Capitolo 3

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Little Mix - Towers

«Che cazzo stavi facendo?» urlò, la sua voce mi fece eco nella testa.
«La risposta è più che ovvia» ridacchiai voltandomi. Come aveva fatto a trovarmi?
Sbuffò e mi lasciò il braccio libero.
«Non puoi fare così» il suo tono diretto e tagliente mi mise i brividi, assottigliai gli occhi e scossi la testa.
«Lasciami in pace» sbottai prima di camminare via, non ebbi il tempo di entrare nel locale perché venni alzata da terra come una piuma.
«Lasciami!» urlai. Si incamminò fuori dalla stradina buia, i miei occhi si chiusero quando toccai qualcosa di morbido.
Mi svegliai parecchie ore dopo sdraiata sul letto di una casa che non conoscevo e con la testa pesante. Il telefono continuava a squillare e lo afferrai con la vista appannata.
«Sì?» mugolai e mi voltai verso l'altra sponda del materasso, accanto a me c'era un foglietto. Quando misi a fuoco la vista alzai gli occhi al cielo.
"Let Me Love You", era la scritta sopra. Strinsi le palpebre, non ricordavo nulla della sera precedente... E se ero stata con qualcuno? Non ero nel letto della camera d'hotel né tanto meno nel mio.
«Dove cazzo sei?» strillò Claire. Sospirai e mi alzai, avevo lo stomaco sottosopra e puntuale come un orologio svizzero mi risalì per la gola il gusto di quel dannato drink.
Pregai che la porta bianca nella camera fosse di un bagno e mi piegai verso il water quando le mie preghiere vennero ascoltate. Qualcuno mi tirò indietro i capelli mentre lasciavo cadere il cellulare rimettendo anche l'anima.
Dannato alcool. O forse ero stata solamente molto stupida.
«Ti prendo un'aspirina» quella voce, cavolo. Quella dannata voce. Improvvisamente tutti i ricordi della notte passata mi tornarono in mente.
Ero a casa di Justin, merda.
«No» sbottai. Mi sciacquai la bocca ed uscii dal bagno con passi veloci, il suo corpo era dietro al mio immobile.
Aveva dormito con me? Sicuramente.  Poggiai lo sguardo sulle coperte, quel biglietto era ancora lì, lo aveva scritto lui. Scossi la testa, avevo la sua maglia addosso, le maniche normalmente corte mi superavano il gomito e la stoffa mi arrivava alle ginocchia. Mi morsi il labbro inferiore per impedirmi di respirare il suo profumo.
«Esci» ordinai con tono tagliente. Justin sospirò e si chiuse la porta dietro dopo un momento di silenzio imbarazzante ed io non persi tempo, mi tolsi la maglia e indossai i vestiti della sera precedente. Recuperai la borsa ed uscii da quella camera alla velocità della luce lasciandomi dietro solo un grande vuoto.
«Dove vai?» chiese, la sua voce sembrò risuonare in tutta la casa. Mi fermai sulle scale.
«Via» risposi e ripresi a scendere con Justin dietro.
«Perché l'hai fatto?» domandai con voce tremante. Era incredibile. Riusciva ad abbassare le mie difese con così tanta facilità che dubitavo di averle. Pregai che inventasse qualche scusa, o almeno che ci provasse.
«Non lo so» soffiò e sentii un peso nel petto, il mio respiro si bloccò.
Annuii. Io non bastavo, sapevo di non essere abbastanza, era improbabile che avessi lasciato qualcosa in lui. Quando intravidi la porta mi incamminai verso l'uscita, mi fermai prima di abbassare la maniglia e una lacrima mi rigò il volto.
«Yas» chiamò e scossi la testa voltandomi.
«Va bene così» sussurrai e accennai un leggero sorriso.
«Me lo aspettavo» dissi, presi un respiro profondo e cercai di mentire a me stessa.
Justin non significava nulla. Non eravamo mai stati nulla e mai lo saremmo stati. Avrei trovato sicuramente un altro ragazzo, qualcuno che avrebbe tenuto a me nel modo giusto.

