece in tempo a rispondermi che Viola richiamò tutte all'ordine con il suo dannato fischietto. Ultimamente aveva sviluppato un'ossessione per quell'affare, lo usava di continuo.
«Sto per annunciare il nostro ospite per la sfilata di inizio Autunno, sapete già che dovrete collaborare in diverse occasioni. Bill ha richiesto la presenza di tre persone: Herieth Paul, Karlie Kloss, Yasmine Crew» iniziò.
«Dobbiamo impegnarci più del solito perché siamo in ritardo, quindi vi chiedo concentrazione, devozione, motivazione e consapevolezza.» dettò e annuimmo tutte quante, sembrava quasi di essere tornate a scuola.
«Bene, abbiamo sette giorni per prepararci. Vi voglio qui domani mattina dalle otto, cercate di non tardare.» appuntò e poi si schiarì la voce.
«Detto questo, faccio entrare la nostra ospite.» parlò e poi fece un segno all'uomo dietro di lei.
«È una donna!» esclamò eccitata Stella, alzai gli occhi al cielo.
«Ci sento» borbottai e rise, Viola la fulminò con lo sguardo e poi tornò a sorridere quando notò qualcuno dietro di lei sulla soglia della porta. Si spostò e sbarrai gli occhi quando capii di chi si trattava, Selena Gomez. Ora capivo perché era tanto richiesta la mia presenza.
«Ciao» salutò con fare elegante e con voce soave e poi sborsò un sorriso a trentadue denti. «Yasmine, Karlie ed Herieth, seguitemi» ci istruì Viola. La raggiungemmo al centro della stanza, Selena ci strinse la mano.
«Alice vi aspetta nella palestra del terzo piano» disse puntando il dito sulle altre.
«Voi venite con me» ordinò voltandosi verso di noi. La seguimmo tutte lungo il corridoio e poi lungo le scale portanti alla sala posa, si bloccò sulla porta.
«Avete quindici minuti di tempo per le presentazioni, solo perché i truccatori sono in ritardo.» bofonchiò «State per posare per le insegne digitali di Time Square, non sto qui a dirvi cosa dovete e cosa non dovete fare perché lo sapete già» sbuffò e si massaggiò le tempie.
«Quando dentro saranno pronti manderò qualcuno a chiamarvi» annunciò e ci superò per scendere le scale. Calò il silenzio per qualche istante e presi un respiro profondo per non andare fuori di testa.
«Sono Selena» Selena ruppe il silenzio e allungò la mano verso Herieth che la strinse presentandosi a sua volta, Karlie le baciò la guancia quindi intuii che già si conoscessero.
«Sono Yasmine» soffiai e ricambiai la sua stretta, mi rivolse un grande sorriso e poi si guardò attorno. Mi soffermai a guardarla più del dovuto, era davvero bella da mozzare il fiato. Aveva i capelli scuri, lunghi e dalle onde morbide, le cadevano lungo le spalle fino ad arrivare quasi alla fine della schiena, il viso era pieno e dalla forma quadrata e gli occhi di un marrone scuro, quasi neri, luccicanti e profondi, aveva lo sguardo di un cerbiatto. Le ciglia lunghe e scure rendevano lo sguardo più profondo, le sopracciglia erano abbastanza folte ed il naso leggermente a patata. Aveva le labbra carnose, piene e rosee ed un sorriso sgargiante addosso. Era un po' più bassa di me, i tacchi la facevano sembrare più slanciata, indossava un paio di jeans ed un maglione nero più largo di almeno una taglia, aveva un portamento elegante, quasi regale.
«Si corre sempre così tanto qui dentro?» chiese.
«La maggior parte delle volte» rispose Herieth.
«Ultimamente più del solito, quest'anno siamo indietro per la stagione autunnale» aggiunse Karlie. Rimasi in silenzio mentre la mente ripercorreva tutto quello che Justin mi aveva raccontato, era strano averla davanti. Lei era la donna che lo aveva amato così tanto da farsi del male, lei era la donna che aveva sofferto per due. Mi mancò il fiato quando incrociò il mio sguardo e mi voltai dall'altra parte.
«Qualcuno sa quanto ci metteremo?» domandò schiarendosi la voce.
«Più o meno tutto il pomeriggio» rispose Karlie e ricordai improvvisamente del tatuaggio. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai pesantemente, fantastico. Avevo deciso di farlo questa mattina perché ci avevano detto che dovevamo semplicemente provare, non avevamo un servizio fotografico in agenda.
«Tutto bene?» fece Herieth.
«Si, tutto bene» risposi con tono basso e accennai un lieve sorriso.
«Ragazze, dovreste entrare» dissero da dietro le mie spalle, mi voltai e sorrisi ad Erika che ci teneva la porta aperta. Stavo per varcare la soglia della sala posa quando mi bloccai.
«Yasmine» chiamò Selena, corrucciai le sopracciglia.
«Potrei parlarti? Un minuto soltanto» soffiò, annuii insicura e feci segno alle altre di aspettarci dentro. Quando rimanemmo sole le sorrisi, sicuramente le ero sembrata infastidita per la sua presenza.
«Scusami se sono sembrata infastidita, non è per te. Oggi è una giornata un po' "no".» affermai.
«Tranquilla. Vorrei iniziare con il piede giusto, sappiamo entrambe che abbiamo una conoscenza in comune e vorrei che non influenzasse il nostro rapporto qui dentro.» spiegò. Onestamente rimasi interdetta per un secondo, non mi aspettavo si aprisse e fosse così trasparente.
«Non sono tipa da queste cose» parlai e rilasciò un grande sospiro di sollievo che mi fece ridacchiare.
«Meno male» fece.
«È quello che vorrebbero, però.» mugugnai «Sono sicura che mi abbiano scelta apposta» continuai.
«È fastidioso quando fanno cose del genere» sbuffò, annuii in assenso.
«Entriamo?» domandai e mi diressi alla porta, mi seguì nella sala e inspirai una quantità di aria per tre persone quando vidi Erika china sul taccuino alzare la testa.
«Andiamo, siamo in ritardo!»

