🎄18🎄

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"Noël sei pronta? Presto tesoro si fa tardi!"
Moonshiny si diede un ultima occhiata allo specchio e uscì dalla stanza.
Il vestito la fasciava alla perfezione, il parrucchiere, un tipo parecchio effeminato, le aveva tirato i capelli tutti di lato legandoli in una coda bassa che le scendeva sulla spalla destra.
Indossava un paio di orecchini di perle e un braccialetto che continuava a rigirare sul polso.
Tirò un grosso respiro e scese le scale, Venus stava facendo le foto di rito con Nick e i suoi.
La fotografa le fece cenno di avvicinarsi, odiava le foto, sembrava sempre più grassa e soprattutto sembrava ingessata.
"Voglio farla sola con Moon."
Le richieste della sposa nel giorno del suo matrimonio andavano esaudite, si avvicinò alla sorella e le passò un braccio intorno alla vita stretta nel vestito bianco.
"Sei bellissima Moon."
"Oggi nessuna può essere più bella di te."
Sorrisero all'obiettivo per un infinità di scatti poi a loro si aggiunse il resto della famiglia.
Per una strana coincidenza sua madre non aveva ancora versato una singola lacrima.
Il momento era arrivato, Venus uscì di casa con suo padre e sua madre, lei si fece aiutare da Nick a indossare la stola di pelliccia bianca che sua madre si era premurata di comprare contro la sua volontà.
"Sei decisa ad andare via senza dire niente a nessuno?"
Annuì senza pronunciare nessuna sillaba, farlo avrebbe significato dare voce al suo tumulto interiore e non poteva rovinare il trucco realizzato da mani sapienti.
Appena rientrate dal viaggio rigenerante con Venus aveva preparato la valigia, approfittando che nessuno era in casa l'aveva poi portata da Nick e l'aveva pregato di metterla in macchina.
Solo lui era al corrente dell'aereo che avrebbe preso alle cinque del pomeriggio dall'aereoporto internazionale.
Le era costato una piccola fortuna perché l'unico volo in partenza da Pittsburgh era per Cleveland, da lì avrebbe preso il volo per New York.
Ci avrebbe messo quasi quattro ore in più ma non aveva importanza.
L'unica cosa che voleva era tornare nel suo piccolo appartamento a  leccarsi le ferite.
"Mamma non te lo perdonerà lo sai questo? E forse anche Venus per un po' ce l'avrà con te."
Gli occhi le si inumidirono, sbatté più volte le palpebre sospirando forte per ritrovare il giusto equilibrio emotivo.
"Non adesso Nick, ti prego."
Salirono in macchina diretti alla parrocchia di St. Paul dove di sarebbe svolta la cerimonia.
"Nick."
"Dimmi Luna di Natale."
Lo guardò dritto negli occhi e poi tornò a guardare la strada.
"Ti chiedo solo un favore. Sii la mia ombra fino alle quattro. Non voglio che nessuno mi si avvicini."
Nick le strinse una mano gelata e annuì sospirando.
Condividere lo stesso spazio per nove mesi voleva dire essere uno l'ombra dell'altra, si era arrabbiata con lui quando le aveva confessato di aver litigato con Simon. Ma Nick l'aveva rassicurata, era in buoni rapporti con Simon e si era trattato solo di un equivoco.
La cattedrale di St. Paul era gremita.
Moonshiny si chiese quante persone avesse invitato sua madre, lei odiava le cose così in grande.
"Ma quanta gente ha invitato?"
Nick seguì il suo sguardo e borbottò contro sua madre.
"Quella donna è impossibile. Meno male che al ricevimento saremo meno della metà. Qui vedi i vari comitati e gran parte dell'azienda Bryton. Ma al ricevimento ci saranno poche persone estranee. Guarda, lì c'è un parcheggio."
Nick la aiutò a scendere dall'auto e le porse il braccio per appoggiarsi.
Faceva freddo ma lei non lo sentiva, era fredda da parecchio.
Il piccolo corteo nuziale si accodò alla sposa e finalmente entrarono in chiesa.
Le tremavano le gambe e nonostante fosse da sempre abituata sui tacchi alti oggi si sentiva che poteva cadere da un momento all'altro.
Tenne gli occhi bassi fino all'altare, poi prese posto accanto a sua sorella e le rivolse un sorriso appena accennato.
Sapeva che Simon era a pochi passi da lei, intravedeva le scarpe nere tirate a lucido e il pantalone che si poggiava sopra ma non osò mai alzare gli occhi su di lui.
Lo aveva evitato fino a quel momento e Nick le aveva giurato che non avrebbe lasciato avvicinare nessuno.
