Capitolo 21

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Katy Perry - Teenage Dream

Erano le dieci del mattino quando mi svegliai a causa del cinguettio degli uccelli fuori dalla finestra, il materasso accanto a me era vuoto e l'appartamento era invaso dal silenzio. Presi il cellulare stropicciandomi gli occhi e mi accecai quando lo accesi.
"Sono uscito, torno tra un'ora" aveva scritto Justin alle otto e mezza. Decisi di alzarmi e andai in bagno per fare una lunga doccia, avevo tutti i muscoli tirati ed un po' di acqua calda mi avrebbe fatto bene. Aprii il rubinetto e mi spogliai ma prima di mettermi sotto il getto il campanello suonò e sbuffai indossando l'accappatoio. Quando arrivai alla porta Justin aveva una busta bianca in mano e uno strano sorriso.
«Ti ho preso la colazione» disse e alzò il sacchetto. Sorrisi e gli lasciai un soffice bacio sulla guancia, inizio perfetto della giornata.
«E un'altra cosa» bofonchiò poi. Lo guardai aspettando che finisse ma ghignò soltanto.
«Vieni» fece ed alzai le sopracciglia, aveva notato che ero praticamente nuda, o voleva un disegnino?
«Non posso uscire così» risposi indicandomi. Justin ghignò nuovamente mentre passava lo sguardo su di me, si soffermò sul mio petto e mi schiarii la voce.
«Si tratta di un secondo» ribattè. Scossi la testa e gli tolsi la bustina dalle mani alla ricerca del mio cornetto semplice.
«Andiamo» brontolò e mi ritrovai sulla sua spalla a sacco di patate mentre usciva fuori dall'appartamento. Spalancai gli occhi e il mio primo istinto fu quello di portarmi una mano dietro le gambe per non far alzare la stoffa.
«Justin!» urlai scalciando e prendendolo a pugni, lo sentii ridere e mi lamentai infastidita.
«Non urlare o tutti ti vedranno mezza nuda» ordinò ed alzai gli occhi al cielo.
«Dovevi pensarci prima!» contestai e ripresi a dare pugni sulla sua schiena. Justin sembrò totalmente immune ai miei colpi e fece qualche altro passo prima di lasciarmi scendere. Scossi la testa e poi puntai lo sguardo davanti a me. Una moto?
«Sai che non so andarci vero?» soffiai e scosse la testa.
«Verrai con me» affermò e annuii con una strana impazienza. Mi piaceva l'idea di stare insieme in uno spazio così piccolo, stretta a lui a causa del vento.
«E ho intenzione di insegnarti» interruppe i miei pensieri. Scherzava?
«Neanche per sogno» obiettai e presi il cornetto dalla bustina.
«Non lo farò mai» continuai masticando.
«Oh, si, invece» fece Justin e sospirai. Decisi di lasciargliela vinta, non lo avrei fatto comunque.
«Io torno dentro» annunciai iniziando a camminare ma in un secondo mi prese di nuovo in braccio.
«Fammi scendere!» esclamai ma aumentò il passo senza darmi retta.
«Che ti ha preso?» chiesi dopo aver toccato terra.
«Sei mezza nuda, non puoi camminare tranquillamente per strada» rispose. Scossi la testa e mi portai una mano al viso in segno di resa mentre ridacchiava. Sospirai e mi ricordai di avere un cornetto in mano. Ne presi un morso e poi lo misi nella busta che diedi a Justin.
«Ti amo» sussurrò avvicinandosi al mio viso. Annuii e con un sorrisetto impertinente mi voltai.
«Vado a lavarmi» dissi incamminandomi ma venni fermata per il braccio.
«Vengo con te» borbottò e mi superò per le scale lasciandomi lì impalata come un'idiota. Io e Justin nella doccia insieme, di nuovo. Mi mancò il fiato al solo pensiero e mi accorsi di avere la bocca spalancata. Sospirai e rabbrividii mentre raggiungevo il bagno a grandi passi.
Mi infilai sotto il getto dell'acqua e alcuni secondi dopo la porta si aprì e feci posto a Justin sotto la doccia. Arrossii quando realizzai seriamente quello che stava succedendo e chiusi gli occhi, sembrava di tornare indietro nel tempo, non mi ero ancora abituata. Mi sorrise appena e feci lo stesso quando mi baciò il naso.
«Comunque» iniziò ma lo interruppi.
«Ti amo anch'io» feci e lasciai un bacio sulle sue labbra morbide. Justin prese un po' di shampoo ed iniziò ad insaponarmi i capelli, sentii il cuore scoppiare ad un gesto così futile.
«Vorrei tatuarmi qualcosa di nuovo» soffiò ed alzai le sopracciglia.
«Qualcos'altro?» chiesi. «Tra poco diventerai come la Cappella Sistina» farfugliai e scoppiò a ridere.
«Mi aiuti a cercare qualcosa?» domandò poi con lo sguardo nel mio. Sospirai e quando finì di insaponarmi i capelli accennai un sorriso e feci lo stesso con i suoi.
«Sai perfettamente che non ne ho mai fatto uno, non sono del campo» risposi.
«Lo so.» constatò e seguì un attimo di silenzio.
«Tu cosa vorresti?» scandì e rimasi interdetta. Ricordai di quando gli avevo raccontato della mia voglia di fare un tatuaggio e per un solo istante lo immaginai chinato su di me intento a riempirmi la pelle di inchiostro. Cosa vorrei? Sicuramente una cosa importante e da un significato profondo, ma cosa?
«Non lo so» sbuffai e mi misi sotto il getto per sciacquarmi.
«Pensaci» sussurrò Justin e annuii. Chiusi gli occhi, una delle cose più importanti che avevo imparato era ascoltarmi, dare retta ai miei sentimenti e ai miei pensieri senza nasconderli. In un certo senso me lo aveva insegnato lui, mi aveva detto "Ogni singola cosa che ci succede serve a farci scoprire chi siamo realmente", ed era vero. Justin era capitato, era entrato nella mia vita come un uragano e non sembrava avere intenzione di uscire, le mie emozioni per lui erano capitate. Forse lui era una di quelle cose che succedono per farti scoprire chi sei. Sbarrai gli occhi.
«Ce l'ho!» esclamai e lui ridacchiò.
«Who We Are» balbettai e corrucciò le sopracciglia con un sorrisetto.
«Perché?» chiese.
«Perché ho imparato ad ascoltarmi, ed è la chiave per capire chi sei» spiegai e gli feci spazio sotto l'acqua, mi rivolse un grande sorriso prima di sciacquarsi.
«Tu mi hai insegnato ad ascoltarmi» borbottai quasi sotto voce ma Justin sentì comunque.
«Per questo il plurale?» fece e scossi la testa.
«No il plurale è per la tua frase "Ogni singola cosa che ci succede serve a farci scoprire chi siamo realmente";» iniziai «da l'impressione di essere universale, enorme e mi sembrava un po' restrittivo metterlo al singolare.» farneticai.
«E poi "WhoWe Are" è più poetico» soffiai e Justin ridacchiò.

