#Capitolo 19

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Ho aperto istintivamente la porta, qualche giorno fa probabilmente avrei posto resistenza.

«Ehi J, che succede?»

«Niente» disse col suo sorriso beffardo e, senza darmi nemmeno il tempo di spostarmi, mi scostò dandomi un colpo con la spalla ed è entrato nella mia stanza.

«Non vai con gli altri?»

«Forse, non lo so» rispondeva solo in maniera molto vaga.
«Ehm, hai bisogno di qualcosa?»
«No, volevo solo stare un po' con te» mi rispose, voltandosi verso di me con un sorriso pacato.

«Mh, va bene» dissi solamente.

Intanto si era seduto sul letto, mentre guardava la finestra alla sua sinistra. C'era il sole, anche se era molto debole.

«E allora? Come sono stati questi giorni in California?» mi chiese.
«Produttivi, o almeno credo» e intanto la mia testa stava incominciando a viaggiare verso tutte le decisioni che non avevo ancora del tutto preso.

«Si? Tua madre vive ancora lì?»
«Si, si. Si è risposata con Augustus, il padre di James, ma la casa è rimasta uguale»

«Oh... c'era James lì? In ogni caso sono felice che la stanza dalle pareti nere sia ancora intatta» mi rispose. Aveva una calma inaspettata nel viso, non stavo per niente capendo il suo comportamento.

«No, non so che fine abbia fatto James e, detto sinceramente, non mi interessa –mi fermai un secondo- e comunque sono felice anche io che tutto sia rimasto invariato» gli dissi, accennando un sorriso.

Lui mi guardò e rimase in silenzio, era ancora seduto mentre scrutava fuori. Niente rabbia, niente rancore, niente. Solo una calma e una felicità quasi inquietante.

«C'è una bella giornata oggi, vero?» mi chiese, guardandomi.

«Si, dai. Non male» ero felice, ma ero davvero tanto irritata dal suo modo di fare. Che diamine stava facendo?

«J, tutto bene? Sei... Strano»
«Sono solo felice di averti qui, Lil»
Lo guardai e gli sorrisi come non mai.
«Anche io Jared» e senza pensarci, lo andai ad abbracciare da dietro, mettendo le ginocchia sul letto, dietro la sua schiena, facendo scivolare le mie braccia lungo il suo petto.

«Ehi» mi disse in maniera dolce, spostandosi verso di me, continuando ad abbracciarmi.

«Non me lo aspettavo» aggiunse, sorridente.

La mia testa cadde nell'incavo del suo collo, si incastrava perfettamente.
Quel suo profumo che non avevo mai dimenticato, mi ha inondato di bellissimi ricordi. Quella sua stretta di braccia attorno al mio corpo, così sicura...

Era inutile privarsi di una cosa così bella solo a causa del passato.
Eravamo costantemente arrabbiati perché entrambi volevamo l'altro nella nostra vita, ma tutto ciò che abbiamo fatto è stato respingerci.

«Mi ero dimenticato di quanto fosse bello averti tra le mie braccia» mi comunicò.
«Io mi ero dimenticata quanto io ci stessi bene»

Quell'abbraccio è durato svariati minuti, ma lì, proprio in quel momento, abbiamo capito che andava tutto bene, che poteva andare tutto nel verso giusto.
Abbiamo speso tante parole per amarci e odiarci, dimenticandoci che si può sempre ricominciare da capo, che tutto poteva avere una piega diversa.

«Si, ma devo fartela pagare in qualche modo» mi disse, e iniziò a farmi il solletico, così tanto da finire sdraiati sul letto in questa specie di battaglia.

«J, finiscila» lo implorai con le lacrime agli occhi per il solletico. Non riuscivo a smettere di ridere.

«Giammai» disse, facendo la voce grossa.
Era proprio un idiota, ma quel momento è stato magico.

Ci siamo ritrovati distesi sul letto, uno accanto all'altro, viso a viso mentre ridevamo come dei bambini.

Eravamo in silenzio, senza dire una parola, finché lui non mi accarezzò la guancia con la sua mano destra.

«Sei molto bella Lilith»
Avevo gli occhi inchiodati ai suoi, mi limitai ad accennare un sorriso imbarazzato, come se avessi di nuovo quattordici anni e a diventare tutta rossa.

Dopo pochi minuti, però, il suo volto si fece un po' più serio.

«Ehm... E con Brian? State di nuovo insieme?»

Ecco cosa lo turbava, Brian.
Stavamo insieme? Non lo sapevo nemmeno io.
Si? No? Di certo qualcosa si era rotto... Ma non eravamo rimasti in nessuna maniera, sarebbe una bugia dire che non stiamo più insieme?

«No, non credo» risposi.
Quello che mi ha colpito di più è stato che, mentre dicevo queste parole, non stavo male. Ero tranquilla, direi anche troppo.

«Oh, mi dispiace» rispose.
La sua espressione indica che non se lo aspettava nemmeno lui.

«Nah, non è vero. Non ti dispiace affatto» gli dissi ridendo, e spingendolo dalla spalla, solo per stuzzicarlo un pochino.

In tutto questo, mi alzai dal letto, non so bene perché. Forse nella mia testa avevo intenzione di sistemare le mie cose nella stanza.

«Si, è vero, non posso mentire» ammise ridendo mentre anche lui si alzava dal letto.

«Sempre il solito bastardo» asserì.
«Vorrai dire "sempre il solito egoista"» mi corresse.
«Beh, sì anche» risposi.

Nel mentre stava facendo il giro della stanza, mentre veniva dalla mia parte.

«Posso farti una domanda?» mi chiese.
«Certo J»
«Perché vi siete lasciati?»

Ipocrita da parte sua non capirlo.

«Jared, lo sai benissimo» asserì.

«Veramente? C'entro ancora io?»
«Beh, sei sempre stato tu» ammisi, con un pizzico di tristezza, guardando il pavimento.

A quel punto vidi che lui era vicino a me, e con due dita mi ha alzato lo sguardo.

«Questa volta mi dispiace davvero, credimi» mi disse, guardandomi negli occhi.
«Ci proverò».
«No, devi riuscire a credermi. Lui ha fatto tutto quello che non ho fatto in cinque anni: prendersi cura di te. Gli devo molto» mi disse prontamente.

Guardarmi e ammettere di non aver fatto quello che avrebbe dovuto fare, è un grande passo avanti. Ma di fronte ai quegli occhi e a quelle parole era difficile mantenere una integrità morale.

«Si, è vero, mi è stato accanto ed è stato capace di prendersi la parte peggiore di me... Ma questi giorni in California mi hanno fatto capire tante cose»

«E cioè?»

«Cioè che lo amavo, o lo amo, non lo so... Ma non abbastanza. Non come avrei dovuto o almeno non come ho amato...»

«Me» aggiunse J, quasi con un filo di voce.

«Già. E l'ho capito solo riaprendo un minimo il mio passato. Non ci sarà mai un giusto paragone ma perché non dovrei paragonare nessuno a te. Eppure lo faccio, continuamente. Penso sempre "lo amo come ho amato Jared?" e la risposta è sempre "no". Sei stata l'esperienza più intensa della mia vita» e facendo uscire queste parole, ho dichiarato a me stessa quello che ho sempre saputo e che ho sempre avuto paura di ammettere.

«Ci crederesti se ti dicessi che per me è lo stesso?» mi chiese, mentre i suoi occhi erano fermi sui miei.

«Non saprei, tu non sei mica me... Avrai avuto di sicuro esperienze più interessanti nella tua vita di quella di innamorarti di una ragazzina di diciassette anni»

«È vero, non posso darti torto. Ma con te ho amato per la prima volta nella mia vita e da quel giorno non ho mai smesso...» ammise.

«Neanche io. Ti amo Jared»

«Anche io, piccola Lil».

Un bacio.
Il bacio.

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Buonsalve!
Come promesso, sto cercando di fare più aggiornamenti possibili!
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Ve lo aspettavate?
Grazie mille per seguire sempre la storia! 💕
~Lav🌙

Hurricane II ~ Jared LetoWhere stories live. Discover now