Sperava di riuscire ad evitarlo fino alle quattro, poi non ci sarebbe stato più alcun problema.
Simon la guardò più volte insistentemente, era bellissima, quell'abito la fasciava alla perfezione. Sembrava fosse stato fatto su misura per lei.
Era elegante, ma semplice e allo stesso tempo dannatamente sexy.
La voleva.
Voleva svegliarsi accanto a lei, sentirla inveire contro Leonard e vederla scendere scarmigliata.
Voleva cucinare con lei e per lei, vederla mangiare e sentirla godere di piacere per ogni piatto gustato.
Voleva giocare con lei e farci l'amore fino allo sfinimento, voleva litigarci ma poi farci pace.
Voleva sposarla.
Era da una vita che la aspettava.
Non poteva lasciarla andare.
Moonshiny era sempre stata sua.
Non gli aveva dato modo di spiegare ne tantomeno gli era stata data la possibilità di vederla.
Sembrava che tutti facessero trincea intorno a lei, ma avrebbe trovato il modo di abbattere quel muro.
Voleva Moonshiny e se la sarebbe presa, lo giurò davanti a Dio.
Quando finalmente gli sposi pronunciarono il fatidico sì, Moonshiny era stanca.
Voleva andare via, non vedeva l'ora che arrivassero le quattro per poter andare via indisturbata.
Certo come aveva già predetto Nick tanto sua madre quanto sua sorella ce l'avrebbero avuta a morte con lei, ma poi l'avrebbero perdonata.
Dopo le foto di rito in cui dovette sorridere forzatamente, uscirono dalla chiesa e si affrettò al braccio di Nick per non incappare in Simon.
Fortunatamente questo problema non si poneva, quella Ophelia era peggio delle sanguisuga.
Si aggrappò a Simon e guardò più volte in direzione di Moonshiny per farle vedere che lei era accanto a lui, ma Moon non la prese neanche in considerazione.
Forse stava sbagliando tutto, ma voleva tempo.
Tempo per pensare, per chiarire le idee, per tornare ad essere se stessa e riprendere in mano la sua vita.
Forse Simon voleva spiegarle tutto, ma non voleva sentire niente.
Darlene e Stacy la raggiunsero trafelate e la strinsero in un abbraccio, poi si complimentarono con lei perché faceva un figurone.
In realtà lei si sentiva fuori posto.
Le ragazze si accodarono in macchina con lei e Nick e per tutto il tragitto fino alla sala del ricevimento chiacchierarono in continuazione cercando di coinvolgere anche Moonshiny con scarso successo.
Quando arrivarono davanti alla sala del ricevimento rimasero tutti a bocca aperta, sua madre si era davvero superata, c'era una moltitudine di fiori e una gigantografia degli sposi all'entrata.
"Ricordatemi di non sposarmi a Natale e di farlo a Las Vegas in segreto."
Nick era a dir poco scioccato.
"Non credo tua madre lo permetterà Nick."
L'uscita di Stacy fece sorridere Moonshiny e forse fu il primo sorriso sincero da giorni.
L'aperitivo fu servito all' arrivo degli sposi, zia Prue era su di giri e Moonshiny ne chiese il motivo a Agathe.
"Agathe, ti sei divertita questi giorni? Le feste hanno avuto un riscontro diverso no?"
"Oh sì mia cara. Sono così contenta. Devo ringraziarti e credo lo farò fino a che il signore mi concederà giorni da vivere. Mi hai regalato il più bel Natale dei miei settantasette anni. Inoltre devo darti una notizia favolosa mia cara. Io e tua zia Prue abbiamo preso casa insieme, un piccolo appartamentino con poche pretese. Una cucina, un bagno e due stanze da letto, c'è anche un piccolo giardino, giusto quello che ci serve per terminare la nostra vecchiaia in bellezza. Ma non dire a Prue che ho detto la nostra vecchiaia perché lei si sente nel fiore degli anni."
Moonshiny spalancò gli occhi.
"Sul serio Agathe? E l'appartamento a New York? I gatti?"
Non voleva sentirsi responsabile ma un po' lo era.
"Mia cara l'appartamento il proprietario non ci metterà molto ad affittarlo nuovamente e per quanto riguarda i gatti non sono miei. Dopo le feste io e Prue andremo a New York, chiuderò il contratto e prenderò le mie cose. Prima però tua zia vuole assaggiare la vita newyorchese e divertirsi un po'. Quindi non torneremo così presto."
"Si ma...voglio dire...non è una decisione affrettata?"
La vecchietta sorrise amabile e scosse la testa.
