MarkDeadmore - The Blackbird Sing

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Affogo, un respiro strozzato,
assiderato, nuoto, sprofondo,
un fachiro su chiodi di pongo
lo sguardo nel vuoto, spiazzato.

Il sole muore per me,
buia diviene la stanza del cielo,
danza lo spettro, copre col velo
ogni lascito etereo
sputato per me.

Ombre corvine m'assalgono,
stormi deformi gracchiano,
graffiano, tagliano, il cuore.
Quasi piangono e squartano
ogni mio lembo di sole.

Annego in un mare di sangue,
un atomo perso nel tempo,
atono, muto e vacuo divengo.
Demoni dimorano dentro
con strilli, dolor, loro langue.
Divorano il fiato, s'è spento.

Agogno la vita,
ma lei in dono ha donato
una gogna infinita.

Nuoto, a stento galleggio,
abbandonan sentore
le gambe, le braccia, il core
quasi che v'odo un arpeggio.

Oh uomo che lotti!
Da quando in fasce piangesti,
or stanco mi pari, ti vesti
d'occhiaie in queste notti.

Il fondo sprofonda di sotto,
te annaspi in paura,
lottasti per cura,
o per dolo, per ciò ti sei ridotto.

Nessuno può nuotare
in questo lago di sangue,
sperando d'uscirne asciutto.
Tanto che 'l sangue del lago,
è il tuo in tutto.

Colmare quel vuoto,
lago a riempir di se stesso disseta
le sue acque d'uopo.

Riempir del mio sangue,
pavido, dal mio braccio pallido scorre,
affondo ritorno a me stesso,
io fui lago, io fui affogato.
La colpa che sola si rincorre,
finché m'abbandono e mi pento.
E che per conoscere il lago occorre
immergervisi dentro.


𝕬𝖗𝖘 𝕺𝖇𝖘𝖈𝖚𝖗𝖆: 𝕹𝖆𝖓𝖎𝖋𝖊𝖘𝖙𝖔 𝕬𝖓𝖙𝖆𝖗𝖎𝖘𝖙𝖆 Where stories live. Discover now