"Non ho secondi fini, te l'ho dimostrato... non mi sarei rivelato se no, permettendoti di tenermi gli occhi addosso. Perchè non posso continuare a vederlo? Il suo parere non conta niente?"

Ribattè Harry infervorato, avanzando nella stanza buia mentre Zabini non cedeva di un passo.

"Pensi davvero che ti vorrebbe ancora vedere se sapesse chi sei, Potter? Non è forse per questo che ti nascondi? Ora chi è che non tiene conto del suo parere?"

Il moro incassò, Zabini aveva ragione di nuovo... il Grifondoro aveva sempre avuto la consapevolezza di quanto presentarsi ogni notte nella stanza di Malfoy fosse stata un'azione egoistica e meschina, ma l'aveva sempre sepolta sotto strati e strati di istintività e irruenza.

"Vattene e non azzardarti a tornare, Sfregiato."

Di nuovo il ragazzo non rispose, barcollò all'indietro, come colpito in pieno dalle parole di Zabini.
Non rimise nemmeno il Mantello e uscì dal dormitorio frastornato, perdendosi nel dedalo dei corridoi dei sotterranei, non desiderando di tornare a letto, solo di fermare i pensieri, di cancellare quel senso di nausea che lo opprimeva all'improvviso.

Mai, prima che in quel momento, si era fatto tanto ribrezzo da solo.
Come aveva potuto, per più di un mese, illudersi che sarebbe potuto esserci un finale diverso per quella insolita parentesi?

Se Draco Malfoy nascondeva un lato di sè che lui non aveva mai incontrato, cosa gli dava il diritto di conoscerlo? Quale garanzia aveva di meritarselo, dopo i loro trascorsi?
Quel ragazzo non gli doveva niente, e se entrambi si conoscevano solo in un certo modo non era certo colpa sua dopotutto...

È vero, serbargli rancore per sei anni forse era esagerato, ma nessuno dei due aveva mai fatto nemmeno un passo nella direzione dell'altro in modo da fare in modo che non solo i loro lati peggiori si conoscessero.
Nessuno dei due voleva davvero farlo probabilmente.
Litigare è così rassicurante quando si combatte su due fronti opposti...

Quando si accorse di avere il fiatone, Harry rallentò il passo fino a fermarsi. Appoggiò una mano al freddo muro di pietra dei sotterranei.
Ci mise poco ad accorgersi di un rumore di passi che si faceva sempre più vicino.
Non fece in tempo a mettersi il Mantello o a muoversi di un centimetro che, non Gazza come aveva temuto, bensì Malfoy fece capolino da dietro l'angolo e si fermò sul colpo, genuinamente sorpreso.

Il Grifondoro alzò lo sguardo, incrociò quello del Serpeverde e non disse una parola.
Draco si era fermato a guardarlo a sua volta con cauto distacco, ma nascondendo a fatica qualcosa che il moro non seppe definire.
C'era qualcosa di strano in fondo ai suoi occhi, era come se la fiamma delle fiaccole appese alla parete prendesse vita riflettendosi in quello sguardo.

Passò una manciata di secondi, forse un paio di minuti, forse di più o forse solo un istante, poi il biondo riprese a camminare, diretto con passo deciso alla Sala Comune.
Non appena fu certo di essere fuori dalla portata uditiva o visiva di Harry, si fermò di nuovo.
Si ritrovò a stringere le palpebre mentre le sue nocche pallide incontravano con violenza la pietra ruvida della parete.
Soffocò un mugolio di dolore.

Cosa ci faceva Potter nei sotterranei? Proprio in uno di quei giorni in cui rientrava in dormitorio a notte inoltrata doveva imbattersi in lui?
E se ne fosse accorto?
E se stesse indagando?
Aveva forse commesso qualche errore?
Non riusciva a darsi pace, c'erano troppe domande che gli assediavano il cervello.