"Moonshiny cara a quasi ottant'anni le decisioni si prendono su due piedi perché non hai più molto tempo per decidere. Ho passato da sola una vita intera, ora ho trovato qualcuno con cui condividere i miei ultimi anni, credo valga la pena di provare tanto cosa ho da perdere?"
Il discorso filava, non faceva una piega.
A quel punto Moonshiny sorrise e le augurò buona fortuna.
Per una frazione di secondo incrociò gli occhi di Simon e vi lesse disperazione o almeno quello intuì, ma si girò subito da un altra parte e sperò che Ophelia non lo mollasse di un passo.
Quando presero posto a tavola capitò tra Nick e Darlene, poi c'erano Stacy, Ophelia e Simon quindi non aveva problemi, il tavolo era abbastanza lungo e non avrebbe dovuto sfuggire al suo sguardo o al suo tocco.
Ad un certo punto sul palco dove c'erano i ragazzi della band si udì un po' di brusìo.
Moonshiny alzò lo sguardo e sorrise, poi sgomitò Darlene e con il mento gli indicò l'uomo sul palco.
"Ehmm, salve a tutti. Credo che alcuni di voi non mi conoscono, anzi la maggior parte di voi ignora chi io sia ma questo non ha importanza. Sono Arthur James Theodore Williams III e sono qui per fare un annuncio. Intanto faccio i miei migliori auguri a Venus e Callum e li ringrazio per avermi dato questa possibilità. Grazie ragazzi."
Venus e Cal alzarono i bicchieri e brindarono a James, intanto Darlene era diventata rosso fuoco e continuava a mordersi le labbra e contorcere le mani.
"Oh mio dio Moon che vorrà? Perché è qui?"
"Calma Darlene, forse adesso ce lo dirà. "
Cercò di tranquillizzarla ma la poverina era un fascio di nervi.
"Come dicevo sono qui per fare un annuncio importante. Vedete fino a circa un mese fa ero costretto dal mio nome a sottostare alle decisioni altrui che mi riguardavano. Poi una vostra e mia amica mi ha aperto gli occhi e fatto capire che quando si vuole qualcosa bisogna lottare per ottenerla vero Moon?"
James la tirò in ballo e dovette annuire.
"Bene, ho deciso che è arrivato il momento di prendere per conto mio le decisioni che riguardano la mia vita. Ieri sera ho detto a mio padre che venivo a Pittsburgh a passare il Natale con la mia fidanzata e che per Capodanno sarei tornato con lei a New York per presentargliela. Ora sperando che la fortuna mi assista..."
Lasciò il microfono e puntando gli occhi su Darlene la raggiunse al tavolo e si inginocchiò accanto a lei.
Tirò fuori dalla tasca una scatola e la aprì davanti alla poverina che era senza parole e sul punto di svenire.
"Darlene, vuoi tu farmi l'onore di accettare questo anello come pegno del mio amore e diventare la mia fidanzata e futura sposa?"
Nella sala scese un silenzio di tomba, tutti aspettavano che Darlene dicesse il sospirato si o un totale e secco no.
Le fanciulle sospiravano e alcune madri invidiavano Darlene, perché avrebbero voluto un marito così per le proprie figlie.
Pungolò Darlene sulla schiena con un dito ma sembrava di pietra, James stava cambiando colore, temeva che lei dicesse no.
"Ragazzo se lei non ti vuole ti sposo io!"
La frase di zia Prue fece rinsavire Darlene.
"Neanche per sogno zia Prue. James è mio!"
Un applauso scrosciante coprì i due ragazzi stretti in un bacio delicato e leggero.
James prese posto accanto a loro e ringrazio ancora Moonshiny per avergli fatto incontrare Darlene.
"James non ho fatto niente, è stato il fato. Ma sono comunque contenta per voi."
Era curiosa di sapere che fine avesse fatto la vecchiaccia e come aveva preso la decisione del ragazzo di chiudere il loro rapporto, ma non era né il momento ne il luogo adatto.
Avrebbe chiesto a Darlene.
Quando il dj chiamò gli sposi per aprire le danze iniziò a sudare freddo.
Se chiamavano anche i testimoni era inevitabile dover ballare con Simon e lei non ne aveva nessuna voglia.
Si scusò con chi le stava vicino e andò a rifugiarsi in bagno, almeno li era al sicuro, Simon non sarebbe mai entrato nel bagno delle signore.
Lavò le mani per occupare il tempo e tenne i polsi sotto l"acqua fredda per calmarsi, ma con scarsi risultati.
Stava per uscire quando nel bagno entrò Ophelia che le rivolse uno sguardo acido.