Justin

Quando la vidi camminare verso la porta il cuore perse qualche battito. Le parole mi morirono in gola mentre mi rimproveravo, la stavo lasciando andare, cazzo. Continuavo a dirmi di fermarla e dirle la verità, avevo pensato a come iniziare quel discorso ma la verità è che sapevo che l'avrei persa.
Costringermi ad eliminare le emozioni che provavo per lei sarebbe stata la cosa migliore, se solo avesse saputo non mi avrebbe mai più guardato in faccia.
Era riuscita a migliorarmi, a rendermi almeno per un po' la persona che avevo sempre voluto essere. Sapevo di star facendo un enorme cazzata ma avevo solo bisogno di dimostrarmi che non sarei cambiato. Per gli altri ero sempre stato il cattivo ragazzo, quello con i soldi, viziato e con le ragazze tra le mani. Il cattivo esempio, il ragazzo che non sapeva amare. Avrei rovinato anche lei e non doveva succedere, non ci sarebbe stata una seconda volta. Tirai un pugno contro il muro con il cervello sottosopra. Che cazzo avevo fatto?
Il rumore di qualcosa mi fece tornare alla realtà e salii al piano di sopra, a terra vicino al water il telefono di Yasmine continuava a squillare, la scritta "Claire" lampeggiava sullo schermo e risposi.
«Yasmine, porca puttana!» allontanai il telefono dall'orecchio. Come faceva Yasmine a sopportare le sue continue urla?
«Sono Justin» dissi.
«Justin?» domandò e annui, «Justin» affermai.
«Justin?» domandò di nuovo. Era stupida o cosa?
«Sì, Justin, Claire. Vuoi continuare tutto il giorno?» sbottai, lei ridacchiò e si schiarì la voce.
«Perché rispondi tu?» domandò e sospirai uscendo dal bagno.
«Ha scordato il telefono da me» rivelai. Cacciò un urlo e allontanai di nuovo il cellulare dall'orecchio. Urlava così tanto in ogni chiamata?
«Cioè, siete a New York?» urlò di nuovo, mi stava distruggendo i timpani. Mugolai e non riuscii a contenermi.
«Cazzo, non urlare» urlai, sentii uno sbuffo dall'altra parte.
«Qual è il tuo problema se urlo? Io sono qui a Londra e quella stronza è partita senza avvertirmi!» esclamò. Mi venne da ridere, pensai fosse andata a Londra per Yasmine e lei ora era qui. Se avessi saputo ci fosse stata anche lei avrei fatto ritardare la partenza del mio jet privato. O forse l'avrei lasciata lì comunque.
«Non ridere» mi ammonì. Non mi ero nemmeno accorto di averlo fatto.
«Di a Yasmine che tornerò verso le tre e sappi che ti sei comportato davvero male. Hai tutto il mio odio ora» fece con fare da gallina, sbuffai.
«Capito?» strillò di nuovo, lo stava facendo di proposito.
«Stronza» chiusi la chiamata e lanciai il cellulare sul materasso, l'orologio segnava le undici.
Avrei riportato il telefono a Yasmine nel pomeriggio ed avrei parlato con Claire, nonostante il suo insopportabile modo di fare da gallina non avevo alcuna intenzione di lasciar andare Yasmine.
Ora avevo bisogno di una doccia.

Capitolo 3
Eccomi di nuovo, con un nuovo capitolo, sono passati anni dall'ultimo, lo so🤓. Non ho molto tempo a disposizione ultimamente, quindi non uccidetemi.
Comunque, cosa ne pensate? Cosa pensate succederà? Avete un opinione su Claire? E al posto di Yasmine cosa avreste fatto? Rispondete nei commenti e votate se il capitolo vi è piaciuto, condividete se pensate che possa interessare anche qualcun altro.
Se nel frattempo volete spoiler, citazioni, video e un po' di scleri da parte mia seguite la pagina whoweareofficial_ su Instagram.❤️
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Alla prossima❤️

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