Aveva paura, tanta da aver iniziato a tremare violentemente, come una foglia secca scossa dal vento.
Non voleva essere un Mangiamorte, non voleva stare dalla parte del Signore Oscuro, non voleva che Harry scoprisse quello che stava facendo...
Certo, non andavano d'accordo loro due eppure Draco agli occhi del moro per il momento era solo un ragazzino purosangue, viziato e tracotante.
Cosa avrebbe pensato quando sarebbe diventato invece l'assassino di Silente?

Il suo pugno si strinse contro il muro e il biondo si portò l'altra davanti alla bocca. Soffocò un altro gemito sommesso, stavolta però le sue guance furono rigate da lacrime pesanti come macigni.

Ci mise un po', ma il suo respiro tornò regolare, i suoi muscoli si rilassarono e si asciugò in fretta le guance.
Mise le mani in tasca e riprese a camminare.

Non guardò in faccia nessuno finchè non arrivò in stanza.
Blaise era sul suo letto e leggeva l'ultimo numero del Cavillo.
Il biondo ridacchiò spontaneamente di fronte a quell'immagine.

"Ma che diamine fai? Sovvenzioni la Lovegood?"

Il mulatto alzò lo sguardo dalla rivista e lanciò all'amico un'occhiataccia divertita.

"A dire il vero è pieno di spunti interessanti. E non criticare le mie letture, proprio tu poi... con tutti quei ritagli di giornale imbarazzanti."

Draco arrossì e si sdraiò di fianco all'amico, appoggiando la testa contro il suo petto prima di rispondere.

"Già, penso che dovrei buttarli..."

"Non è la prima volta che lo dici, ma poi non lo fai mai. Immagini cosa succederebbe se qualcuno che non sia io sbirciasse nel tuo cassetto? Potter in persona ad esempio."

Il biondo storse il naso.

"Non essere ridicolo, come se potesse mai trovarsi nella mia stanza."

Stavolta Zabini non rispose.

"L'ho visto qui nei sotterranei poco fa..."

"E hai avuto l'impressione che non si trattasse di una semplice passeggiata..."

"Pensi abbia trovato qualcosa?"

Mormorò preoccupato Malfoy.
Blaise infilò le dita tra i suoi capelli e prese ad accarezzarli distrattamente.

"Ne dubito"

Quelle parole bastarono a tranquillizzare il  biondo, che si proiettò quindi su un altro obiettivo.
Alzandosi dal letto prese l'amico per un braccio cercando di tirarlo in piedi, con scarsi risultati.

"Daiii alzati, vai da Nott. James potrebbe arrivare a momenti e penso potrebbe farsi prendere dal panico se ti vedesse qui."

"Non verrà"

Fu l'unica protesta del mulatto di fronte alla trepidazione di Malfoy, che si fermò e gli lasciò andare il braccio.

"Che intendi?"

"Cosa potrei intendere?"

"E come lo sai?"

"È già stato qui e gliel'ho detto io."

"Come? Perchè?! Insomma... che diritto avevi di- è un mio amico non tuo!"

"Non è un tuo amico Draco, non lo conosci nemmeno."

Per un po' il biondino tacque, cercando di riordinare gli impulsi.
Voleva davvero picchiare Blaise in quel momento.

"Solo perchè non so che faccia abbia? Solo perchè non conosco il suo vero nome? Non può essere che ci troviamo bene e basta?"

"No, Draco"

"Perchè, perchè no Blaise?!"

Malfoy stava rapidamente perdendo il controllo mentre la consapevolezza che non aveva modo di rintracciare James si faceva spazio nella sua testa.
Era difficile che tornasse... non ne aveva motivo e quindi non si sarebbero probabilmente mai più incontrati.

"Dormi Draco, ne parliamo domani, sei troppo stravolto per discutere."

Era chiaramente una scusa, una patetica scusa.
Malfoy strinse i pugni, ma incassò, realizzando che effettivamente non aveva per nulla voglia di sentire la voce dell'amico in quel momento.
Si chiuse in bagno senza aggiungere altro.

N/A

Questo capitolo è stato un accidenti di parto...

Ary❄

Nightfall Whisper //DrarryWhere stories live. Discover now