CAPITOLO 21
Ed eccoci di nuovo qui! Prima di tutto buon anno nuovo e che questo nuovo anno vi porti un sacco di gioia e felicità. Per secondo, scusate il ritardo, sapete com'è il periodo delle feste, il Natale, i preparativi, i regali e la famiglia... per farmi perdonare pubblicherò due o tre capitoli, quindi se non troverete nulla scritto sotto gli altri è perché ho già scritto tutto qui. Detto questo, avete capito perché il nome del libro è Who We Are? In realtà non è dovuto al pensiero di Yasmine, quello è stato solo una conseguenza, il nome per questo libro mi è uscito spontaneo mentre lo scrivevo. Personalmente penso che rappresenti un po' tutti noi, la domanda che principalmente ci poniamo ogni giorno è questa almeno, ed è anche ciò che secondo me descrive il viaggio di Yasmine e Justin insieme. Anyway, come avete passato le feste? Spero bene, e come già detto buon anno nuovo a tutti❤️
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e condividete la storia, fa temi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Metto subito i capitoli seguenti :)

Pagina Instagram: whoweareofficial_
•Playlist Spotify: "Who We Are 2 - Chasing The Clouds📗", di sweet_MrsStyles

Who We Are 2 - Chasing The Clouds Where stories live. Discover now