Amore, non lascerai più il mio ventre.
Ho rovesciato la Tua santa croce,
ti ho portato in salvo - sangue amniotico-
ornandoti di fiori, d'incensi, di baci
materni, mangiando la Tua dolce carne
come Tu hai svuotato i miei secchi seni.-
Trentatré anni, perenne bellezza, la Tua,
nel mio corpo si rigenera eterna,
viva e desiderabile e pallida.
Giglio Bianco, poni radici nell'utero,
lecchi capillari, Ti assorbo, mi nutri
ma l'Amore, vorace, non è mai sazio.-
Il terzo giorno ardo dissennata nel sole
e innamorata e folle piango sale:
a Te, dolce Figlio, verso sangue salato.
Mi eccito: inviolabile perfezione
del Tuo profumato drappo mortuario
sul puro mio volto di Mater Dolorosa.