"Ciao, scusa ma non mi ricordo il tuo nome."
"Tranquilla non ti serve saperlo. Ci si vede eh.."
Fece per uscire ma Ophelia le bloccò la porta.
"Sta al tuo posto bellezza. Mi sto lavorando Simon e conto di andare a casa con lui stasera, non mi piace avere altre tra i piedi."
Moonshiny alzò gli occhi al cielo.
"Senti Opal..."
"Ophelia, mi chiamo Ophelia."
"È uguale. Non mi serve saperlo. Comunque puoi stare tranquilla e lavorarti Cornwell quanto ti pare. E la prossima volta ti sconsiglio di minacciare qualcuno. Spostati!"
Il tono in cui lo disse intimorì Ophelia che si spostò per farla uscire.
Moonshiny lanciò un occhiata alla sala e vide che Nick stava ballando con Stacy, Darlene con James, suo padre con sua madre e Simon era impegnato a intrattenere Agathe e zia Prue.
Mancavano pochi minuti alle quattro dato che tutti erano impegnati nessuno avrebbe fatto caso a lei, prese la stola e uscì fuori a recuperare la valigia dalla macchina di Nick.
Il taxi che aveva prenotato per le quattro era già arrivato.
Si voltò un ultima volta a guardare il locale e sorrise avvilita, la dentro lasciava tutta se stessa, il suo cuore e la sua famiglia.
Salì in auto e disse all'autista di portarla in aereoporto.

"Nick hai visto Noël?"
I suoi, le amiche di Moon e la zia con Agathe si erano avvicinati tutti insieme.
Simon era a qualche passo da loro che ascoltava.
Nick si grattò la testa, erano le sei passate, strano che sua madre si fosse accorta solo in quel momento della mancanza della sua gemella.
Lui si era accorto della sua fuga immediatamente, lo aveva in qualche modo sentito e quando si era avvicinato al tavolo aveva trovato solo un biglietto accanto al suo tovagliolo con scritto grazie.
"Mamma, stai calma e tranquilla. Moon aveva bisogno di chiarire le idee e-"
"Nickolas Campbell rispondi immediatamente e evita di girare intorno alla cosa!"
Lorraine era un fascio di nervi, non poteva averle fatto una cosa simile, non al matrimonio di Venus. Sua figlia maggiore era la solita egoista.
"Mamma piantala di dare in escandescenze, Moon se n'è andata. E ha fatto bene. Ti rendi conto che nessuno di voi si è accorto che sta male? Insomma mamma siamo tutti tuoi figli eppure sembra che non entri in simbiosi con Moon. È tornata a New York, le dispiace tanto e si aspetta solo che la capiate."
Lorraine scoppiò a piangere e suo marito la strinse tra le braccia.
Venus e Cal ancora non erano al corrente di nulla.
Simon si avvicinò a Nick e lo guardò dritto negli occhi.
"Da quanto è partita?"
Nick rispose allo sguardo con astio, in fondo era colpa sua se sua sorella era scappata, anche se ne ignorava il vero motivo. Nessuno dei due aveva parlato.
"Cristo Nick da quanto!"
"Da un paio d'ore. Che c'è Cornwell solo adesso senti la sua mancanza? Quando ballavi con quella sardina di Ophelia non l'hai degnata di uno sguardo. Ha fatto bene ad andarsene, qui non c'è niente per lei."
Simon si passò una mano nei capelli scompigliandoli.
"Tu non sai niente e non devo dare conto a te. L'unica cosa che devi sapere è che io amo quella donna e andrò a prendermela."
Nick sorrise.
Aveva sortito l'effetto desiderato.
Si strinsero la mano per tacito accordo, tra loro non era cambiato assolutamente nulla.
"Lorraine, Jonathan, vado a prendere la mia Luna. La riporterò qui, perché è mia, lo è sempre stata e niente potrà cambiarlo."
Lorraine annuì felice e si asciugò gli occhi.
"Mi prometti che la riporti qui?"
Simon guardò la donna che aveva partorito e cresciuto la donna della sua vita.
"Puoi giurarci, metti due posti in più a tavola per Natale. Auguratemi buona fortuna."
Stava per andare via quando Nick lo fermò.
"Ehi, è passata da Cleveland, quindi se sai come muoverti arriverai a New York prima di lei."
Simon annuì e ringraziò Nick con una pacca sulle spalle.
Uscì dal locale e chiamò un suo amico con il cellulare, aveva bisogno di un passaggio.
Moonshiny Noël Campbell era nata per lui e aveva tutte le intenzioni di fare di lei la sua compagna di vita.

Un amore sotto l'alberoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant