Capitolo 22: È una sfida, Nate?

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(Vi prego di leggere la nota che ho scritto a fine capitolo)

Alle ore sedici e cinquantanove i miei piedi si stanno muovendo alla svelta tra le strade di Los Angeles.
Sono in ritardo.
E casa di Nate è un po' lontana.
Cammino e vedo dei senzatetto avanzare verso la parte opposta alla quale sono andando incontro io.
So dove stanno andando, lo so benissimo. Ho passato una notte, lì, nel luogo che stanno raggiungendo.
Una sola notte, che mi ha costretta a camuffare i singhiozzi per evitare di svegliare le altre persone che hanno dormito assieme a me, in quella comunità per senzatetto che ho trovato spiando la Homepage di Google di una signora che smanettava con il suo telefono, di fianco a me, mentre facevamo la fila per i bagni chimici di un parco giochi.

Cammino veloce, forse mi converrebbe correre, ma suderei troppo e non vorrei farmi la doccia da Nate. L'ho fatta questa mattina, e mi sono sentita meglio rispetto a sta notte. Lì sono tutti gentili, dolci.

Mi fermo ad un semaforo e vedo un uomo seduto a terra, appoggiato al muro di una banca, con un cappello vuoto per terra, in attesa di ricevere qualche soldo. Non avrei immaginato che la grande LA brulicasse di persone senza un tetto sopra la testa.
Scatta il verde e riprendo a camminare. Guardo l'ora sul mio orologio ma segna le sedici e cinquantanove. Si è bloccato. Cammino e gli dò dei piccoli colpetti.
Niente, non funziona.

Quando giungo davanti casa di Nate, ad aprire è lui. E mi sta guardando molto, molto male.

«Sei in ritardo.»

Ciao anche a te.

«Lo so, ho avuto un contrattempo.»
«Di che tipo?» chiede mettendosi di lato per farmi entrare.
«Nulla di importante» dico sorridendo a Brenda che si sta avvicinando a me per prendere la mia giacca. «Forza, diamo inizio a questa benedetta serata.»
«Hai fretta?» chiede incrociando le braccia e facendo aderire sempre di più la maglietta ai suoi muscoli.
«Prima inizia e prima finisce, Nate.» sforzo un sorriso, poi sistemo il maglioncino sui fianchi ed incrocio a mia volta le braccia.

Lui mi lancia un veloce sguardo. Sembra mi stia facendo i raggi X. Mi guarda dal basso verso l'alto, e si sofferma un po' troppi secondi nei miei occhi. Non riesco a parlare, e non so nemmeno perché. Non può darmi questo abito e finirla di fissarmi? Mi sta mettendo in soggezione. In questo momento mi servirebbe un'entrata di Dave totalmente fuori luogo. E invece rimaniamo in silenzio, io e lui, con occhi dentro occhi. È una sfida, Nate? Non mi batti. Puoi mettermi in soggezione quanto vuoi, ma in una gara di sguardi sarò sempre io la vincitrice.

~~~
Non è un buon orario, né un buon momento per l'Italia. So di essere scomparsa per un bel po' di tempo, e mi scuso per questo, ma ho avuto alti e bassi. Periodi di felicità pura, seguiti da momenti di tristezza immensa. Ho diciassette anni, ho più sbalzi d'umore di una donna incinta, scusate. Comunque sono tornata, anche se dovete perdonarmi per il capitolo un po' spoglio. Devo ancora capire cosa fare di questa storia, perché qualcosa non mi torna. Forse la bloccherò e magari la riprenderò quando avrò le idee un po' più chiare. Intanto vi lascio questo capitolo. Ci tenevo ad aggiornare in questo momento drammatico per il nostro paese. Vorrei tenervi compagnia il più possibile, giuro che sarà il mio obbiettivo fino alla fine della quarantena. Vi chiedo solo di rimanere a casa vostra. Ci sono tante cose da fare: leggere, disegnare, scrivere, studiare, guardare la televisione, netflix, cucinare, imparare cose nuove.
Fate qualsiasi cosa, ma per favore STATE A CASA. Solo in questo modo questo brutto periodo potrà cessare. Detto questo, spero stiate tutti bene. In questi giorni vedrò di tenervi più compagnia. Grazie per aver letto. Vi auguro una buona notte.

-Alessia

B-234 (in pausa)Where stories live. Discover now