MarkDeadmore: Chiaroscuro

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Riposi suadente in incubi tetri, mi spogli, 
mi graffi, mi strappi la pelle. 
Atomo nero disperso
in trilioni di stelle, 
frantumi ventricoli
come fossero vetri. 

Mi spogli le ossa, 
stritoli e abbracci, 
mordi e poi baci la carne percossa. 

Assorbi la luce, divieni il mio buio. 
La notte ricucio 
ogni lembo più truce, 
di pezzi di cuore, 
che hai mangiato da me. 

Bella che piango. 
Quasi mortale, 
quasi fatale 
quell'infido sguardo. 

Avveleni la carta, 
che sgorga d'inchiostro, 
il sangue del mostro 
che creasti per me. 

Naufrago nelle tue labbra, 
taglienti, spinose e velenose 
si aprono candide come rose 
poi voraci m'inghiottono l'alma. 

Tempesta che abbatte gli scogli, 
più duri di muri in cemento, 
mi curi mentre stai gemendo. 
La testa è la tomba dei miei sogni. 
Guarda come sono buio dentro, 
strappandomi la pelle tu mi spogli 
per scoparti il dolore che sento. 

Non si ama senza aver prima sofferto, 
non si soffre senza prima averti amata. 

Sei il veleno che mi uccide,
ma di cui mi nutro, 
tanto che senza,
m'uccido io. 

La vita mia che si spezza all'improvviso, 
come un enjambement
sulla poesia del tuo sorriso.

MarkDeadmore

𝕬𝖗𝖘 𝕺𝖇𝖘𝖈𝖚𝖗𝖆: 𝕹𝖆𝖓𝖎𝖋𝖊𝖘𝖙𝖔 𝕬𝖓𝖙𝖆𝖗𝖎𝖘𝖙𝖆 Where stories live. Discover now