"Mi fa piacere che tu sia qui... mi andava di parlarti in effetti e a cena non ce n'e stato modo."

La voce di Malfoy era tranquilla, se Harry non l'avesse conosciuto bene avrebbe giurato che vi si nascondesse una nota di dolcezza gratuita e sincera.
Non si spiegò perchè, ma quel suono gli piacque particolarmente e altrettanto enormemente lo infastidì.
Poi il biondino riprese a parlare.

"Sai oggi... ho parlato, se così si può dire, con Potter nella serra dopo Erbologia."

Harry si irrigidì di colpo e fu certo che quello fosse il posto più sbagliato in cui potesse trovarsi in quel momento.

"I-io..."

Iniziò, facendo per alzarsi dal letto, ma per l'ennesima volta il biondo lo fermò e questa volta lo fece stringendo le sue spalle in un abbraccio delicato e appoggiando la testa contro la sua nuca.

"Lui... è gay, ma ci credi? Sembra così assurdo"

Un sospiro tiepido fece accapponare ad Harry la pelle e gli mozzò il fiato.
Allo stesso tempo una fitta gli pervase la cicatrice.
Pensò davvero troppe cose in quel momento, troppe e tutte in una volta e agì prima di potersene rendere conto, alzandosi di scatto.

"Scusami, non sono Blaise... ero qui per caso penso di essermi perso."

Un fruscio delle lenzuola fu il segno che nel buio di quella stanza Draco Malfoy si era irrigidito.
Forse era arrossito... e il Grifondoro si sorprese di sapere che avrebbe tanto voluto scoprirlo.

"Chi sei?"

La voce fredda di Malfoy lo raggiunse facendolo sentire tremendamente in colpa,  aveva infranto un suo momento personale e... e non avrebbe dovuto importargli.

"Preferirei che tu non lo scoprissi ... sono quasi sicuro tu stia per accendere la bacchetta e per favore, per favore non farlo."

Mormorò terrorizzato all'idea che il Serpeverde scegliesse di non dargli retta.

"Perchè?"

Il suo tono vacillò appena e il riccio prese a mordersi nervosamente un labbro prima di rispondere come al solito senza pensare.

"Perchè così... domattina non dovrai abbassare lo sguardo davanti a nessuno, non dovrai vergognarti di niente."

A questo punto il quattrocchi fu certo di essere divenuto paonazzo: come diavolo gli era uscita quella frase? Non avrebbe potuto trovarne una più stupida.

Malfoy però ridacchiò, sopreso sotto sotto da quella risposta così mirata, tanto da sembrare fatta apposta per lui da qualcuno che lo conosceva davvero bene.

Si può dire che quella storia dell'anonimato lo mettesse in qualche modo a suo agio... non era un ingenuo, ma non gli sembrava di avere a che fare con un sadico bastardo, avaro dei segreti altrui, solo con un ragazzo un po' idiota e sbadato che cercava di tirarsi fuori da una situazione scomoda senza rimetterci la faccia.
Un simpatico codardo.
Forse per questi due aggettivi l'idea che potesse trattarsi nientemeno che di Harry Potter non lo sfiorò affatto.

"Ok sconosciuto, sei bravo con le parole. Ti risparmierò, ma bada a non lasciarti sfuggire niente di questa piccola parentesi."

Harry sorrise nel buio e si avvicinò di un passo ancora al letto dove Malfoy era tornato a sdraiarsi.
Si accovacciò al bordo e con il passare dei minuti nel silenzio più assoluto iniziò a distinguere la testa di Malfoy e i suoi capelli argentati sparsi sul cuscino e a tratti illuminati dai raggi di una Luna, prossima a tramontare.

"Vattene"

Mormorò il biondo senza ostilità, solo un tono assonnato e divertito, prima di girarsi a guardare l'interlocutore improvvisato in faccia, era pure in controluce e questo nascondeva i suoi tratti alla perfezione, nemmeno a farlo apposta.

Il Grifondoro si riprese all'improvviso da quello stato di trance e stavolta fu lui a ridacchiare, in verità un po' imbarazzato.

"Come sapevi che ero rimasto."

"Non posso vederti, ma ci sento ancora benissimo... poi il tuo respiro mi spettinava."

Harry rise piano e si coprì la bocca con una mano mentre la sua testa si immaginava il solito Malfoy in quella situazione assurda.
Erano due persone completamente diverse.

"Ah, beh chiedo scusa... allora tolgo il disturbo."

"Bravissimo"

Harry non rispose, ma, alzatosi in piedi indugiò ancora qualche istante prima di allontanarsi e uscire dalla stanza.

Attraversò la Sala Comune di Serpeverde dove ragazzi e ragazze dal quinto anno in su di tutte le Case erano collassati alla bell'e meglio.
Sembrava un vero e proprio campo di battaglia e lui lo attraversò cautamente fino all'uscita che dava sui sotterranei e da lì attaversò il Castello fino alla Torre di Grifondoro senza quasi rendersene conto mentre il Sole sorgeva lentamente, illuminando le vetrate colorate che si proiettavano sui suoi passi tranquilli e distratti.

N/A

Non vedevo veramente l'ora di scrivere questo capitolo... era tanto che avevo in testa una festa del genere e forse è per questo che tutti si affrettano sempre a consigliarmi psichiatri su psichiatri appena mi conoscono.

Ary❄

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora