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“Taehyung sbrigati stanno per iniziare!”

Taehyung sollevò lo sguardo dal distributore, guardandolo con quell'aria scema che gli si dipingeva in faccia ogni volta che aveva del cibo tra le mani. Jungkook sospirò, esasperato.

“Eccomi, ci sono” disse come se non avesse trascorso gli ultimi 10 minuti a litigare con il distributore di schifezze. Jungkook impaziente lo afferrò per un polso e lo trascinò per il corridoio, poi sugli spalti.

Tecnicamente Taehyung e Jungkook non dovevano essere li. Era l'ultima settimana di scuola e i professori li stavano istruendo sugli argomenti in vista degli esami d'ingresso per le superiori.

Ne Jungkook, ne Taehyung avevano trovato la cosa interessante.

Jungkook era l'allievo più brillante della classe e Taehyung era secondo dopo di lui. Loro due erano conosciuti come una coppia di vincenti, amici inseparabili, combina guai in capo.

Il compleanno di Jungkook cadeva in gennaio e i suoi genitori incoraggiati dagli insegnanti lo avevano iscritto a scuola un anno prima. Era così che Taehyung e Jungkook si erano conosciuti ed erano rimasti insieme sin dalla prima elementare. Ad ogni modo era un periodo stressante per gli allievi dell'ultimo anno e Taehyung aveva deciso che si meritavano una distrazione prima degli odiosi esami di ammissione. Traduzione, avevano saltato la scuola per andare alla festa culturale dello sport della scuola superiore a cui entrambe avevano intenzione di fare richiesta di ammissione.

“Un'ispezione è doverosa” aveva detto Taehyung, e Jungkook non se l'era fatto ripetere due volte. Alla malora le regole. Così quella mattina avevano preso i loro zaini ed erano saliti su un altro autobus pieno di studenti di altre scuole superiori, che avevano la loro stessa meta. Loro però avevano una scusa legittima, in quanto andavano a gareggiare contro quella scuola. Per i due ragazzi era invece un'occasione perfetta per infiltrarsi e passare inosservati.

Era stato molto divertente sino ad allora e i due erano contenti di aver avuto quell'idea brillante. Se i ragazzi delle superiori si erano accorti di due bambini sbucati fuori dal nulla, nessuno di loro aveva detto o fatto nulla al riguardo. Del resto c'erano cose ben più interessanti che andare a fare la spia su due mocciosi.

Taehyung e Jungkook avevano visto un sacco di laboratori, guardato una partita di calcio e assistito a semifinale e finale del torneo di pallacanestro. Jungkook a cui piaceva fare attività fisica, aveva visto che la scuola aveva ottimi elementi che giocavano a basket e li aveva osservati correre su e giù, instancabili, sul parquet lucido. Quando la classe 2 sezione D aveva vinto la finale battendo una squadra all'ultimo anno, la palestra era esplosa in urla di gioia. A quanto pareva si trattava della squadra di casa. A giudicare dalla facilità con cui avevano vinto sicuramente alcuni giocatori erano nel club di basket.

Gli altoparlanti avevano annunciato una pausa di 15 minuti prima che le gare dei diversi club di ballo delle scuole avessero inizio. Jungkook si sentì elettrizzato perchè a lui era sempre piaciuto ballare. Taehyung aveva però deciso di aver bisogno di una pausa e lo aveva trascinato prima in bagno e poi in cerca di cibo. Per questo ora Jungkook aveva paura di essersi perso delle porzioni importanti delle performance, tutto per l'amore di Taehyung per il cibo non salutare. Quando arrivarono sugli spalti il tifo era infatti già entusiasta. Per fortuna però erano appena iniziati i preliminari. C'erano ballerini bravi e altri un po' meno, Jungkook era sicuro di poter batter questi ultimi in termini di tecnica. Tutti però sembravano divertirsi un sacco. Era in momenti come quelli che Jungkook poteva dimenticarsi per un attimo di se stesso e del suo destino. Su una pista da ballo non esistevano numeri ma solo passi e l'abilità del ballerino.

“Park Jimin, Park Jimin!” i ragazzi iniziarono a urlare e Jungkook capì che doveva trattarsi di uno dei ballerini più popolari. Jungkook puntò il suo sguardo sul nuovo arrivato. Dall'aspetto non sembrava essere nulla di eccezionale e Jungkook non riusciva a spiegarsi il calore con cui veniva accolto.

Un mondo per noi dueWhere stories live. Discover now