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La calma esiste anche dopo la tempesta. A volte si pensa che questo dolore non finirà mai, che questo vuoto dove dovrebbe essere il cuore rimarrà sempre tale, non importa quanto tempo, non importa quanto impegno nel rattopparlo.

Ma poi, quasi insperata, quasi increduli, giunge la calma. Forse anche il processo di sofferenza ha una sua fine. Fatto sta che sorridere diventa improvvisamente qualcosa che si è di nuovo in grado di fare. Forse sono le nuove circostanze, forse sono le ferite finalmente guarite.

Forse sono le persone. Si, sono le persone che ti cambiano.

Jungkook non si ricordava quando era stata l'ultima volta che era stato così tranquillo con se stesso. Certo i suoi problemi non erano spariti, i grandi schemi del mondo erano ancora li, al di là delle sua portata, ma l'amicizia davvero riscalda il cuore. O forse Jungkook è semplicemente merito di Jimin.

"Dimmi, chi sei tu, e cosa hai fatto a Jeon Jungkook?" gli chiese Taehyung a pranzo. Jungkook lo guardò stizzito sollevando la testa dal piatto. Si chiese per un secondo se valesse la pena di rispondere alla domanda idiota di Taehyung, prima di decidere che no, proprio no, continuare a mangiare era più importante. E così si apprestava a fare quando il cellulare, che aveva lasciato di fianco al piatto, vibrò e il nome sullo schermo fu sufficiente a distrarlo. Un sorriso si fece largo sul volto. Ignorando completamente Taehyung, Jungkook posò la forchetta sul piatto e digitò subito una risposta.

Quando ebbe finito e quindi aver deciso che forse era il caso di riportare la sua attenzione sul suo amico, si rese conto che Taehyung si era sporto dalla sedia per spiare lo schermo del suo cellulare. A giudicare dal ghigno vittorioso, doveva essere riuscito a cogliere qualcosa.

Jungkook lo fulminò con lo sguardo.

"Non so neanche perchè mi sorprendo, sei sempre stato un ficcanaso" Jungkook commentò tormentando un tortellino con la forchetta.

"Sono il tuo migliore amico. Sono più che sicuro che tutto questo rientra nel codice di fratellanza!" Taehyung cinguettò per nulla turbato. Jungkook sospirò. "Jimin, eh?" Taehyung aggiunse, muovendo le sue sopracciglia in modo allusivo.

"Jimin hyung mi ha scritto per concordare un orario per le prove. Con l'avvicinarsi dello showcase vogliamo fare pratica il più possibile."

"Aha" Taehyung disse guardandolo in modo malizioso.

"Cosa?"

"Nulla, nulla. Solo che sono anche io un tuo amico eppure non hai mai risposto a me così velocemente. Hai persino smesso di mangiare! Con me non lo hai mai fatto, anche quando in terza elementare sono inciampato sbucciandomi il ginocchio, non hai mai mollato il tuo sacchetto di patatine!"

"Questo perché il cibo è più importante di te," Jungkook replicò sardonico.

"Ma a quanto pare non di Jimin!" Taehyung esclamò tronfio. Maledizione, era appena stato incastrato, si disse Jungkook, che arrossì fino alla radice dei capelli. Il suo migliore amico gli lanciò un sorriso a trentadue denti prima di riprendere a spazzolare il suo piatto. Jungkook distolse lo sguardo cercando di celare invano il suo imbarazzo.

C'era un che di vero nelle parole di Taehyung, era inutile negarlo. Lui e Jimin erano diventati amici, molto amici. Sin da quella fatidica sera Jungkook si era impegnato a mantenere la sua parola. Onestamente non affatto difficile farlo. I messaggi e chiamate tra di loro erano naturali quanto frequenti, così come gli incontri. A volte si vedevano assieme gli altri, altre volte si erano visti solo loro due, senza contare le lezioni di danza. Jungkook continuava a ripetersi che erano normali incontri tra due amici che volevano ammazzare il tempo insieme. La verità? Era così facile godere della compagnia di Jimin. Avevano moltissimo in comune, la danza, per dirne una, ma avendo fatto Jimin la sua stessa facoltà era in grado di aiutare Jungkook persino nello studio. E poi c'era quella complicità tutta loro. Quei silenzi condivisi, quel senso di sicurezza che Jimin riusciva a dargli. Jungkook non riusciva a capire bene se fosse perché l'altro era più grande, perchè erano entrambe numeri zero o semplicemente fosse perché Jimin era beh, Jimin.

Un mondo per noi dueWhere stories live. Discover now