* * *

«Come è andata?» fece Justin quando mi allacciai la cintura.
«Sono sfinita, non ho fatto altro che correre per sei ore di fila» mi lamentai e si sporse per baciarmi. Sorrisi sulle sue labbra, così morbide e carnose, a volte sottovalutavo il bisogno di un suo bacio, riusciva a rimettermi in vita dopo un pomeriggio del genere.
«Ho conosciuto Selena» annunciai e mi voltai per vedere la sua reazione, mi rivolse uno sguardo interrogativo.
«Canterà alla sfilata autunnale» aggiunsi, annuì e portò una mano sulla mia gamba mentre i suoi occhi mi trapassavano.
«Come sta?» domandò. Sorrisi appena, sapevo quanto quella donna era importante per lui, stranamente non mi dava fastidio. Era parte del suo passato ed aveva contribuito a renderlo chi era ora, aveva avuto una grande influenza sulla sua vita.
«Non posso permettermi di dare giudizi, Jus, non la conosco. Però è simpatica e gentile, abbiamo subito messo le cose in chiaro, non possiamo permetterci di commettere errori quindi non influenzerai il nostro rapporto lavorativo» spiegai e rise quando arrivai alla fine della frase.
«Meglio» soffiò sul mio collo e strinse la presa sulla mia coscia.
«Come va il tatuaggio?» domandò. Sorrisi involontariamente, mi ero quasi dimenticata di averlo addosso.
«Bene, fortunatamente oggi abbiamo posato con le tute e non ho avuto problemi» spiegai, annuì e mi spostò una ciocca di capelli dal volto.
«Come sta Ariana?» chiesi.
«Ci ha invitato a cena per domani sera, ho detto che le farò sapere, non voglio obbligarti a venire» disse e sbarrai gli occhi alla strana richiesta.
«Per il resto non è cambiato molto a parte il fatto che le contrazioni sono aumentate. Ha la valigia pronta» mugugnò e passò le mani sul volto, il tempo stringeva. Il silenzio riempì l'auto e portai lo sguardo fuori, ormai il cielo era quasi buio.
«Come ci si sente?» sussurrai rompendo la calma, a Justin gli si mozzò il fiato. Non glie lo avevo mai chiesto, avevamo sempre cercato di tagliare fuori il discorso, evitare di nominarlo ma non potevamo più.
«Strano, mi sento strano» fece con voce rauca.
«Non sono pronto per tutto questo, non ho ancora imparato io a vivere, figurati se posso insegnarlo a qualcun altro. E se non fossi all'altezza? Se sbagliassi qualcosa? Non voglio essere un cattivo esempio e non voglio essere un cattivo padre.» buttò fuori senza riprendere fiato, mi voltai e lo vidi passare le mani tra i capelli e tirarli con fare nervoso.
«Andrà bene» lo rassicurai, sarebbe stato un ottimo padre, ne ero sicura.
«Sarai fantastico e lui ti amerà.» continuai e involontariamente sentii il labbro inferiore tremare. Cercai di cacciare via le lacrime e di contenermi, ma finii per bagnarmi le guance e volli prendermi a schiaffi, dovevo incoraggiarlo, aiutarlo, non peggiorare le cose.
«Dio mio, scusa» singhiozzai e passai le mani sul volto per asciugarmi, fu in quel momento che Justin mi strinse a lui ed il mio cuore scoppiò.
«Ti amo così tanto» ammisi con voce ovattata contro il suo petto, quando alzai il volto mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi ritrovai ad asciugargli il volto, una lacrima gli aveva rigato la guancia.
«Ti amo» soffiò sulle mie labbra e sorrisi come una stupida prima di ricevere un bacio.
«Andiamo a casa» affermò e mise in moto la macchina. Portai ancora una volta lo sguardo fuori dal finestrino e mi venne quasi da ridere quando pensai a come ultimamente consideravamo casa di Justin la casa di entrambi. Avevo portato una dozzina di cambi lì circa un mese e mezzo fa ed ero tornata a casa mia solo per tre notti da quel giorno.
«Stiamo convivendo» pensai ad alta voce, Justin mi sorrise.
«In pratica» ridacchiò «Non sei obbligata a stare da me tutte le volte che te lo chiedo, se non vuoi p—» lo bloccai.
«No, va bene, mi sembra solo un po' strano, tutto qui.» soffiai e svoltò a sinistra.
«Sei sicura?» domandò.
«Si, Justin, quando non vorrò restare da te sarai il primo a saperlo» borbottai e scosse la testa con un ghigno sul volto. Estrassi il cellulare dalla tasca della giacca quando arrivò una notifica.
Il tuo volo per il 24 Settembre è stato annullato, causa mal tempo.
Diamine.

Capitolo 30
Eccomi di nuovo, come promesso sto aggiornando più frequentemente... mancano solamente quattro capitoli alla fine, che ne pensate? Io penso che dovreste prepararvi psicologicamente, perché ne vedrete delle belle. Qua l'è la vostra opinione su Selena? Fatemelo sapere nei commenti, se il capitolo vi è piaciuto votate e condividete la storia. Ci vediamo al prossimo aggiornamento.❤️

Pagina Instagram: whoweareofficial_
•Playlist Spotify: "Who We Are 2 - Chasing The Clouds📗", di sweet_MrsStyles

Who We Are 2 - Chasing The Clouds Where stories live. Discover now